Idea di bellezza - Come ho deciso di fare il bene

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Idea di bellezza - Come ho deciso di fare il bene

Di Luca Iacolettig • Pubblicato il 27 Apr 2025
Copertina per Idea di bellezza - Come ho deciso di fare il bene

Prosegue il cammino del Blog proposto da Luca Iacolettig. La riflessione di oggi verte sulla possibilità di scelta tra bene e male.

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Tempo di lettura

C’era un tempo in cui scelsi il male. Lo trovavo potente, seducente, ricco di frutti proibiti che mi attiravano irresistibilmente. Mi ci abbandonai con gioia. Ero all’apice delle mie ambizioni egoistiche, crogiolandomi nell’attenzione degli altri — soprattutto delle donne. Per qualcuno che non aveva mai riscosso particolare successo in quel campo, quell’improvvisa considerazione aveva il sapore di un miracolo. All’improvviso, uscivo agli appuntamenti e vivevo una vita che fino ad allora avevo solo sognato.

Ma poi, così rapidamente com’era sorta, l’illusione si sgretolò. La bolla scoppiò, e mi ritrovai a casa, distrutto, cercando di dare un senso alla rovina che avevo inflitto a me stesso e agli altri con le mie scelte.

Cosa feci? Non elencherò i miei errori — è meglio lasciarli nel silenzio. Ma posso dire questo: il male è seducente. Ha una dolcezza che può inebriare l’anima. Lo abbracciai completamente, lasciandomi trascinare in azioni contrarie alla fede, alla verità, alla compassione. Mentii, mi lasciai dominare dall’ira, trattai gli altri con durezza. E per un certo periodo, lo amavo. Il potere che ne derivava era esaltante.

Eppure, mentre mi illudevo di salire sempre più in alto su quel sentiero pericoloso, non mi accorsi che la terra sotto di me andava sgretolandosi. La vita cominciò a sfaldarsi. I rapporti si incrinarono, la pace svanì e le false promesse del male iniziarono a riecheggiare nella mia anima. Il male esige un prezzo. I suoi piaceri sono fugaci, ma il loro costo è immenso. Al contrario, la bontà — per quanto spesso richieda impegno e sacrificio — non lascia debiti in sospeso.

Alla fine, non potei più ignorare il richiamo a tornare indietro. Un giorno, spezzato e disperato, entrai in una chiesa. Lì, cercai conforto nello sguardo del Crocifisso — lo stesso Gesù che disse a una donna penitente: “I tuoi peccati sono perdonati. Va’, e non peccare più.” In quel momento, quella donna ero io. Io, peccatore indegno, mi inginocchiai davanti alla Croce, implorando misericordia.

E la misericordia giunse. Attraverso la confessione, aprii il mio cuore a un sacerdote e sentii il peso dei miei peccati sollevarsi.

Da quel momento, la mia vita è stata un alternarsi di alti e bassi. Ho cercato di fare il bene, ho compiuto il male. Sono andato in chiesa, e poi l’ho abbandonata — ancora una volta — per i piaceri del mondo. Ma alla fine, mi ritrovai davanti a una scelta definitiva: dire sì al male per sempre. E io non volevo quel destino. Sì, caddi ancora una volta nella sua trappola, ma venni salvato in extremis da persone che Dio pose sul mio cammino…

E oggi? Oggi ho finalmente scelto la bontà invece del male, la bellezza invece della bruttezza, l’integrità invece del caos di azioni mal costruite. Sono forse perfetto? Tutt’altro.

No, sono ancora un peccatore, un povero peccatore, ma il mio cuore è rivolto verso quella Fonte di Luce Divina, di Luce Increata, che è la ragione stessa per cui esistiamo. Per amare, e per diventare amici della Fonte di quella Luce. Perché quello è il piacere supremo: Dio. 

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