Ieri
Inaugurata 'La porta di Panzano', esposizione permanente sulle orme di Bianchi e Cividini

Punto di partenza per le camminate alla scoperta della storia cittadina e del cantiere, è stata realizzata dal Consorzio Culturale del Monfalconese.
Uno spazio espositivo permanente dedicato alla porta d’ingresso al villaggio operaio di Panzano: una sorta di metonimia per identificare sia la struttura, l’Albergo impiegati, che l’intero quartiere di Panzano, nato e cresciuto all’ombra dei cantieri navali, ricordando due figure come il dottor Claudio Bianchi e il fotografo Giovanni Cividini.
Uno spazio che è stato aperto ieri, 18 febbraio, all’Europalace Hotel di via Callisto Cosulich 20 a Monfalcone grazie alla sinergia tra Comune di Monfalcone, Consorzio Culturale del Monfalconese/Ecomuseo Territori e in collaborazione con Europalace Hotel, BW Signature Collection / Urban Homy Group. All’inaugurazione sono il sindaco, Anna Maria Cisint, il presidente del Consorzio Culturale del Monfalconese, Davide Iannis, e Lorenzo Vidoni, direttore generale di Urban Homy Group e Direttore di Europalace Hotel, BW Signature Collection. Non solo, anche la dottoressa Violeta Borrelli e Diego Dotto dell’Associazione Esposti Amianto così come Alberto Cividini e Graziano Vinci, parenti del dottor Bianchi.
Come detto, “La Porta di Panzano”, questo il nome della mostra, è la Porta d’ingresso ideale al villaggio operaio di Panzano, uno spazio dedicato al racconto di tante storie che hanno, attraverso i profondi cambiamenti politici, sociali e culturali di più di un secolo di attività industriale, contribuito a costruire l’identità quello che è oggi il nostro Territorio.
Un racconto per immagini e brevi testi, materiali tratti dall'Archivio della Memoria del CCM, da cui partire per un coinvolgente e straordinario viaggio che accompagnerà i visitatori attraverso le vie del quartiere di Panzano al MuCa, primo e unico museo italiano dedicato alla cantieristica.
L’esposizione è l’occasione per rilanciare i progetti già in essere come i Cacciatori di Memorie, la Fototeca, l’Archivio della Memoria o l’Ecomuseo Territori, già attivi da anni al Consorzio e nei quali vivono ancor oggi le memoria di persone che hanno fatto la storia del territorio come il professor Claudio Bianchi e Giovanni Cividini.
Il presidente del Consorzio, Davide Iannis, ha ribadito l’importanza dell’esposizione inserita nel contesto dell’Ecomuseo Territori: “Collocarlo all’interno di una struttura come questa – così Iannis – vuol dire dare un preciso significato al nostro lavoro e a quello dell’ecomuseo. Il nostro lavoro è stato quello di raccontare le persone, parte fondamentale di Panzano”. Iannis ha sottolineato anche come “da qui partono le camminate storiche per ripercorrere la storia del rione operaio. Un segnale importante di come si possa guardare al territorio in un’ottica di passato e futuro anche, e non solo, in vista dell’importante appuntamento del 2025”.
“Panzano – sono state e parole del sindaco, Anna Cisint – voleva dire una schiera di opportunità quando il lavoro era umanamente valorizzato. Monfalcone è una lunga storia anche di cantiere ma di sofferenza nella tragedia dell’amianto che nel professor Bianchi ha visto un luminare in grado di denunciare, per primo, gli effetti negativi delle fibre”.
Il nome di Bianchi si lega indiscutibilmente alla ricerca sull’amianto. Responsabile dal 1979 del reparto di Anatomia Patologica presso l’Ospedale civile di Monfalcone, scelse di trasferirsi all’Ospedale San Polo da Trieste, dove era aiuto anziano dell’illustre professor Luigi Giarelli, per dedicarsi alla ricerca e allo studio dei numerosi casi di decessi e malattie asbestocorrelate. Fu tra i primi a denunciare la relazione tra l’uso di materiali contenenti amianto e l’insorgenza di casi clinici e grazie anche ai suoi studi nel 1992 il minerale killer fu messo al bando a livello nazionale con la legge n. 257 che ne vieta l’estrazione, l’importazione, la commercializzazione e la produzione di prodotti contenenti amianto, secondo un programma di dismissione il cui termine ultimo fu fissato al 28 aprile 1994. Nel 2017, dopo oltre cinquant’anni di attività e dopo pochi mesi dalla scomparsa del professor Bianchi, il suo ricco archivio, costruito in tanti anni di studio e fatto di documenti, osservazioni, appunti, fotografie e pubblicazioni, viene donato al Consorzio Culturale del Monfalconese con il quale il professore, già dagli anni ’90, aveva collaborato attivamente. Oggi l’archivio è conservato presso la Villa Vicentini Miniussi di Ronchi dei Legionari, sede del Consorzio, e in questa sede dello spazio dedicato sarà possibile consultarne i documenti e prendere visione di alcuni strumenti e arredi appartenuti all’illustre professore.
Cividini, invece, ha lasciato nel proprio fondo ben 2.300 immagini, scattate dal fotografo triestino di origini pordenonesi Giovanni Cividini (1879-1959) e dai suoi collaboratori nei diversi studi di cui fu titolare a Trieste, Pordenone e Monfalcone. Il nucleo principale della raccolta si compone di negativi su lastra di vetro e pellicola, in cui si descrive l’attività del CNT Cantiere Navale di Monfalcone - oggi Fincantieri - tra il 1920 e il 1950. Un racconto per immagini che ripercorre lo sviluppo industriale ed urbanistico della città. Particolare attenzione è stata riservata dal fotografo nel documentare l’espansione del villaggio operaio di Panzano, sorto per volere dei fratelli Cosulich a servizio del cantiere navale da loro fondato nel 1908. Il villaggio venne progettato dall’ingegner Dante Fornasir applicando i principi delle company town. Attraverso le riproduzione delle lastre di Giovanni Cividini, qui esposte: l’Albergo Operai, quello Impiegati, le ville, le case operaie, gli ambulatori medici, lo stadio, il teatro, le strutture scolastiche e per il tempo libero si potrà scoprire uno dei rari e integri esempi in Italia della cosiddetta «città giardino»: il quartiere di Panzano.
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