A Gorizia pronto il nuovo Lapidario dei deportati, contro-evento di Anpi

Domani la presentazione in Consiglio regionale, il presidio Anpi in corso Verdi. Due giorni di studi con l'Anvgd sul confine e la storia di Gorizia.

Si avvicina la data del 12 giugno, che da qualche anno è stata istituita dalla Regione come ricorrenza della “seconda” liberazione di Gorizia. Fu infatti la fine dei 40 giorni di amministrazione titina della città e quest’anno il giorno è stato scelto per svelare il nuovo Lapidario al Parco della Rimembranza, progettato dalla Lega nazionale insieme alle altre associazioni di esuli e famigliari di deportati. Domani il progetto sarà svelato ai media in Consiglio regionale, prima dell'inaugurazione di domenica, ma l’Anpi ha già annunciato una contromossa.

“Le Anpi di Gorizia, Piedimonte e Sant’Andrea - ricordano in una nota - in occasione dello scorso 25 aprile hanno scritto una lettera al presidente della Repubblica che aveva come oggetto proprio il fatto che la festa della Liberazione non viene riconosciuta dal nostro primo cittadino. Quest’anno, alla cerimonia organizzata dal Comune al Parco della Rimembranza nella ricorrenza della fine dell’amministrazione jugoslava, si aggiunge l’inaugurazione dell’ampliamento del Lapidario in ricordo dei deportati, caso più unico che raro”.

L’associazione attacca nuovamente come l’attuale contenga “enormi errori nell’elenco dei deportati”. Da qui, la decisione dell’Anpi di porsi “in continuità con quanto denunciato il 25 aprile e offrirà uno spazio di riflessione sulle profonde ragioni e sulle gravi implicazioni di operazioni revisioniste come quelle sopra descritte” con un presidio lunedì alle 18 in corso Verdi 104, all’inizio dell’area pedonale. Alla stessa ora, a qualche centinaio di metri di distanza, il giorno prima si terrà invece la manifestazione di inaugurazione.

Vi prenderanno parte Paola Frassinetti, sottosegretario del ministero dell’Istruzione e del merito; Roberto Menia, vicepresidente della commissione Difesa-Esteri del Senato; Luca Urizio, presidente della Lega nazionale di Gorizia e promotore del nuovo Lapidario; il sindaco Rodolfo Ziberna; Paolo Sardos Albertini, presidente della Lega nazionale ed esponenti delle associazioni d’arma e degli esuli giuliano-dalmati. Domani a Trieste ci sarà anche il presidente del Consiglio regionale, Mauro Bordin, e il presidente della V commissione, Diego Bernardis.

Il Lapidario, progettato gratuitamente dall'architetta Barbara Fornasir, sarà in calcestruzzo con lastre  in acciaio spazzolato con incisa a laser la trama delle pietre del Lapidario già esistente realizzato da Caccia Dominioni, che sarà replicata nelle dimensioni, con una pavimentazione in continuazione a quella in essere al fine di creare una sorta di “percorso del ricordo”. L’inaugurazione sarà preceduta da una due giorni di studi, venerdì e sabato, organizzata dall’Angvd in Sala Dora Bassi “Da ‘santa’ e ‘maledetta’ a Capitale europea della cultura 2025”.

Al centro delle lunghe sessioni di lavoro - venerdì dalle 15.30, sabato dalle 9.30 -, che vedranno alternarsi storici ed esperti del confine, ci sarà il rapporto di Gorizia con la sua storia: dalle radici austriache fino all’irredentismo italiano. Si parlerà della comunità ebraica, dei reati di confine, delle deportazioni e dell’esodo istriano-dalmata, passando per il percorso autonomista della regione, i rapporti con l’allora Jugoslavia e la nascita della “gemella” Nova Gorica fino ad arrivare ai convegni dell’Istituto per gli Incontri culturali mitteleuropei, il Gect e Go!2025.

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