In piazza a San Canzian per essere solidali con le donne iraniane: la proposta

L'iniziativa parte dalla consigliere comunale Giorgia Deiuri in collaborazione con Alberto Proserpio, titolare di Capelli Mania.

Mahsa Amini: è nel suo nome che tantissime donne iraniane stanno manifestando ininterrottamente da giorni, tagliandosi i capelli o bruciando i loro veli in tutte le piazze del Paese. In Italia sono molte le associazioni che sono scese in piazza e sono state diverse le iniziative organizzate nel rispetto dei diritti umani, verità e giustizia e fine delle norme discriminatorie.

“Ecco perché ho deciso di organizzare un momento simbolico dal nome 𝐃𝐚𝐜𝐜𝐢 𝐮𝐧 𝐭𝐚𝐠𝐥𝐢𝐨 𝐞-𝐬𝐨𝐜𝐢𝐚𝐥”, sottolinea Giorgia Deiuri, capolista della lista civica La Nuova San Canzian. “L’obiettivo dell’incontro che si svolgerà domenica 23 Ottobre in piazza Venezia a San Canzian dalle 10:30 è quello di una maggior sensibilizzazione sulla tematica”.

“Nessun colore politico - prosegue Deiuri - ma un’iniziativa sentita su una tematica che riguarda l’uguaglianza tra le donne, non solo in Iran ma anche nella nostra società italiana, regionale e territoriale. Sempre più spesso si parla di uguaglianza di genere anche nelle aziende, ma alla fine dei conti, quanto detto non corrisponde ai fatti e alla realtà. Sempre di più servono delle politiche aziendali che tengano conto del gender equality, una cosa non del tutto banale”.

L’invito è rivolto a tutti, cittadini e mondo associativo, a partecipare e lasciare una ciocca di capelli, un gesto simbolico per lanciare un messaggio di solidarietà anche a San Canzian, “contro la repressione e le violenze in atto in Iran e per il riconoscimento dei diritti e delle libertà fondamentali delle donne”.

La battaglia verrà portata avanti sui social, viralizzandola, mostrando le donne che si tagliano ciocche di capelli in segno di protesta in collaborazione con Alberto Proserpio, titolare di Capelli Mania, salone di parrucchiere di San Canzian. “La libertà di scelta è un diritto, per donne e uomini e non deve mai venire meno”, conclude Deiuri.

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