Gradisca, il parco di via Pian dedicato a Rossella Casini «contro le mafie»

Gradisca, il parco di via Pian dedicato a Rossella Casini «contro le mafie»

La cerimonia

Gradisca, il parco di via Pian dedicato a Rossella Casini «contro le mafie»

Di Ivan Bianchi • Pubblicato il 22 Mag 2023
Copertina per Gradisca, il parco di via Pian dedicato a Rossella Casini «contro le mafie»

Il nome è stato scelto dai giovani della prima edizione di 'Una notte al comando' nel 2022. Segue il laboratorio di street art.

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Sarà intitolato ufficialmente domani, 22 maggio, a Rossella Casini il parco di via Pian a Gradisca d’Isonzo. Una scelta che arriva dopo il successo della seconda edizione di “Una notte al comando”, l’iniziativa che ha portato grandi e piccini, e a dormire anche i ragazzi e le ragazze del gruppo scout “Gradisca 1”, all’interno del comando della polizia locale della Fortezza. La scelta di Rossella Casini, vittima delle mafie, arriva nel trentunesimo anniversario della strage di Capaci del 23 maggio 1992.

Il nome della Casini, uccisa il 22 febbraio del 1981 in Calabria dalla famiglia del moroso Francesco, appartenente alle organizzazioni mafiose locali del paese di Palmi. “Il movente che Concetta Frisina (sorella di Francesco) aveva per fare uccidere la futura cognata è imponente, mastodontico, innegabile. Rossella Casini, in una paradossale lettura dei fatti in cui i valori sociali si ribaltano, era colei che aveva gettato il disonore sulla “onorata” famiglia Frisina... Una famiglia non solo “in odore di mafia”, ma la cui appartenenza associativa è già stata acclarata da accertamenti giudiziari che hanno l’autorità di giudicato [...]. Una famiglia di cui la professoressa Frisina ha recepito senza sbavature e senza défaillances ogni insegnamento, primo fra tutti quello dell’omertà”, così la sentenza della Corte di Assise di Palmi.

Un progetto, che ha ispirato anche il progetto di street art realizzata proprio nel parco che domani sarà intitolato a Casini, è quello della restituzione del volto di Rossella. Un appello lanciato da Libera Toscana in occasione della Giornata della Memoria e dell’Impegno del 2013 celebrata a Firenze, ha fatto sì che si ritrovasse una fotografia di Rossella e permettere a tutti di conoscere il suo volto. Una fototessera in bianco e nero del suo libretto universitario ha restituito un volto alla storia di questa giovane donna che ha creduto fino alla fine nell’amore e nella giustizia.

Nel 2014 Repubblica ha pubblicato la web serie "Verso il domicilio sconosciuto" della giornalista e documentarista Emanuela Gasbarroni che racconta la storia di Rossella. I presidi di Libera a Palmi, a Viareggio, a Castagneto Carducci e a Pavia sono dedicati alla sua memoria. Così come lo è la UniRiMi (Università della Ricerca, della Memoria e dell’Impegno) a Limbadi, che ha sede in un bene confiscato alla ‘ndrangheta. In occasione della festa della Repubblica del 2019, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha insignito Rossella della Medaglia d’oro al valore civile: “Studentessa universitaria fiorentina, legatasi sentimentalmente a un uomo rivelatosi successivamente esponente della malavita calabrese, pur consapevole dei gravi rischi, lottò tenacemente per convincere il fidanzato a troncare ogni legame con il mondo criminale, rivelando all’Autorità giudiziaria quanto appresso dallo stesso sulla cosca di appartenenza”, così la motivazione.

Sono stati proprio i giovani del gruppo scout a scegliere l’intitolazione, che ha ricevuto anche il pacet da parte della Deputazione di storia patria della Venezia Giulia, nella prima edizione di Una notte al comando. L’opera di street art, realizzata all’interno di un progetto artistico con Mara e Jacopo Fella, con la collaborazione di Mattia Campo dall’Orto per Macross, “restituisce con delicatezza memoria e impegno collettivo, sorellanza e rispetto”, racconta l’assessora Francesca Colombi.

“L’opera rende infatti omaggio a Rossella Casini ed alle donne che ne hanno voluto preservare la memoria, in particolare trae ispirazione dalla ricerca effettuata da Anna D’Amico ed Edi Ferrari, che si sono adoperate per ritrovare una foto della giovane ragazza vittima della mafia ed associare a quel nome finalmente anche un volto. Il lavoro raffigura due mani che porgono all’osservatore la preziosa fotografia appena ritrovata, in un gesto che con cura e delicatezza ne vuole sottolineare il valore simbolico. Sullo sfondo, le case rappresentano il percorso di ricerca; il tratto con il quale sono dipinte richiama le illustrazioni per l’infanzia e dialoga con il contesto, essendo il parco frequentato da bambini e giovanissimi che lì si ritrovano”, conclude Colombi.  

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