Gorizia scoperta di notte, ritorna la passeggiata in mezzo ai tesori del Settecento

Gorizia scoperta di notte, ritorna la passeggiata in mezzo ai tesori del Settecento

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Gorizia scoperta di notte, ritorna la passeggiata in mezzo ai tesori del Settecento

Di Ivan Bianchi • Pubblicato il 03 Ott 2024
Copertina per Gorizia scoperta di notte, ritorna la passeggiata in mezzo ai tesori del Settecento

L'escursione sarà guidata da Vanni Feresin, archivista e paleografo. Appuntamento venerdì 11 ottobre con inizio alle 20 tra le strade e gli scrigni storici e artistici della città.

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Un itinerario “classico” alla scoperta del Settecento a Gorizia ma con una particolarità: inizierà e finirà di notte. Per la terza riproposizione dell’iniziativa, il Centro Studi politici economici e sociali “Senatore Antonio Rizzatti” di Gorizia ripropone venerdì 11 ottobre con inizio alle 20 tra le strade e gli scrigni storici e artistici della città. Si tratta dell’escursione “Il Settecento a Gorizia” che sarà guidata da Vanni Feresin, archivista e paleografo, che racconterà non solo peculiarità e aneddoti sul periodo che vide rifiorire la città ma anche le innumerevoli opere d’arte, anche quelle più nascoste, viste grazie alle ore notturne.

La serata, che inizierà alle 20 nel cortile dell’arcivescovado di Gorizia, proseguirà alla scoperta della chiesa dell’Esaltazione della Santa Croce, della chiesa di San Carlo in via del Seminario e si concluderà alla chiesa di Sant’Ignazio.  È un evento organizzato, come detto, dal Centro Studi in collaborazione con il Centro per la conservazione e valorizzazione delle tradizioni popolari di Borgo San Rocco a Gorizia, della Pro Loco Fogliano Redipuglia e, finanziato dalla Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia tramite il progetto “#EdulabFvg”, gode del patrocinio e della collaborazione dell’Arcidiocesi di Gorizia.

La prenotazione è obbligatoria scrivendo a info@nuovainiziativaisontina.it oppure telefonando allo +39 328 6630311. La partecipazione alla serata è gratuita. La Chiesa di Sant'Ignazio, che si affaccia su piazza della Vittoria, venne edificata per volontà dei Gesuiti fra il 1654 ed il 1747. L'edificio è una struttura ad unica navata, al cui interno si aprono su entrambi i lati tre cappelle con altari barocchi. All'interno splendide decorazioni marmoree, arredi lignei intagliati ed intarsiati risalenti al XVII secolo, l'altare dello scultore veneziano Lazzarini (1716) ed il settecentesco affresco del pulpito "La Gloria di S. Ignazio" dipinto dal Tausch, completano ed esaltano la grandezza storico-artistica di quest'opera religiosa.

La facciata è frutto del genio di Christoph Tausch. Le tre nicchie, poste sopra i tre ingressi, contengono le statue dei santi: S. Ignazio al centro, Giovanni il Battista a destra e S. Giuseppe a sinistra. L'imponente facciata della Chiesa è poi completata con le due torri campanarie sormontate da due "cupole a cipolla" in bronzo. Particolare la chiesa dedicata a San Carlo Borromeo. Secondo il manoscritto del Conte Formentini relativo alle chiese di Gorizia, la costruzione della chiesa venne iniziata nel 1766 (nel testo del Formentini a fianco della data c’è un appunto a matita che riporta 1765) a fianco dell’edificio del Seminario, e venne consacrata il 4 novembre 1768.

Da un documento del 1787 si rileva che la chiesa fu trasformata in magazzino militare. Fra il 1963 e gli inizi del 1972 una ristrutturazione dell’intero complesso con la trasformazione di parte del Seminario in Auditorium Fogar alterò alcune parti della chiesa, come il passaggio che da dietro l’abside portava all’interno o lo spostamento della sagrestia da destra a sinistra e l'apertura di un’entrata di collegamento tra la chiesa e il seminario, ma non venne cambiata la forma interna dell’edificio.

Tra gli scrigni anche la Cappella dell’Esaltazione della Santa Croce, edificata per volontà di Agostino Codelli, il quale successivamente la donò all'Imperatrice d'Austria Maria Teresa con un lascito vincolato del quale faceva parte anche l'attiguo palazzo Cobenzl. Il lascito, infatti, era destinato alla futura Diocesi di Gorizia, che il Codelli però non potè vedere a causa della sua scomparsa. Dal 6 luglio 1571 il palazzo e l'annessa cappella sono sede dell’arcidiocesi di Gorizia.

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