Gorizia, torna il Panettone del Conte per salvare la scrivania dei Coronini

Gorizia, torna il Panettone del Conte per salvare la scrivania dei Coronini

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Gorizia, torna il Panettone del Conte per salvare la scrivania dei Coronini

Di Timothy Dissegna • Pubblicato il 17 Nov 2022
Copertina per Gorizia, torna il Panettone del Conte per salvare la scrivania dei Coronini

Rinnovata la collaborazione tra Fondazione e Oca golosa, nel 2021 venduti 700 panettoni.

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La Fondazione Coronini Cromberg rilancia per il sesto anno l’iniziativa de “Il panettone del Conte”, rinnovando la collaborazione con la pasticceria Oca golosa di Gorizia. Anche quest’anno, sarà possibile acquistare il dolce realizzato artigianalmente dalla bottega di corso Italia, contribuendo al restauro di un prezioso reperto conservato nel museo della villa. Quest’anno, la scelta è ricaduta sulla preziosa scrivania del 1698 dell’olandese Michiel Verbist, il cui stato richiede un importante intervento di recupero.

Si tratta di una delle poche opere di questo genere presenti in Italia, mentre lo stile è molto più presente nella stessa Olanda e nel Nord Europa. Per riuscire a riportala all’antico splendore, la restauratrice Elisabetta Ceccaroni avrà bisogno di molto tempo, vista la complessità del lavoro. Come spiegato da lei stessa presentando oggi l’iniziativa, è “rarissimo poter mettere mano a questo tipo di arredi. La scriva è caratterizzata da una capacità tecnica incredibile, con degli intarsi minuziosi”, alcuni dei quali ormai perduti.

A causa del tempo ma soprattutto della mano del falegname che la realizzò - “meno esperto del progettista” come ha sottolineato l’esperta - alcuni punti infatti hanno subito inevitabili trasformazioni. Su come procedere, decidendo se seguire l’impostazione originale o recuperando solo quanto fatto originariamente - sarà al Sovrintendenza a decidere, seguendo passo a passo il percorso. Nel frattempo, rimane l’ammirazione per il reperto realizzato con la tecnica Boulle, ossia una complessa decorazione in tartaruga e metallo, di solito ottone o peltro.

Il nome deriva dal francese André-Charles Boulle, ebanista del re alla corte di Luigi XIV, al quale spettano alcuni dei mobili più ricchi sontuosi realizzati per il Re Sole. A rendere ancora più unico il tutto, è la firma apposta dal progettista sul legno, ancora oggi visibile, mentre sono numerosi i cassetti e le aperture, anche nascoste. Le notevoli variazioni di temperatura e umidità hanno favorito, nel tempo, la deformazione, il sollevamento e il successivo distacco di un significativo numero di intarsi. Ad oggi, la lastronatura in tartaruga è screpolata.

È infatti sbeccata in più punti e lacunosa in altri, lasciando intravedere la carta sottostante tinta di rosso. Il basamento e le gambe hanno elementi in peltro scollati e mancanti; i capitelli dorati hanno lacune e sollevamenti dello strato di preparazione. La lucidatura è quasi completamente compromessa. Tutte le parti metalliche sono ossidate e il gioco cromatico non è più chiaramente leggibile. L’intervento di restauro, oltre a consolidare la struttura lignea, sarà incentrato sul recupero, il fissaggio e l’integrazione degli elementi decorativi.

A questi verrà restituita l’originaria lucidatura che è un aspetto caratteristico di questo tipo di mobili. “Ci siamo chiesti cosa fare per contribuire ad aiutare la cultura della nostra città - ha spiegato Federico De Luca, titolare dell’Oca golosa - La collaborazione con la Fondazione è nata per gioco, ma siamo riusciti a trasmette dei concetti importanti e l’anno scorso abbiamo raggiunto il record di vendite e di ricavato”, con 700 prodotti venduti in tutta Italia. A trainare sono state molte aziende, regalando poi il dolce anche all’estero.

Un dono che rende “questo panettone un volano della nostra città - ancora il pasticcere -, in pochi giorni la mia squadra ha ricevuto ordini da tutta Italia”. Oltre al prodotto in sé, si potrà contribuire alla raccolta fondi anche acquistando altri dolci dell’emporio, con lo stesso che aggiungerà la stessa somma della vendita al computo. Nel panettone, inoltre, ci sarà anche un biglietto omaggio per il museo da usare entro un anno. Plauso all’iniziativa è arrivato dal sindaco nonché presidente della Fondazione, Rodolfo Ziberna.

“Federico non si è mai fermato - così il primo cittadino - e se non avesse qualità non venderebbe i suoi prodotti. Sono eccellenze che producono cultura, lui è un imprenditore che ha spostato un’idea”. Come rilevato dalla curatrice Cristina Bragaglia, “il mobile da restaurare è il più prezioso della collezione”, scegliendo questa volta di non unire l’intervento a una mostra prossima all’allestimento come fatto in passato. In ogni caso, l’obiettivo è poter terminare il lavoro il prima possibile, per poi trovare la sala adatta per rendere il giusto merito.

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