Gorizia, salva la cardiologia ma non la terapia intensiva cardiologica: l'incontro in municipio chiarisce i punti

Gorizia, salva la cardiologia ma non la terapia intensiva cardiologica: l'incontro in municipio chiarisce i punti

L'incontro

Gorizia, salva la cardiologia ma non la terapia intensiva cardiologica: l'incontro in municipio chiarisce i punti

Di I.B. • Pubblicato il 30 Gen 2025
Copertina per Gorizia, salva la cardiologia ma non la terapia intensiva cardiologica: l'incontro in municipio chiarisce i punti

Vertice tra le parti in mattinata con alcuni professionisti di Asugi. «Grande problema chi si mette alla guida senza chiamare il 112, mette a rischio gli altri».

Condividi
Tempo di lettura

Si sono incontrati in mattinata a Gorizia: tema cardine dell’incontro, al quale hanno partecipato il sindaco, Rodolfo Ziberna, il direttore generale di Asugi, Antonio Poggiana, l’assessore comunale al Welfare, Silvana Romano, e i professionisti Gianfranco Sinagra e Gerardina Lardieri, il reparto di cardiologia del nosocomio cittadino e il futuro dell’Utic, l’unità di Terapia Intensiva Cardiologica.

«Cardiologia non chiuderà, l'avevo già detto tempo fa. L'atto che lo dice è sbagliato e va corretto. Diverso invece il ragionamento sulle terapie intensive cardiologiche (Utic). Vanno aggiornati i modelli organizzativi per garantire una migliore risposta di salute ai nostri cittadini secondo metodologie e condizioni che questa mattina in un lungo e approfondito colloquio sono stati illustrati dal professor Sinagra e dalla dottoressa Lardieri. Tutto questo con i professionisti disponibili e nel rispetto degli attuali standard ministeriali. Per le Unità di terapia intensiva cardiologica (Utic) ne definiscono uno per una popolazione tra 150mila e 300mila residenti. L'Isontino quindi ne potrà avere a disposizione una sola rispetto alle due esistenti in questo momento», così l’assessore Riccardi.

Il territorio di Gorizia «rivendica il mantenimento della sede dell'Utic sulla base di impegni presi in passato dalle Amministrazioni regionali precedenti», ha precisato Riccardi. È indubbio però che in questo momento il sistema è in grado di sostenere una sola Unità di terapia intensiva cardiologica. Una scelta pertanto andrà fatta. Gli stessi professionisti del settore - ha aggiunto l'assessore - hanno oggi ricordato con una certa preoccupazione che la soluzione alternativa a questo tipo di organizzazione è rappresentata dall'utilizzo di personale a gettone che non è in grado di garantire una corretta continuità di cura o di medici provenienti da Paesi lontani».

«Come confermato dagli stessi professionisti, non possiamo continuare a moltiplicare le nostre strutture sanitarie mettendo a rischio la salute delle persone. Chi amministra un territorio -ha rimarcato Riccardi - deve prendersi la responsabilità di fare le scelte opportune per garantire ai cittadini cure adeguate, utilizzando in modo razionale le risorse economiche e umane a nostra disposizione».

Tra le vere emergenze segnalate dai professionisti durante l'incontro anche le modalità utilizzate dai cittadini in caso di emergenze di carattere cardiologico. Oltre il 40% dei residenti nell’ex provincia di Gorizia, invece di chiamare il 112 attivando così il percorso di cura più corretto, si mette in macchina aumentando di molto il rischio di perdere la vita durante il tragitto verso l'ospedale. Un comportamento che potrebbe essere modificato grazie a una informazione più corretta.

Nel corso della riunione si è parlato anche del Piano oncologico regionale. «Abbiamo rassicurato il sindaco di Gorizia che garantiremo la presenza della componente chirurgica del presidio ospedaliero Monfalcone-Gorizia all'interno del Comitato oncologico regionale. Ciò permetterà di definire la riorganizzazione della rete ospedaliera individuando l'assetto migliore che non guardi a un ospedale ma alle migliori cure delle persone. Saranno i professionisti - ha concluso Riccardi – a valutare direttamente i dati raccolti in un sistema che attendeva da 30 anni una decisione che abbiamo avuto il coraggio di prendere a beneficio delle persone».

Soddisfatto dell’incontro il primo cittadino, Rodolfo Ziberna, che ha ringraziato «la Regione e l’assessore Riccardi per aver accolto il nostro appello»: In merito alla Unità di terapia intensiva cardiologica il primo cittadino ha ribadito come «il primo risultato condiviso è che l’atto amministrativo che ha innescato la preoccupazione di tutto il consiglio comunale sarà modificato e avremo il tempo di approfondire con i tecnici quale sarà la dislocazione. Nei prossimi mesi potremo interloquire con l’amministrazione, con i professionisti e con il territorio».

Sullo stesso piano il consigliere regionale Diego Bernardis. «La conferma del mantenimento della Cardiologia a Gorizia è un segnale importante per il nostro territorio. Prendiamo atto con soddisfazione della sensibilità dimostrata dall'assessore regionale alla Salute Riccardo Riccardi, che ha raccolto le istanze della comunità di Gorizia e della Destra Isonzo, istanze che fin dal principio ho sostenuto con convinzione», così il consigliere.

Dall’altro lato dell’assise regionale la dem Laura Fasiolo commenta in modo critico l’intera operazione: «La decisione imposta da Riccardi di lasciare una sola Unità di terapia intensiva coronarica (Utic) nell'Isontino è una follia. È indispensabile che dove ci sono dei centri cardiologici, ci siano anche le unità di terapia intensiva. Gli effetti di questa scelta saranno devastanti e si ripercuoteranno a cascata su tutte le specialità dell'ospedale privo di Utic».

«È ora di dire basta alla costante umiliazione del territorio goriziano, questa presa in giro deve terminare. Riccardi e Poggiana non pensino di prendere decisioni senza che il territorio e la sua comunità battano ciglia: ribadisco e sottolineo che Gorizia, insieme a Monfalcone, deve mantenere l'Unità di terapia intensiva coronarica proprio per non far crollare i servizi ospedalieri, e su questo non intendiamo fare passi indietro», avverte Fasiolo. Infine, aggiunge, «le rassicurazioni che oggi fornisce Riccardi sono risibili: come faremo a far funzionare l'impiantistica (pacemaker) senza l'Utic? E il centro dialisi che ne necessita? Sbandierare il riferimento alla 'sicurezza' privando gli ospedali dell'Utic è una contraddizione in termini. Il riferimento alle scelte fatte da Serracchiani - conclude la consigliera - che voleva l'Utic a Gorizia torna indietro come un boomerang all'assessore. Andiamo avanti con uno spirito realistico attento ai bisogni delle persone, che non sono numeri», conclude.  

Rimani sempre aggiornato sulle ultime notizie dal Territorio, iscriviti al nostro canale Telegram, seguici su Facebook o su Instagram! Per segnalazioni (anche Whatsapp e Telegram) la redazione de Il Goriziano è contattabile al +39 328 663 0311.

Articoli correlati
...
Occhiello

Notizia 1 sezione

...
Occhiello

Notizia 2 sezione

...
Occhiello

Notizia 3 sezione

×