L'evento
Grado, rinnovata la processione con la reliquia della Santa Croce
Nel tragitto monsignor Nutarelli ha ricordato come il «primo santo canonizzato da Dio è stato un ladro». Stasera la Veglia alle 20.
Rinnovata la tradizionale processione a Grado con la Stauroteca, la Reliquia della Santa Croce donata, secondo la tradizione, dall’imperatore Eraclio al Patriarca di Grado, Primigenio, attorno all'anno 630. Un percorso accompagnato dalla Banda Civica Città di Grado assieme alla Corale Santa Cecilia con i Portatori della Madonna di Barbana tra le vie del centro cittadino. Tanti anche i giovani dei vari gruppi presenti per la processione serale, conclusasi in Basilica con la benedizione e il silenzio mentre quasi un migliaio i fedeli che hanno seguito il corteo.
“Quando siamo sulla croce, come i condannati, possiamo bestemmiare e maledire il nome di Dio o, come l’altro ladro, dire «Ricordati di me, Signore, in Paradiso». Non chiede la salvezza, gli basa un ricordo, troppo sangue e troppe menzogne nel suo passato per osare tanto. Eppure, il Signore accetta questa sfacciataggine e, garbatamente lo salva”, ha ricordato monsignor Paolo Nutarelli durante le tre soste di meditazione lungo il percorso. “Il primo santo ufficialmente canonizzato da Dio è un ladro: abbiamo qualche speranza”.
La reliquia della Stauroteca, di fatto, è non solo un’opera di fede ma anche d’arte. Come ricorda il professor Sergio Tavano, risale al VII secolo. Sottili lamine d’argento parzialmente dorate rivestono il supporto ligneo quadrato e delimitano l’incavo dove è inserito un grande frammento del Sacro Legno, tagliato in tre pezzi e ricomposto nella forma della croce patriarcale a due bracci diseguali e traversi legati con fili d’oro e otto perle. Lamine auree lisce rivestono le sei estremità della reliquia.
Il motivo della croce è protagonista della decorazione: due croci greche con un piccolo globo posto sulle terminazioni sono incise ai lati del braccio maggiore. A forma di croce sono anche i monogrammi in lettere greche, chiusi da clipei punteggiati, incisi sulle quattro placche angolari dorate che costituiscono il rivestimento frontale del reliquiario. Dal loro scioglimento si ricavano sia l’ambito di provenienza che la cronologia dell’oggetto: Kyrie boethei to so doulo Styliano magistro. Ci si riferisce in questo caso al magister officiorum, ovvero all’alto funzionario che sovrintendeva ai principali atti della corte bizantina in materia di cerimoniale e di rapporti diplomatici.
Appuntamento, ora, stasera alle 20.30 con la Veglia Pasquale e domani con l'orario festivo: alle 10 la Corale Orchestrale Santa Cecilia eseguirà la Messa in onore di Sant'Antonio composta nel 1865 da Luigi Ricci per la Cappella Civica di Trieste.
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