Gorizia piange Fulvio Chianese, diede nuova vita all'aeroporto Duca d'Aosta

Gorizia piange Fulvio Chianese, diede nuova vita all'aeroporto Duca d'Aosta

il lutto

Gorizia piange Fulvio Chianese, diede nuova vita all'aeroporto Duca d'Aosta

Di Timothy Dissegna • Pubblicato il 26 Ago 2022
Copertina per Gorizia piange Fulvio Chianese, diede nuova vita all'aeroporto Duca d'Aosta

Si è spento a 80 anni, fu pilota Alitalia. Riprese in mano l'aeroporto Duca d'Aosta.

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Si è spento questa mattina Fulvio Chianese, nome di riferimento a Gorizia nel mondo dell’aviazione. Dopo una lunga malattia, è venuto a mancare a 80 anni, appena poche ore dopo che la laguna di Grado aveva ammirato nuovamente lo spettacolo delle Frecce Tricolori. Un amore per il volo, il suo, che gli era stato trasmesso dal padre Raffaele, gregario destro di una delle prime pattuglie acrobatiche del “IV Stormo Caccia” negli anni Trenta, reduce poi dalla campagna di Spagna con il Fiat CR32 e da Tobruk in Africa.

Da terra, Fulvio passa la sua gioventù ad osservare le acrobazie del padre, diventato ormai istruttore di volo presso l’Aeroclub giuliano a Merna dopo aver poco riposto le stellette dell’Aeronautica militare. A Lecce, Raffaele è fra i pochi piloti militari rimasti in vita dopo la Seconda guerra mondiale e viene incaricato di addestrare le nuove leve da caccia sul leggendario P51 Mustang. Nel frattempo, il figlio conclude il suo ciclo di studi al Malignani di Udine, sezione elettrotecnica.

Superò la contrarietà della madre, Beatrice “Bice” Pian di Sagrado, nel firmargli l’autorizzazione per tentare il concorso per piloti, indetto dall’Alitalia. Alla fine, arriva il consenso e, nononstante la selezione con migliaia di candidati, lo supera ed entra al quinto corso AZ Alitalia. A Brindisi, nel 1964 consegue i brevetti commerciali per pilota di linea sull'Aermacchi MB326 che l’Aeronautica militare concesse straordinariamente alla compagnia di bandiera. Entra in linea sul francese Caravelle, ma prova anche l’ebrezza di volare da primo ufficiale sul prestigioso DC8.

Era l’aeromobile con la famosa livrea della compagnia di bandiera, che ospitò personalità di tutto il mondo negli anni della Dolce vita. Non da meno, il privilegio di volare anche sul DC10 e poi da comandante sul MD80, B727, A300 ed infine MD11. All’inizio degli anni Duemila, Alitalia gli concede di fondare una nuova compagnia aerea, insieme ai comandanti Giulio Staffieri, ex sindaco di Trieste, e Fulvio Mori: è l’inizio di Air Dolomiti. Chianese si occupa di addestrare i nuovi piloti e lui stesso trasferisce dal Canada i primissimi velivoli DASH8.

Questi occuperanno lo scalo di Ronchi dei Legionari proprio davanti alla Meteor dove aveva lavorato il padre Raffaele come collaudatore. Terminata l’esperienza, rientra in Alitalia e conclude la sua carriera da comandante sul McDonald Douglas MD11. Sarà questo l’ultimo velivolo realizzato dalla Mc Donald Douglas, che poi cedette il passo alla Boeing dopo alcuni incidenti subiti proprio con questo trimotore a lungo raggio intercontinentale. Sul MD11 ripercorre gli oceani in lungo ed in largo, come negli anni da primo ufficiale sul DC10.

A dir suo, il DC10 il “più innovativo aereomobile mai progettato”. Fu proprio Chianese a trasferire nella flotta dell’azienda statale il primo modello negli anni Settanta, direttamente dagli Usa. Da pensionato, continua la sua attività a scopo di divulgazione della cultura aeronautica e realizza un sito ancora attivo, dedicato al IV Stormo, che raccoglie le memorie di tutto il personale di terra e d’aria dell’aeroporto di Merna, dagli anni Trenta in poi. Da questa esperienza, nasce l’associazione culturale omonima e svariate iniziative.

È stato promotore di mostre fotografiche, video, libri e anche, con il figlio Flavio, ingegnere elettronico in Barco, proiezioni di video mapping come Raylight in piazza Vittoria nel 2014. Ha ideato anche Sguardi in città presso il polo di Santa Chiara nel 2015. Nel frattempo, viene nominato presidente dell’associazione sportiva di volo presso l’aeroporto di Gorizia e, con l’aiuto della Provincia e Comune, con un gruppo di fedeli appassionati restaura l’hangar e l’aeroporto così riprende l’attività di volo.

“Rimase molto deluso - ricorda Flavio - nel 2016 quando Enac allontanò dallo scalo tutte le associazioni che, con parsimonia, curavano ogni dettaglio operativo”. Sarà l’inizio del declino per l’aeroporto, un fallimento annunciato dalle associazioni di cui lo stesso ex pilota si fece portavoce. Con amarezza ritornò ai suoi libri e alle ricostruzioni storiche, non abbandonando mai la passione. Si è spento nella sua casa, a pochi passi dal campo di volo, assistito dai figli Gianluca e Flavio, cui ha trasmesso le stesse sue passioni, e la moglie Rita di Ostia Lido. Ancora da fissare il funerale, che si terrà al Sacro Cuore.

Nella foto: Fulvio Chianese nella foto del figlio Flavio sul volo Los Angels-Milano (1995)

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