Grado, il dono non va in vacanza ma si sposta all'esterno della spiaggia

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L'occasione

Grado, il dono non va in vacanza ma si sposta all'esterno della spiaggia

Di Ivan Bianchi • Pubblicato il 30 Lug 2022
Copertina per Grado, il dono non va in vacanza ma si sposta all'esterno della spiaggia

Prima volta per un'autoemoteca a pochi passi dalla spiaggia, «sia un esempio a livello nazionale». Preoccupazione per le scorte di sangue.

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Un segnale importante e di grande impatto: per tutta la mattinata l’autoemoteca “Bragagnolo” è stata parcheggiata – attiva e con donatori sempre presenti all’interno – di fronte l’ingresso principale della spiaggia di Grado. “#Ladonazionenonvainvacanza”, questo l’hashtag promosso dalla Fidas Isontina e presa alla lettera dalla sezione gradese che ha voluto mandare un messaggio non solo ai gradesi che ancora non donano ma anche ai numerosi turisti, italiani, austriaci, tedeschi e di ogni nazionalità, che si trovavano a passeggiare nella zona dell’ingresso Git. Tra i donatori anche l’assessore Renato Bonaldo e il parroco monsignor Paolo Nutarelli.

“L’autoemoteca davanti l’ingresso principale della spiaggia è per richiamare l’attenzione al dono ma anche per testimoniare la coesione tra la sezione di Grado e la realtà dell’Isola con un numero di donatori che è sempre molto alto e con affluenze importanti ai vari momenti”, racconta il presidente della sezione gradese della Fidas Isontina, Gianluca Pastoricchio. “La donazione non deve mai andare in vacanza: in questo particolare momento c’è bisogno di sangue e si sa che l’estate è sempre un momento critico per il sistema trasfusionale nazionale. Noi, in un momento in cui a Grado ci sono tanti turisti, abbiamo voluto richiamare l’attenzione proprio sul dono”.

Ma la sezione gradese della Fidas Isontina non si ferma qui: “Dopo due anni abbiamo ripreso tutte le attività di socialità, fondamentali per il nostro sodalizio e ci prepariamo, tra settembre e novembre, a festeggiare il 55esimo anno di fondazione”, conclude Pastoricchio.

Per Feliciano Medeot, presidente della Fidas Isontina, non è un momento importante solo per l’ex provincia di Gorizia ma “per tutto il movimento di dono del Friuli Venezia Giulia. Grado è uno dei punti turistici maggiori a livello regionale: l’autoemoteca di fronte alla spiaggia è un messaggio importante perché chiunque sia entrato in spiaggia ha avuto modo di vederla e almeno ha ricevuto un piccolo input. In tanti si sono fermati a chiedere informazioni e non può che far piacere”.

Un messaggio ancor più importante vista la necessità di sangue ed emocomponenti a livello nazionale e regionale, sottolineato in primis dal direttore del Centro Nazionale Sangue, Vincenzo De Angelis. “È un momento critico molto difficile: spero che questo sia un ottimo esempio e che si ripeta in tutte le spiagge italiane. Il covid ha reso ancor più difficili le nostre operazioni che in estate sono sempre difficili”. Le scorte in Italia non sono messe bene: “Abbiamo ricevuto segnalazioni che malati talassemici ricevono metà delle dosi necessarie per poter vivere. Prima di partire per le vacanze sarebbe bello ci si ricordasse di chi non ci può andare perché attende una trasfusione”, così De Angelis.

Gli fa eco Cristina Melli, direttore facente funzioni del Centro Unico Regionale di Produzione Emocomponenti, che auspica un migliore coordinamento a livello regionale tra i centri trasfusionali fissi e le autoemoteche. “Bisogna rendere ancora più efficiente la raccolta di sangue ed emocomponenti ma soprattutto del plasma che nella nostra Regione è estremamente deficitaria e carente”. Melli invita ancora una volta al dono: “Non dimentichiamoci anche d’estate di andare a donare e pensare che la nostra donazione è finalizzata al bene e alla salvaguardia di un paziente ed è uno strumento per salvare la vita di milioni di pazienti che quotidianamente affollano i nostri ospedali e che aspettano la terapia”.

La donazione è stata anche il momento per ringraziare, prima del pensionamento, la storica infermiera Alida Perna che, dal 1996, prima al centro trasfusionale di Gorizia e poi per il Curpe di Palmanova, ha lavorato incessantemente con il dono del sangue. Un corridoio di donatori ha voluto farle dono di un simbolico mazzo di rose, rosse come il sangue che ancora dà vita e speranza a migliaia e migliaia di malati. 

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