Gorizia e il nodo accoglienza turisti, il masterplan prepara la sfida 2025

Gorizia e il nodo accoglienza turisti, il masterplan prepara la sfida 2025

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Gorizia e il nodo accoglienza turisti, il masterplan prepara la sfida 2025

Di Timothy Dissegna • Pubblicato il 06 Dic 2022
Copertina per Gorizia e il nodo accoglienza turisti, il masterplan prepara la sfida 2025

Presentato lo studio di Uniontrasporti, disponibili poco meno di 7mila posti letto in provincia.

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Come arrivare, cosa fare ma soprattutto dove alloggiare a Gorizia. Sono le domande che sono state poste alla base dell’analisi sull’offerta ricettiva del territorio, documento molto atteso per l’appuntamento con la Capitale europea della cultura 2025. Il masterplan redatto da Uniontrasporti e commissionato dalla Camera di commercio Venezia Giulia, su input della stessa amministrazione regionale, ha così offerto un quadro della situazione attuale del turismo e soprattutto i punti critici per soddisfare la domanda.

Come già evidenziato da associazioni di categoria, istituzioni e singoli imprenditori, le disponibilità di accoglienza in città non soddisferanno mai in tempo il flusso di turisti atteso. A oggi, infatti, il capoluogo conta solo 342 posti letto, posizionandosi al quarto posto in provincia dopo Grado - prima indiscussa con 4.590 -, Monfalcone (647) e Cormons (393), toccando appena il 5% del totale in provincia. Gradisca segue con 333 posti letto, quindi Ronchi dei Legionari (234) e a seguire numeri ben più piccoli in altri centri. In totale, sono 6.868.

Non sono state indicate le disponibilità a Nova Gorica e dintorni, ma gli analisti hanno comunque sottolineato di aver tenuto in considerazione anche il territorio a est del confine. Lo stesso documento sarà ora condiviso anche con l’Istituto per il turismo della cittadina slovena e della Valle del Vipacco. In ogni caso, guardando al lato italiano, si contano 130 strutture alberghiere a fronte di 600 extralberghiere, quali appartamenti, case in affitto o campeggi. Manca però un’offerta a cinque stelle, con il 52% a tre stelle.

“Questo è uno studio propedeutico - ha spiegato Antonello Fontanili, direttore di Uniontrasporti -, la Capitale della cultura deve essere vista come un’opportunità che faccia da volano per l’intera regione. Serviranno però interventi e lavoro di squadra”. La base di partenza è stata l’analisi della domanda che, dal 2011 al 2019 ha registrato una crescita costante, fino al 2020 quando è crollata a casa della pandemia. Dall’anno scorso, comunque, ha registrato una veloce ripresa, sia per quanto riguarda il pubblico italiano che estero.

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Al netto di ciò, si evince però che la permanenza media in provincia è complessivamente diminuita nei primi otto anni di ricerca, passando da 5,4 a 4,2 notti. Sono gli italiani, in particolare, ad aver ridotto la propria permanenza ma, come evidenziato dallo stesso istituto, il trend iniziato dopo il Covid mostra un incremento delle presenze di connazionali. Parallelamente agli arrivi, inoltre, si registra una diminuzione significativa del numero di presenza, da imputare prevalentemente alla lenta ma costante diminuzione dei pernotti nazionali.

Nel 2020, gli stranieri hanno costituito comunque oltre il 70% delle presenze del Goriziano. Guardando al pubblico italiano, un quarto è regionale. Dopo aver registrato questi dati, si è quindi cercato di valutare diversi scenari mano a mano che ci si avvicina all’appuntamento internazionale, anche in vista del dopo. Sono state così prese a paragone 34 città che hanno detenuto il titolo negli ultimi dieci anni, confrontandole con altri centri turistici europei che invece non hanno seguito lo stesso percorso.

L’andamento ha rilevato aumenti tra il 6% e 25% del flusso tra i preparativi e l’anno stesso della Capitale. Il report, inoltre, mostra che i flussi turistici rimangono dopo i 12 mesi di eventi solo laddove si è investito per strutture che vadano oltre l’anno di nomina. “Abbiamo simulato uno stress test sulle attuali strutture ricettive - ha spiegato Silvia Gaiardi di Uniontrasporti - e non è stato positivo, il sistema rischia di non supportare le richieste”. Da qui, l’esigenza di delocalizzare i turisti che arriveranno nei comuni attorno con tre perimetri.

Il tutto in base al tempo necessario per raggiungere Gorizia in 15, 30 o 60 minuti. Nella prima fascia, si contano 13 comuni ma la critica più evidente è la scarsa frequenza del collegamento diretto tramite trasporto pubblico locale. Una carenza che rischia di sfavorire l’arrivo di turisti, in particolare stranieri che vorrebbero poter girare sul territorio senza affidarsi a mezzi propri. Da qui, le proposte dello stesso studio di guardare a una ricettività alternativa, come alberghi diffusi, riqualificazione di siti e dimore storiche.

La stessa analisi mostra una poca soddisfazione verso l’accessibilità ai siti turistici e alle strutture. Il masterplan ha guardato anche alle strutture attualmente presenti su Airbnb e altre piattaforme online, con circa 6mila disponibili attualmente. Infine, lo studio ha tracciato cinque obiettivi da perseguire: oltre al recupero del turismo di prossimità, anche l’aumento della durata medio di soggiorno, potenziamento dell’offerta per chi viene dall’estero, la destagionalizzazione - in particolare a Grado - e la redistribuzione.

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