Grado e Aquileia festeggiano Ermacora e Fortunato. Il cardinal Betori: «Istituzioni deboli per la pace»

Grado e Aquileia festeggiano Ermacora e Fortunato. Il cardinal Betori: «Istituzioni deboli per la pace»

Le celebrazioni

Grado e Aquileia festeggiano Ermacora e Fortunato. Il cardinal Betori: «Istituzioni deboli per la pace»

Di Ivan Bianchi • Pubblicato il 13 Lug 2022
Copertina per Grado e Aquileia festeggiano Ermacora e Fortunato. Il cardinal Betori: «Istituzioni deboli per la pace»

Sull'Isola parroco colto da lieve malore ma subito ristabilito. La Sardelada raccoglie i fondi per la nuova ammiraglia per il Perdon.

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Una storia che mescola fede e storia, e anche un pizzico di leggenda, quella dei patroni Ermacora e Fortunato, due santi aquileiesi alla base del cristianesimo friulano e non solo. Due figure legate alla terra che ne ha visto scorrere il sangue e, per secoli, venerare il culto. Aquileia, Grado, Udine ma anche, da qualche tempo, anche la Regione Friuli-Venezia Giulia ha deciso di inserirli come propri patroni ufficiali.

Così, tra le varie celebrazioni dei paesi che invocano la protezione del vescovo Ermacora e del diacono Fortunato, le due basiliche patriarcali di Aquileia e Grado hanno solennizzato la ricorrenza con le celebrazioni.

Ad Aquileia il cardinale monsignor Giuseppe Betori, arcivescovo di Firenze, ha presieduto la solenne liturgia delle 20, accompagnata dalla Cappella Musicale Pontificia Sistina, in regione per un tour liturgico-concertistico. Betori ha voluto, nell’omelia, ricordare le immagini della guerra e, partendo dal Concilio Vaticano II, arrivare a Giorgio La Pira, già sindaco di Firenze che, durante i suoi mandati, ebbe modo di proporre numerosi incontro dedicati alla pace. Secondo Betori, i popoli del Mediterraneo hanno un’eredità divina e umana, religiosa e civile da seguire per mantenere quel bene fragile che è la pace.

“Un’eredità da cui nasce una ben precisa idea di uomo e di fratellanza universale: l’attenzione per la dignità di ogni essere umano, soprattutto dei più fragili e indifesi; la spinta verso il dialogo e l’incontro fra i popoli; la cura del creato come “casa comune”; la promozione della pace nel mondo”, così l’arcivescovo Betori.

La pace, appunto, che deve essere mantenuta anche grazie a organi sovranazionali: “In un mondo globalizzato, in cui appare evidente l’interdipendenza economica, energetica, non solo tra Paesi ma tra continenti, comprendiamo quanto sarebbe importante il ruolo di organismi sovranazionali che avessero l’autorità e i mezzi per intervenire come forza pacificatrice nelle controverse internazionali. Organismi di cui invece notiamo, purtroppo, la debolezza e l’inadeguatezza”.

Messaggi di pace anche dalla vicina Grado con la celebrazione delle 18.30: per una lieve colica il parroco, monsignor Paolo Nutarelli, sceso appositamente da Fusine, dove si trovava con i ragazzi delle comunità di Grado e Cormons per il consueto campo estivo, per celebrare la Messa Solenne, si è ritrovato a dover chiedere una sostituzione dell’ultimo minuto a don Gianni Medeot. Monsignor Nutarelli, dopo una breve visita all’ospedale, è poi tornato a fine celebrazione per rassicurare i fedeli.

Ad accompagnare la celebrazione la Corale Orchestrale Santa Cecilia mentre all’esterno, prima del concerto della Banda Civica Città di Grado, la Sardelada organizzata dall’Associazione Portatori della Madonna di Barbana. Momento di festa ma anche necessario a raccogliere fondi per l’acquisto della nuova ammiraglia per il Perdon, progetto annunciato e portato avanti dallo stesso sodalizio. Sardelada ritornata dopo due anni di stop causa pandemia ma che ha visto un ottimo afflusso di persone e che proseguirà anche nel fine settimana nelle serate di venerdì 15, sabato 16 e domenica 17 luglio.

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