Gorizia, lo storico Davide Conti parla dei 'nemici della Repubblica'

Gorizia, lo storico Davide Conti parla dei 'nemici della Repubblica'

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Gorizia, lo storico Davide Conti parla dei 'nemici della Repubblica'

Di Daniele Tibaldi • Pubblicato il 07 Feb 2024
Copertina per Gorizia, lo storico Davide Conti parla dei 'nemici della Repubblica'

Lo storico torna in città ospite dell'Anpi, in occasione del Giorno del ricordo, guardando in particolare all'avanzata delle destre in Europa.

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In vista della prossima Giornata del ricordo delle vittime delle foibe, torna a Gorizia lo storico Davide Conti, già consulente dell’Archivio storico del Senato, nonché autore di diverse pubblicazioni, tra cui “Sull’uso pubblico della storia”, edita da Multiverso nel 2021. E anche quest’anno il tema della sua conferenza, organizzata dalla sezione isontina dell’Associazione nazionale dei partigiani d’Italia (Anpi), si svilupperà sul calendario civile e sull’uso strumentale delle leggi della memoria.

L’incontro si svolgerà in una sala del Kinemax di piazza Vittoria venerdì 9 febbraio, alle 17. Se l’anno scorso (nella foto), a preoccupare di più lo studioso era «l’abuso che, dagli anni Novanta in poi, si è fatto del calendario civile e della storia», venerdì Conti si soffermerà «sull’avanzata delle destre in Europa – anticipa l’Anpi – e di quelli che in Italia sono stati i “nemici della Repubblica” sin dai primi anni del secondo dopoguerra».

Tema che lo storico padroneggia molto bene, essendo stato chiamato come consulente sia della Procura di Bologna per la strage della stazione ferroviaria del 1980, dalla Procura di Brescia per la strage di piazza della Loggia del 1974. Entrambi episodi terroristici di matrice neofascista ascrivibili a quella che è oggi nota come la Strategia della tensione degli anni di piombo.

Nella lettura dell’Anpi «le loro idee riemergono ancora oggi, in un terreno politico che da quel passato fa fatica a prendere le distanze». Sull’argomento Conti ha già scritto parecchio: “L’anima nera della Repubblica” (Laterza 2013); “Gli uomini di Mussolini” (Einaudi 2018) e “L’Italia di Piazza Fontana” (Einaudi 2020).

Riguardo al calendario civile, numerose saranno le date che lo storico andrà a esaminare sotto la lente d’ingrandimento, oltre a quella del 10 febbraio. Per esempio, ci si interrogherà sul senso di celebrare le vittime del terrorismo in Italia l’anniversario del ritrovamento del corpo di Aldo Moro, ucciso dalle Brigate rosse, «dopo almeno tre lustri di stragi – sottolinea Conti – perpetrate dal cuore dello Stato in questo Paese».

Perplessità che riguardano anche la recente scelta della data celebrativa del Corpo deli alpini. «Questo corpo – ricorda lo scrittore – fu certamente tra i protagonisti della guerra di Liberazione: partirono come alpini per la Russia e in molti tornarono come comandanti partigiani. Si distinsero anche nelle operazioni di soccorso ai terremotati in Friuli. Eppure, la data scelta, il 26 gennaio 1943, è commemorativa di una battaglia vinta nel contesto dell’operazione Barbarossa, con cui i nazisti e i fascisti aggredirono la Russia».

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