al Nuovo Teatro Comunale
Gradisca, i migliori produttori di vini dolci e passiti: ecco i protagonisti del Gran Premio Noé
Stamane l’importante cerimonia: oltre che a Helmut Köhler, sono state premiate sette aziende, enti e famiglie del Friuli Venezia Giulia.
Giunto alla sua cinquantanovesima edizione, anche quest’anno il Gran Premio Noé ha riunito a Gradisca D’Isonzo le eccellenze del mondo vitivinicolo regionale per degustazioni, presentazioni e per l’usuale cerimonia di premiazione delle aziende produttrici e degli enti del Friuli Venezia Giulia che più si sono distinti nel settore. La cerimonia, cominciata alle 11 al Nuovo Teatro Comunale, è stata presentata da Stefano Cosma, direttore del mensile “Fuocolento”; hanno commentato l’evento e assegnato i premi il sindaco di Gradisca Alessandro Pagotto, l’assessore alla cultura Marco Zanolla e l’assessore regionale alle risorse agroalimentari Stefano Zannier. Presenti tra il pubblico in sala anche i consiglieri regionali Enrico Bullian e Diego Bernardis.
«Ogni anno, per tradizione, il Premio Noé si concentra su un tema specifico – ha esordito Cosma - questa edizione è dedicata ai vini dolci e passiti, detti anche da dessert o da meditazione, che talvolta vengono relegati allo status di fine pasto e di conseguenza poco valorizzati». Vini che hanno però un’importanza storica nel panorama regionale, come emerso da alcuni aneddoti raccontati ieri in apertura al Premio da Helmut Köcher, fondatore del Merano WineFestival. «Storicamente il Picolit del Friuli è un’eccellenza vinicola regionale, lo si ritrova in varie memorie di visitatori del Settecento e dell’Ottocento, addirittura Beethoven raccontò di averlo consumato assieme alle ostriche triestine – ha proseguito il direttore di “Fuocolento” - ci auguriamo dunque che questa sia un’occasione per dare un palcoscenico a vini come Ramandolo, Verduzzo, Traminer Passito e Moscato, permettendo ai produttori di avere un nuovo spazio commerciale».
«Dal 1965 il Gran Premio Noé è un momento importante per Gradisca per celebrare e ringraziare tutto il mondo vitivinicolo per l’impegno, la passione e il rapporto intimo che mantiene con il territorio prendendosene cura giornalmente – le parole del sindaco Pagotto – attraverso i prodotti vitivinicoli siamo in grado di raccontare persone, storia e cultura con positive ricadute economiche e sociali e di promozione turistica su tutta la comunità». Sentimento condiviso anche dall’assessore regionale Zannier: «Penso sempre ai nostri vini regionali come tessere di un mosaico: ogni tipologia e denominazione costituisce un disegno più grande e articolato ed è sulla comunicazione di questa ricchezza ed eccellenza che dobbiamo sempre più focalizzarci».
Si è giunti così all’assegnazione dei prestigiosi riconoscimenti, quattro targhe e tre statuette – la quarta è stata assegnata ieri a Helmut Köcher per il suo grandissimo contributo nel mondo vinicolo. L’azienda agricola “Aquila del Torre” di Povoletto ha ricevuto la prima targa, per il suo approccio rispettoso dell’ambiente e la sua capacità di coniugarsi alle evoluzioni del mercato globale mantenendo comunque una gestione familiare. Di seguito è stato premiato Giovanni Dri dell’azienda agricola di Nimis “Il Roncat”: “veterano” del Premio Noé, negli anni Dri ha diffuso a livello regionale e soprattutto nazionale il prestigio e la qualità del verduzzo di Ramandolo. Insignita del riconoscimento anche l’azienda “Lenardon” di Muggia, specializzata in vini autoctoni dal sapore inconfondibile e legati alla tradizione muggesano-istriana come il Moscato Rosa. L’ultima targa è andata all’azienda agricola di Cormons “Ronco del Gelso” della famiglia Badin, cresciuta in due decenni fino a toccare la quota di produzione di 150mila bottiglie all’anno e ad affermarsi fra le più grandi realtà vinicole dell’Isontino.
Le tre iconiche statuette sono state poi assegnate dall’assessore di Gradisca Paola Coccolo all’azienda vinicola e fattoria didattica della pedemontana pordenonese “Emilio Bulfon” per la promozione storico-culturale del territorio, al Consorzio di Tutela Vini Friuli Colli Orientali e Ramandolo per la rilevante commercializzazione all’estero della produzione societaria e, infine, alla famiglia dei Conti Pace-Perusini, impegnata nella produzione e nella tutela di vitigni sui colli del Friuli Orientale nel solco di una secolare tradizione.
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