Gorizia, Lega nazionale contro Anpi: polemica sul libro del Lapidario

Gorizia, Lega nazionale contro Anpi: polemica sul libro del Lapidario

il caso

Gorizia, Lega nazionale contro Anpi: polemica sul libro del Lapidario

Di Timothy Dissegna • Pubblicato il 14 Ott 2022
Copertina per Gorizia, Lega nazionale contro Anpi: polemica sul libro del Lapidario

Il presidente Urizio attacca l'Anpi: «Chi ha combattuto suoi fratelli non merita ricordo».

Condividi
Tempo di lettura

La presentazione di oggi del libro sul Lapidario di Gorizia, redatto dall'Anpi, ha immediatamente fatto scatenare le polemiche della Lega nazionale. L'associazione che da anni si occupa della cura del sito ha puntato il dito contro il volume, parlando di "pseudo-ricerche storiche e di un libro presentato da coloro che rappresentano solo i partigiani comunisti filo-Jugoslavia - attacca il presidente Luca Urizio - parte dei quali sono i colpevoli di infoibamenti e deportazioni di innocenti, anche donne e bambini". Non ha mancato poi di rivolgersi direttamente al presidente provinciale, Ennio Pironi.

Urizio ha infatti ripreso alcuni commenti e dichiarazioni del dirigente Anpi, ricordando che "quando il Pironi parla implicitamente di diritti ed ideali di 'giustizia e libertà' per i quali sono caduti anche dei partigiani, ribadisco quanto già scrissi in precedenza e cioè che il mio rispetto va a tutti coloro i quali hanno dato la vita per raggiungere uno scopo degno di essere considerato un ideale. Tutti dobbiamo difendere la memoria di coloro che hanno lasciato la vita per un futuro diverso, ma certamente non sono degni di essere ricordati coloro che asserviti alla volontà di conquista del maresciallo Tito, hanno combattuto contro i loro fratelli".

Formazione, questa, "che invece rappresentò l’incubo ed il terrore per tanti italiani vittime innocenti" prosegue ancora la Lega nazionale. "Caro presidente Pironi - rimarca - la storia vera è quella vissuta in prima persona e non quella che si vorrebbe fosse stata e testimoni e documenti dimostrano che le forze jugoslave ed i loro alleati lottarono per cacciare gli invasori, ma occuparono, in barba agli accordi presi con gli alleati occidentali, da bravi e convinti vincitori, terre albanesi, greche, ungheresi, austriache ed italiane e chi si oppose trovò la fine di Porzus. Alla conferenza di pace, Tito, assecondato da Stalin, rivendicava la Venezia Giulia".

Togliatti, precisa il dirigente dell'associazione, "giunse fino al punto di barattare Gorizia con Trieste. Di quali diritti si parlava per i popoli vinti? Oggi va di moda appellarsi al diritto dell’autodeterminazione dei popoli ma tale diritto fu negato agli italiani quando si trattò di cedere territorio nazionale alla Jugoslavia ed alla Francia. Preme ricordare che a fine 1946 l’Italia era ancora monarchia e lo erano altri sette Paesi europei in lotta contro la Germania e non avevamo alle spalle i commissari politici con il berretto ornato dalla stella rossa ed il vangelo di Lenin. Inoltre la maggior parte dei combattenti italiani del Sud era costituita da volontari residenti nell’Italia settentrionale".

"Comprendiamo - ancora Urizio - che molti sostenitori dell’Anpi vogliano difendere coloro che combattevano per la patria universale predicata e voluta da Lenin ma noi invece crediamo nella nostra patria come gli americani, gli inglesi, i francesi e gli altri nella loro perché nessuno che non sia comunista rinuncia alla propria patria, bandiera, famiglia, religione, lingua, cultura, tradizioni e libertà. Tante patrie aventi uguali diritti e doveri formano per noi una unica entità che deve vivere in pace ed operosità".

"Non possiamo immaginare - conclude - che i caduti ricordati dalle 'stelle rosse', tanto cari all’Anpi, siano stati d’accordo nel portare 'giustizia diritti e libertà' così come avvenuto a fine guerra nei territori occupati dalle truppe e partigiani sovietico-comunisti. Nella Venezia Giulia vi furono deportazioni ed infoibamenti e non pare che altrove sia stato diverso. Pertanto ci consenta presidente Pironi: siamo convinti che i caduti partigiani ricordati dalle stelle rosse se potessero esprimersi vorrebbero certamente non essere confusi con coloro che hanno combattuto per negare agli altri".

Rimani sempre aggiornato sulle ultime notizie dal Territorio, iscriviti al nostro canale Telegram, seguici su Facebook o su Instagram! Per segnalazioni (anche Whatsapp e Telegram) +39 328 663 0311.

Articoli correlati
...
Occhiello

Notizia 1 sezione

...
Occhiello

Notizia 2 sezione

...
Occhiello

Notizia 3 sezione