Gorizia scende sotto i 34mila abitanti, ecco com'è cambiata la città nel 2020

Gorizia scende sotto i 34mila abitanti, ecco com'è cambiata la città nel 2020

oltre 500 i decessi

Gorizia scende sotto i 34mila abitanti, ecco com'è cambiata la città nel 2020

Di Timothy Dissegna • Pubblicato il 12 Gen 2021
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Calano ancora i residenti, ma meno rispetto all'anno scorso. Il centro cittadino rimane la zona più popolata.

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Prosegue il calo degli abitanti di Gorizia, trend ormai in discesa stabile dal 2012, anno dell’ultimo aumento di residenti. È il primo dato che salta all’occhio dai dati aggiornati al 31 dicembre 2020 della popolazione in città, stilato dall’Ufficio anagrafe. Ad oggi, quindi, sono 33.907 i residenti, mentre l’anno scorso il numero si attestava sui 34.034. La maggior parte sono donne (17.501), mentre sono tra i nuovi nati sono di più i maschi, 103 rispetto a 96 fiocchi rosa. In totale, quindi, sono 199, molti meno rispetto ai deceduti, 517, dato comunque inferiore rispetto alla differenza tra 2018 e 2019 (-392).

In quest’ultimo dato, la maggior parte di persone scomparse sono donne (294). La popolazione immigrata è composta da 1.069 individui, perlopiù maschi (581), mentre gli emigrati si attestano a 837, anche qui in prevalenza uomini (466). Da sottolineare che, nel solo mese di dicembre, la popolazione è scesa di quasi 90 unità, poiché al primo dicembre si contavano infatti 33.993 persone residenti a Gorizia. Interessante anche vedere la distribuzione sul territorio comunale, con la fetta più grossa di goriziani che vive nel centro cittadino, ossia 9.180 persone. Segue San Rocco-Sant’Anna, con un totale di 6.700 abitanti.

Il terzo quartiere sul “podio” è Montesanto-Piazzutta, con 6.026 persone. Quindi Lucinico (3.249), Straccis (2.907), Campagnuzza (1.794), Sant’Andrea (1.692), Piedimonte (955), Madonnina del fante (843) e Piuma-Oslavia-San Mauro (561). Sul fronte dei nuovi nati, invece, i nomi più gettonati sono Sofia per la bambine (con cinque neonate chiamate così) e il “triumvirato” Diego, Filippo e Leonardo per i maschietti, tutti e tre con 4 bebè. Da segnalare anche tre bimbe di nome Athena. Rispetto al 2019, comunque, le nascite sono in aumento dai precedenti 187 parti, ma crescono anche i decessi, che erano 486.

“La grande flessione della popolazione degli anni scorsi - commenta il sindaco Rodolfo Ziberna - è stata determinata da due fattori: il venir meno della presenza militare, soprattutto degli ufficiali e sottufficiali che vivevano qui anche dopo il congedo; e la perdita del ruolo di ‘città-emporio’, basti pensare a via Rastello. Abbiamo avuto decine e decine di chiusure di negozi, con tanti che hanno preferito trasferirsi altrove”. Viceversa, Gorizia “non è mai stata un centro a vocazione industriale, se non per le realtà tessili che hanno cessato di esistere da tempo. È stata quindi una mazzata dopo l’altra, che ha indebolito le opportunità occupazionali”.

A tutto ciò si aggiunge anche la flessione nazionale, con un aumento della popolazione anziana. “In città abbiamo circa 4mila ottuagenari, di cui attorno al 50% compongono famiglie monocellulari. Sicuramente dovremo vedere come si evolve il trend nei prossimi anni per capire meglio la situazione”. Sicuramente Gorizia è alle prese con un proprio sviluppo diverso da come lo si prevedeva nei decenni scorsi: “Il piano regolatore Costa-Piccinato - spiega il sindaco - prevedeva una crescita oltre gli 80mila abitanti, tanto che sono state fatte opere in previsione di un traffico che ora non c’è. Oggi abbiamo mille appartamenti sfitti”.

Tra gli obiettivi per il nuovo piano regolatore generale, prosegue il primo cittadino, c’è quello di salvaguardare il suolo “senza più cementificazioni, riqualificando quello che abbiamo, soprattutto il centro. Ecco perché vogliamo anche attirare nuovi studenti universitari, che un domani potrebbero decidere di rimanere a vivere qui. È ovvio, però, che qualcuno viene se ci sono servizi e lavoro e proprio su questo dobbiamo continuare ad investire”. In questa direzione, si inserisce il progetto del carcere europeo nell’ex ospedale di via Vittorio Veneto, che nell’ottica di Ziberna prevede “una componente sanitaria, una di ricerca e molto altro che avrebbe assicurato 400 posti di lavoro”.

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