La guerra di Israele a Gaza chiude èStoria: Morris, Travaglio e Rampini a Gorizia

La guerra di Israele a Gaza chiude èStoria: Morris, Travaglio e Rampini a Gorizia

l'appuntamento

La guerra di Israele a Gaza chiude èStoria: Morris, Travaglio e Rampini a Gorizia

Di Timothy Dissegna • Pubblicato il 25 Mag 2024
Copertina per La guerra di Israele a Gaza chiude èStoria: Morris, Travaglio e Rampini a Gorizia

Lo storico e giornalista israeliano sarà ospite domani pomeriggio, insieme a Marco Travaglio e Federico Rampini, per parlare del conflitto in corso.

Condividi
Tempo di lettura

È il conflitto che, insieme a quello tra India e Pakistan nel Kashmir, è il più lungo di quelli attualmente in corso nel mondo. La storia che contrappone Israele e Palestina è contrassegnata da date emblematiche della tensione e soprattutto della violenza che ormai dal 1948 si contrappone in questa fetta di Medio Oriente. Un tema che non poteva certo rimanere fuori dai dibattiti del Festival internazionale èStoria, che domani (domenica 28 maggio alle 17.30) vedrà confrontarsi Marco Travaglio, Federico Rampini e Benny Morris.

Sul palco del Teatro Verdi di Gorizia, moderati dal giornalista della Tgr Fvg Antonio Di Bartolomeo, i tre partiranno da quel 7 ottobre 2023 che ha ulteriormente stravolto il precario status quo. Con un’azione combinata e fulminea terra-aria, i terroristi di Hamas colpiscono in maniera indiscriminata civili ebrei uccidendone più di un migliaio. Quello che è stato l’inizio di un’escalation, che ha in Gaza il suo simbolo martoriato, oggi trova riflesso negli obiettivi militari portati avanti dal governo di Benjamin Netanyahu.

Parlando di date, però, è lo stesso Morris - giornalista e storico israeliano - a indicare il 1948 come il punto d’inizio di tutto. «Molte delle persone che oggi vivono a Gaza - ci spiega - sono nipoti e pronipoti di rifugiati che lasciarono altri posti dopo quella data. Sono cresciuti odiando Israele». Arriva poi il 1967, anno di quella passata alla storia come la Guerra dei sei giorni: l’offensiva israeliana contro l’Egitto che permise a Tel Aviv di espandersi fino alla penisola del Sinai e la stessa Striscia, con un ulteriore esodo di palestinesi.

«Nella memoria della popolazione di Gaza questi fatti sono ancora vivi - rimarca lo storico - ma loro odiano Israele non solo per quanto è accaduto, ma per una posizione ideologica e ciò si è riflesso il 7 ottobre». Lo stesso ricorda anche la proposta israeliana, sostenuta dagli Stati Uniti di Bill Clinton, uscita dal Vertice di Camp David per realizzare finalmente due Stati: «Arafat, leader dell’Olp, la rifiutò e anche questo fatto è importante da ricordare. La Palestina voleva tutti i territori, un rifiuto ideologico di vivere con Israele».

Morris punta il dito quindi verso coloro che «vogliono creare un Paese islamico», a partire da Hamas. Oggi «una larga fetta della popolazione israeliana è pessimista sull’arrivo a una pace, soprattutto dopo il 7 ottobre», ben conti comunque che «molti israeliani dicono che la stessa Israele ha responsabilità in quanto accaduto. Molti accademici hanno condannato l’occupazione della West Bank», ma non c’è discussione all’interno del Paese su su quale sia, invece, l’obiettivo di Hamas: «Vuole distruggere Israele» .

Mentre all’estremo est del Mediterraneo infuria il conflitto, sono ormai diverse le università europee che hanno deciso di boicottare lo stato ebraico. «È una decisione stupida - condanna Morris - Hamas vuole convertire il mondo all’Islam. Negli atenei israeliani ci sono molte persone che vorrebbero trovare un compresso con gli arabi». Sul futuro, invece, difficile capire ora se lo scenario seguirà l’esempio del ’48: «L’Iran ora combatte una proxy war, non vedo però movimenti contro Israeli. Teheran non sta muovendo attori statali ma altre fazioni».

Foto Ted Eyta/Global Georgetown University

Rimani sempre aggiornato sulle ultime notizie dal Territorio, iscriviti al nostro canale Telegram e Whatsapp, seguici su Facebook o su Instagram! Per segnalazioni (anche Whatsapp e Telegram) la redazione de Il Goriziano è contattabile al +39 328 663 0311.

Articoli correlati
...
Occhiello

Notizia 1 sezione

...
Occhiello

Notizia 2 sezione

...
Occhiello

Notizia 3 sezione