Gorizia ricorda le giornate sotto Tito, il nuovo lapidario pronto a maggio 2022

Gorizia ricorda le giornate sotto Tito, il nuovo lapidario pronto a maggio 2022

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Gorizia ricorda le giornate sotto Tito, il nuovo lapidario pronto a maggio 2022

Di Redazione • Pubblicato il 11 Giu 2021
Copertina per Gorizia ricorda le giornate sotto Tito, il nuovo lapidario pronto a maggio 2022

Domani saranno 76 anni dalla fine dell'occupazione titina della città. Il prossimo anno sarà inaugurato il nuovo monumento.

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Cadrà domani l'anniversario del ritiro delle truppe di Tito da Gorizia, dopo la sua liberazione dalle forze nazifasciste. Era il 12 giugno 1945, infatti, quando terminarono i 40 giorni di presenza jugoslava, condannati ancora oggi da parte della memoria cittadina. La Lega nazionale è tra questi, che ricorda quella data "assimilabile alla celebrazione del 25 gennaio 1991 - scrive il presidente Luca Urizio in una nota - nella vicina Slovenia, giorno della liberazione della stessa dall’occupazione". Qualche giorno prima, Radio Londra comunicava che Pola, Trieste, Gorizia e Caporetto sarebbero state controllate dagli angloamericani, sancendo il ritiro delle forze balcaniche.

Con il loro arrivo, venne instaurato il Governo militare alleato (GMA) che amministrò la zona A della Venezia Giulia e la città di  Gorizia fino al 14 Settembre 1947. "Quelle vicende tragiche che hanno colpito le nostre terre - prosegue Urizio - hanno nome e cognome ma fino ad oggi l'omertà ha impedito di mettere 'alla gogna' i partigiani comunisti che in tutta Italia continuarono ad uccidere, anche a guerra finita, civili, donne e bambini, senza ragione e criterio perché buona parte era di convinzione leninista-stalinista con il pensiero unico di quella orrenda 'cultura' terzinternazionalista di eliminare tutti coloro che non condividevano tale disegno".

La Lega nazionale punta il dito contro "il tentativo di annessione della Venezia Giulia alla Jugoslavia", per cui l'obiettivo dei partigiani era eliminare non tanto i fascisti "ma coloro che costituivano un problema a tale slavizzazione come ad esempio i membri del CNL, che avevano meriti da vantare per la liberazione ma non erano disposti a farsi annettere alla Jugoslavia (pensiamo alle deportazioni di Olivi e Sverzutti anche loro riportati sul Lapidario di Gorizia). L’intento era quello di incutere terrore e far fuggire la popolazione italiana o parte di essa per mutare le proporzioni etniche".

A sostegno delle sue parole, il presidente ricorda che "perfino 'Vanni' Giovanni Padoan, il commissario politico della Garibaldi-Natisone che operava con il IX Corpus per l’annessione dei nostri territori alla settima federativa jugoslava, lo dichiarò apertamente in una intervista a Repubblica. Mentre per le stragi di civili da parte dei nazifascisti, come è giusto che sia, ci sono centinaia di steli che ricordano i colpevoli, in Italia non esiste ancora un solo monumento che sottolinei le colpe dei partigiani comunisti. Il 3 maggio 2022 la Lega Nazionale, con l'appoggio dell'amministrazione comunale, metterà la parola fine ad un'omertà che si è protratta per troppo tempo". Quel giorno, infatti, verrà eretto il nuovo lapidario al Parco della Rimembranza.

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