l'approfondimento
Gorizia e le realtà per aiutare a diventare genitori, l'indagine sui servizi
Inizia un percorso di approfondimento, indagando i servizi esistenti relativi al periodo prenatale, quello successivo alla nascita ma anche oltre.
Sono attimi. Quello del concepimento, quello in cui per la prima volta senti il cuore battere, quando conosci quel fagottino a lungo immaginato. Sono attimi: quelli in cui prendi coscienza che non sarai più sola, che non sarete più in due ma sarà necessario pensare per due e per tre. Sono attimi di felicità ma anche attimi che cambiano una vita per l’arrivo di una nuova vita. E possono non essere sempre e solo momenti di felicità. Una volta a Gorizia c’era il Punto nascita che aiutava le donne a “trasformarsi” in mamme e comprendere i rudimenti dell’accudimento.
Archiviata con tutte le polemiche del caso quell’esperienza, ormai dieci anni fa, è comunque rimasto un Percorso nascita che è cresciuto grazie alle esperienze degli ospedali di Gorizia e Monfalcone e soprattutto alle competenze del personale che ha iniziato a ruotare coinvolgendo anche il territorio fino ad arrivare, oggi, alla vigilia dell’apertura della cosiddetta Casa del Parto: una realtà che si prenderà cura anche del post-parto coinvolgendo tutta la famiglia.
Perchè passato il periodo in cui fare figli era considerato un obbligo imprescindibile, archiviati i decenni in cui si era trasformato in una “tacchetta” sulla strada verso l’età adulta e la realizzazione, negli ultimi 15 anni le neo-mamme hanno cominciato a esprimere le proprie ansie, talvolta il proprio senso di inadeguatezza, per un evento che ultimamente ha visto porre l’accento sempre più sul benessere del bambino. A offrire un nuovo punto di vista, nei primi anni 2000, la comparsa di libri-testimonianza di mamme stressate, pronte a svelare la serie di rinunce che comporta il prendersi cura di qualcuno che, per quanto desiderato, ha necessità importanti.
A questi sono seguite trasmissioni come, nel 2012, “Mamma mia che settimana” e “Mamma mia che domenica” in cui la conduttrice Camila Raznovich (a sua volta da poco mamma di due bimbe) affrontava i bisogni delle mamme con l’aiuto di diversi esperti. Recentemente, se sul sito di Repubblica è comparso il risultato di una ricerca che dilata enormemente il periodo della depressione post partum, sul sito dell'Ansa, Enrica Di Battista ha curato una serie di interventi sulle ambivalenze e il lato oscuro della maternità.
Passeggino ultimo modello, corsi preparto, ginnastica mamma-bimbo… tutte attività che dovrebbero favorire la salute e lo sviluppo del neonato ma che spesso tendono ad amplificare gli impegni già consistenti di una neo mamma, costretta anche a destreggiarsi con la pressione sociale legata al mito dell’efficienza immediata, gravata invece da un frequente senso di solitudine e smarrimento. Abbiamo così pensato di svolgere un’indagine su cosa offra il territorio per agevolare la creazione di una famiglia, indagando i servizi esistenti relativi al periodo prenatale, quello successivo alla nascita ma anche oltre.
Si tratta di un progetto che svolgeremo sul lungo periodo e che potrà appunto estendere i “limiti temporali” anche all’adolescenza, nella consapevolezza dell’impatto spesso problematico portato dai sempre più rapidi mutamenti sociali. La serie di articoli che si succederanno non pretende di essere esaustiva: molte sono infatti le realtà, soprattutto a livello privato, che perseguono il benessere di mamme e bambini in vari ambiti, ma siamo comunque aperti a segnalazioni di servizi che possano esserci sfuggiti.
Le prime “uscite” riguarderanno l’ambito pubblico, a partire dal Percorso nascita fornito da Asugi per passare poi ai servizi comunali, in particolare ludoteca, asili nido e scuole materne.
Photo by kenan zhang: https://www.pexels.com/photo/woman-lying-and-holding-a-newborn-baby-on-her-chest-13071792/
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