Gorizia sotto assedio, il racconto della Grande guerra dai diari delle suore Orsoline

Gorizia sotto assedio, il racconto della Grande guerra dai diari delle suore Orsoline

B come Battaglie dell'Isonzo

Gorizia sotto assedio, il racconto della Grande guerra dai diari delle suore Orsoline

Di Vanni Feresin • Pubblicato il 07 Feb 2021
Copertina per Gorizia sotto assedio, il racconto della Grande guerra dai diari delle suore Orsoline

Secondo appuntamento con la rubrica dello storico Vanni Feresin. Andiamo alla scoperta delle tappe della Grande guerra a Gorizia.

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Le sei offensive che si susseguono nei mesi dall'ottobre 1915 all'agosto 1916, per la conquista di Gorizia, sono descritte in modo dettagliatissimo dalle madri Orsoline di Gorizia, nelle loro cronache giornaliere uno spaccato diretto della distruzione e morte che colpì la città.

I offensiva

8 Ottobre 1915. Grandi combattimenti presso l’altipiano di Doberdò. Rombi di cannoni per tutto il giorno.
9 Ottobre 1915. Gl’Italiani, sul fronte dell’Isonzo, sparano erroneamente sui propri soldati.
10 Ottobre 1915. Continuarono le visite delle granate alla povera città.
11 e 12 Ottobre 1915. Continui combattimenti sul “Calvario”. L’Ospedale della Croce Rossa fu colpita durante lo spazio di un’ora da sei Granate e Schrapnell.
13 Ottobre 1915. Il celebre Santuario di Maria Luschari fu bombardato e bruciato dagl’Italiani.
14 Ottobre 1915. 2000 cadaveri degl’Italiani giacciono a pié dell’altipiano di Doberdò e non possono venir seppelliti. […] Per l’esplosione delle granate che fecero stragi orribili, volavano per l’aria teste, braccia così degli uomini come dei cavalli. Tutto fu sbranato e poi bruciato mediante il gas. Non vi restò quindi che un ammasso informe di corpi abbruciati e puzzolenti. Così ebbe fine la Ia tragica battaglia dell'Isonzo.

II offensiva

18 ottobre 1915. Aereoplani nemici gettarono dei viglietti dall’alto annunziandoci il loro ingresso nella città di Gorizia. La preparazione d’artiglieria per la II.da offensiva dell’Isonzo era terribile. Il fuoco nemico cominciò di buon mattino e crebbe sempre più. Per cinque giorni tremava la terra sotto i nostri piedi. Nell’aria s’incrocciavano [sic!] le nostre granate con quelle dei nemici e sopra di esse s’incontravano gli aviatori austriaci cogl’italiani.

III offensiva

30 ottobre 1915. La terribile III.a offensiva dell’Isonzo non è ancor finita; gl’Italiani proseguono i loro attacchi conducendo nuove truppe nella mischia sanguinosa. Gli Austriaci restano vincitori della battaglia che dura già da 15 giorni.
I° Novembre 1915. La lotta per la conquista della città di Gorizia diviene sempre più aspra e violente [sic!]. Sono le 2 pom. e la lotta presso Podgora, S. Floriano ed Oslavia è tenace oltre ogni dire.
2 Novembre 1915. Il nemico non rispetta chiese, né conventi, né ospedali, né monumenti d’arte. Così fu colpita la nuova chiesa dei R. P. Cappuccini, il Rev.do P. Saba Rubbia che accorse in soccorso dei feriti fu anch’egli ferito. – E non si lasciano in pace nemmeno i nostri morti. Il cimitero è tutto grufolato dai proiettili italiani. Coloro che accompagnano un funerale temono sempre di rimaner vittime dei medesimi.

IV offensiva

24 e 25 Novembre 1915. Alcune granate caddero nell’orto e parecchi schrapnell sul fabbricato della scuola tedesca ove danneggiarono l’Educandato e Nazareth. Altre granate caddero, più volte di seguito, presso la cucina, sicché le povere Sorelle cuoche, tutte spaventate, abbandonando i [sic!] loro lavoro correvano via. Erano giornate terribili! Le granate volavano per l’aria come demoni incarnati, diretti a preferenza verso le chiese ed i conventi.

V offensiva

11 e 12 marzo 1916. Molte granate caddero fischiando e distruggendo in città. Continuano i combattimenti e il buon Dio benedice le nostre armi. Ieri gl’Italiani chiesero mediante un parlamentario 48 ore di armistizi per seppellire i loro morti, ammucchiati sul Doberdò. Ma, avendo essi in altra occasione infranto la parola data, non fu loro concessa la minima tregua: intanto continua la pioggia ed i combattenti soffrono immersi nel fango.
14- 19 marzo 1916. Continuano i combattimenti alle trincee, al calvario e a S. Floriano. - Un aeroplano francese gettò sette bombe sulla città. Una cadde nel mulino del Sig. Resberg, ma soffocandosi nei sacchi di farina, non apportò dei danni rilevanti. Due altre cagionarono rovine in via Morelli; una esplose in Piazza Grande, frantumando le lastre degli edifizi vicini.
23 marzo 1916. I combattimenti alle trincee sono violenti. Nel dopopranzo caddero molte granate nemiche nella nostra città; Due nel palazzo del Capitanato. Una di esse uccise la cuoca e ferì una guardia che entrava in cucina. Un fanciullo di 11 anni ebbe frantumate le coste e versa in grave pericolo.

VI offensiva e caduta di Gorizia

5 agosto 1916. È la Madonna della neve. La notte fu terribile. – Lo scoppio delle mine e delle granate durò ininterrotto dalle 11 1/2 alle 2. […] Il rombo dei cannoni, lo sparo dei fucili e lo strepito dei tuoni si confondevano in un sol mugolio incessante, profondo, raccapricciante. Anche la giornata fu tutt’altro che tranquilla, specialmente dalle 5 alle 8 pom. le granate non diedero pace.
6 agosto 1916. “Dominus est!” – Che giornata spaventosa! Dopo una notte un pò meno procellosa di quella d ieri, granate desolarono fin dal mattino alle sei la nostra povera città. Le chiese del duomo e di Sant’Ignazio furono pure colpite, ma non si ebbero gravi ferimenti, né morti. […] È terribile – Il Calvario è in gran parte in mano agli Italiani; i difensori cadono a centinaia, ma resistono ancora.
7 agosto 1916. Dormir sulle sedie! Ahi povere ossa! […]. È mezzanotte e grandinano proiettili in casa. […] Davanti il portone dell’orto tutto è in rovina.
8 agosto 1916. La notte fu un po' meno terribile di quella di ieri, ebbimo santa Messa e santa Comunione nella catacomba. […] Ad ogni esplosione via a precipizio dal refettorio in cantina, dalle scale in cantina, sicché facevamo proprio da saltimbanchi. All’1 1/2 pom. ci ponemmo in fuga. Intanto l’avanguardia italiana era entrata in città ed il panico cresceva. […] Gorizia è caduta.


Nellla foto: soldati austriaci a Gorizia, 1917/18.

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