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Gli spazi inutilizzati dell'Ente Fiera a Gorizia, un solo padiglione per il 2025
Sono necessari 100mila euro all'anno solo per tenere chiusa l'area, resta ancora lontano un pieno recupero per i molti interventi da eseguire.
Quale sarà il futuro del quartiere fieristico di Gorizia? Una domanda che la città si pone ormai da anni e che riguarda da vicino Comune e Camera di commercio, i due enti proprietari dell’aria in via della Barca. A riaccendere i riflettori sul tema è la notizia del prossimo arrivo di un supermercato nei pressi, ma soprattutto la conta degli spazi disponibili per gli eventi della Capitale europea della cultura 2025. Quella posta all’ingresso della città arrivando da Lucinico, infatti, potrebbe essere un’area centrale.
Il nocciolo del problema, però, è l’alto numero di interventi necessari per recuperare i capannoni presenti, come spiegato dallo stesso presidente della Camera di commercio della Venezia Giulia, Antonio Paoletti. «Questo è un tema che ho affrontato fin dall’inizio del mio primo mandato nel 2016, portando alla giunta integrata con i Comuni di Gorizia, Savogna d’Isonzo e Regione». A ormai otto anni di distanza, ormai la possibilità per poter avere un pieno recupero in tempo per il 2025 è ormai un’ipotesi remota.
«Siamo in dialogo con il Comune di Gorizia - prosegue Paoletti - che ne detiene il 65% della proprietà (il resto è in capo allo stesso ente camerale, ndr). Noi abbiamo un diritto di superficie fino al 2035». Le ipotesi su cui c’è stato già un confronto con il sindaco Rodolfo Ziberna riguardano al momento solo il padiglione B (su tre presenti), già utilizzato nel recente passato per il centro vaccinale anti-Covid (nella foto) e per l’assemblea dei soci della Cassa rurale Fvg. Proprio per preparare la campagna vaccinale, furono spesi già 260mila euro in interventi.
«Nell’ultima giunta camerale - aggiunge il segretario generale della Camera di commercio, Pierluigi Medeot - è stata approvata una relazione sullo stato dell’area, il suo valore e l’ipotesi di sistemazione». In passato erano state avanzate diverse ipotesi per riaprire definitivamente i suoi cancelli, tra cui ripresa dallo stesso Paoletti per creare un parco tematico dedicato ai più giovani. In ogni caso, «non vogliamo fare un centro commerciale lì, ma serve un accordo con il Comune. Speriamo che ciò prima o dopo avvenga».
Nel frattempo, anche tenere chiusa la struttura ha un onere importante, pari a 100mila euro all’anno. Di sicuro è che, già il padiglione attualmente utilizzabile, «può ospitare tanta gente per fare attività e, se richiesto, potremmo metterlo a disposizione». Guardando l’esempio di altre capitale della cultura, a partire da Brescia che ha detenuto il titolo italiano con Bergamo nel 2023, un quartiere fieristico potrebbe trovare molteplici campi di utilizzo: non solo per convegni ma anche concerti e teatro, contando i suoi complessivi 9mila metri quadri coperti e mille aperti.
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