Gorizia piange Giannino Busato, medico pioniere delle cure palliative

Gorizia piange Giannino Busato, medico pioniere delle cure palliative

il lutto

Gorizia piange Giannino Busato, medico pioniere delle cure palliative

Di Timothy Dissegna • Pubblicato il 14 Ago 2022
Copertina per Gorizia piange Giannino Busato, medico pioniere delle cure palliative

Aveva 87 anni, arrivò in città come primario di Anestesia. Il suo impegno in Africa.

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Gorizia e il mondo della medicina piangono Giannino Busato, medico di lunga esperienza originario di Casier (Treviso) ma da tempo stabilitosi in riva all’Isonzo. Pioniere nel campo della Terapia del dolore e delle cure palliative, fu il fondatore del reparto dedicato all’ospedale cittadino, dedicando la propria vita anche all’aiuto del Terzo mondo. Era infatti socio della ong Medici con l’Africa Cuamm, decidendo di partire per il Continente Nero già dalla fine degli anni Cinquanta, trascorrendo lì una lunga parte della vita.

Aveva infatti operato per un decennio in Uganda, primo missionario laico nel piccolo ospedale nella savana di Hangar, impegnato a operare chi - prima di allora - non aveva mai conosciuto un chirurgo. Un’avventura intrapresa insieme alla moglie Sonia dopo la laurea a Padova, scoprendo un mondo completamente nuovo: “L’Africa mi ha costretto a diventare ostetrico ginecologo, cosa che mi ha impegnato moltissimo” ha raccontato lui stesso in un’intervista rilasciata a Tv2000 per i 60 anni della onlus. Busato si è spento nella notte tra venerdì e sabato.

Avrebbe compiuto 88 anni il 21 agosto. Tra il 1961 e il 2012 era stato anestesista rianimatore a vario titolo in diversi ospedali, dedicandosi dal ’81 alle cure palliative all’ex ospedale civile di via Vittorio Veneto. Per il suo impegno, aveva ricevuto la menzione d’onore nel 2017 del Premio Sant’Ilario e Taziano di Gorizia, ricordandolo anche come primario di Anestesia in città. Era arrivato qui nel 1980, sognando di poter realizzare un ospedale transfrontaliero. Idea però presto tramontata, mentre è proseguito il suo impegno transcontinentale.

Membro anche della Bethania Hospital Services Asmt, per far fronte alle difficoltà sul campo aveva trovato soluzioni che hanno fatto scuola. Come “l’anestesia frugale” - come ha ricordato nell’intervista già citata - L’anestesia costa una quantità di soldi non sostenibile in Africa. Noi abbiamo recuperato un tipo di apparecchio da anestesia che funziona senza ossigeno e con cose semplicissime. Un apparecchio che era stato inventato dagli inglesi in vista della grande battaglia d’Inghilterra”. Da lì, la creazione di uno strumento “che funziona con solo l’aria d’ambiente”.

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