La festa
Grado in festa per i 25 anni di sacerdozio di monsignor Nutarelli, Cormons e Cervignano in trasferta
Affollata la basilica patriarcale per la celebrazione delle 18.30. Don Nicola, «la vita contemplativa è parte importante della società».
L’altare e la basilica solenni, gli amici presenti a decine, così come le comunità di Grado, Cervignano e Cormons. E, nel cuore, tanta gioia, visibile per un don Paolo Nutarelli emozionato nel festeggiare, domenica 12 giugno, i suoi primi venticinque anni di sacerdozio. Grande festa, dunque, nella millenaria basilica patriarcale di Sant’Eufemia in Grado per la celebrazione delle 18.30 mentre i fedeli gradesi hanno potuto festeggiarlo sabato 11 alle 20 nella chiesa di San Crisogono con l’accompagnamento del Coro don Luigi Pontel.
Vari i confratelli giunti sull’Isola per festeggiare assieme a monsignor Nutarelli il traguardo del quarto di secolo da sacerdote, non ultimo il novello sacerdote don Francesco Vitale che proprio il 12 giugno mattina ha celebrato a Cormons la propria prima Messa. Ad accompagnare la celebrazione la Corale Orchestrale Santa Cecilia che ha eseguito la Messa Santa Caterina di Giuseppe Rota, unita a brani popolari e d’autore come l’Exultate Deo di Giovanni Battista Candotti, recuperato dopo una decina d’anni d’oblio. Servizio liturgico, invece, curato dai Portatori della Madonna di Barbana assieme a giovani di Cormons e Grado.
Nell’omelia, don Nicola Ban ha sottolineato l’importanza della figura del sacerdote. “Quando battezzi, assolvi, celebri la messa, è oggi che Dio si dona a noi, si prende cura delle nostre ferite. Visto da fuori può anche sembrare del tempo perso ma visto da dentro, con gli occhi di chi ama, è altra cosa. Cercare di contemplare il mistero di Dio può sembrare qualcosa di poco pratico e che ha poca incidenza nella vita. Per chi ama veramente è qualcosa di vitale”, ha concluso Ban.
“25 anni sono una tappa nella quale, per qualche istante, bisogna fermarsi e guardare la strada fatta per poi, con rinnovato entusiasmo, riprendere il passo certi che tutti noi siamo nelle mani Dio, quel Dio che Gesù è venuto a raccontarci gioia, vita, dono”, ha raccontato monsignor Nutarelli nei ringraziamento. “Per me questi anni sono stati un grande dono fatto di esperienze, volti, emozioni nelle quali sento presente l’abbraccio del Signore. La Provvidenza vuole che celebri questa mia tappa importante della vita sull’altare dove ho celebrato la prima Santa Messa”.
Don Paolo ha anche ricordato varie figure che lo hanno accompagnato, da monsignor Silvano Fain a don Nino Carletti fino a monsignor Silvano Cocolin e don Fausto Furlanut. Il ricordo è andato anche al padre e ai parenti presenti in basilica.
“L’augurio per me e per tutti voi – ha proseguito Nutarelli - è di rispondere con gioia alla propria vocazione, che tra le altre sottolineature è sempre una chiamata alla felicità ovvero realizzare pienamente la nostra vita. Essere felici significa trovare la forza nel perdono, la speranza nelle battaglie, la sicurezza nella fase della paura, l'amore nella discordia. Essere felici è viaggiare dentro se stessi. È attraversare i deserti, ma essere in grado di trovare un'oasi nel profondo dell'anima. È ringraziare Dio ogni mattina per il miracolo della vita. Non importa se siamo preti o suore o sposi o fidanzati o qualsiasi cosa. Ciò che importa è di non rinunciare mai alla felicità, alla sua ricerca. Perché la vita è uno spettacolo incredibile al quale il Signore ci ha chiamato per lasciare una traccia di bello e di buono nella storia e nel cuore delle persone”.
Oltre alla benedizione apostolica, giunta direttamente da Roma, è arrivato anche il saluto dall’arcivescovo metropolita di Gorizia, monsignor Carlo Roberto Maria Redaelli, lette da don Gianni Medeot. “25 anni sono un periodo significativo della vita, soprattutto in questo tempo che papa Francesco ha spesso definito un cambio d'epoca, con le sue difficoltà e fatiche”, ha ricordato monsignor Redaelli. “Anche la Chiesa vive il travaglio di questi anni nella speranza, anzi nella certezza che le viene dalla fede nel Signore, che si tratti non di un'agonia che porta alla morte, ma di un travaglio che conduce al parto di una realtà nuova, ancora più bella e sorprendente. I sacerdoti con le loro comunità vivono questa situazione non sempre facile, ma trovano nel Vangelo la forza per andare avanti nel loro servizio alla Chiesa con dedizione, coraggio e anche capacità inventiva. Don Paolo ha vissuto questi primi 25 anni del suo sacerdozio così, dedicandosi con intelligenza e impegno alle diverse comunità cui il vescovo lo ha destinato. E di questo lo ringrazio anche a nome dell'intera diocesi”.
"Ora sta vivendo gli anni della maturità del suo presbiterato e sono certo che il Signore gli donerà ancora abbondanti grazie per affrontare gli impegni pastorali che gli sono affidati. Sono altrettanto certo che tutti i fedeli, in particolare coloro che gli sono più vicini, non mancheranno di assicurargli stima, affetto, sostegno e collaborazione. Invoco per tutti Voi e in particolare su don Paolo la benedizione del Signore”, ha concluso Redaelli.
Celebrazione eucaristica conclusa, un breve concerto della banda civica ha accompagnato i presenti al momento conviviale nell’atrio dell’asilo parrocchiale.
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