il commento
Gorizia, dubbi di Legambiente sulla qualità dell'aria: «C'è solo una centralina»
L'associazione chiede soluzioni transfrontaliere. Partito il monitoraggio a Sant'Andrea, le posizioni.
Gorizia si è posizionata al 32esimo posto nell’ultimo report Ecosistema urbano, redatto da Legambiente. Un posizionamento in linea con l’anno scorso, quando era 33esima, ma che non fa felice il locale circolo ambientalista. Sui 18 indicatori calcolati, infatti, il sodalizio punta il dito in particolare sulla qualità dell’aria, soprattutto in riferimento alla presenza di impianti industriali nelle aree periferiche della città e all’inquinamento derivante dal traffico cittadino, con un aumento della concentrazione di polveri sottili.
“Abbiamo avuto un leggero miglioramento della concentrazione di biossido di azoto - spiega il gruppo - e un calo nel numero di giorni in cui si è verificato lo sforamento dei valori di ozono rispetto al numero soglia, restando sempre al di sotto dei limiti indicati dall’Oms, risultati positivi probabilmente ottenuti grazie ai lunghi periodi di lockdown. La concentrazione di polveri sottili invece è risultata in lieve aumento. Ricordiamo a questo proposito che a Gorizia la rilevazione dei dati relativi alla qualità dell’aria viene effettuata da un’unica centralina”.
Questa, essendo in centro città, per Legambiente “non permette l’individuazione di situazioni critiche in zone periferiche, in particolare in prossimità della zona industriale a rilevanza regionale, che dista 2,7 chilometri dal centro. Per cercare di ovviare a questo problema, in seguito a segnalazioni fatte la scorsa primavera all’amministrazione comunale dal nostro circolo, è stato attivato un tavolo tecnico per individuare la provenienza di odori molto molesti, che già da qualche anno causano notevoli disturbi a coloro che risiedono in prossimità della zona produttiva”.
Per far luce su questo tema, da qualche settimana è partito il monitoraggio affidato a 19 volontari che, con con la supervisione dell’Arpa, “dovranno compilare delle schede dove verranno annotati alcuni valori, quali il tipo di odori percepiti, l’ora e l’intensità. Tali dati verranno poi inseriti in un software apposito, al fine di stabilire la provenienza degli odori molesti. Inoltre, delle centraline, messe a disposizione dal nostro circolo, sempre nel rione di Sant’Andrea, rileveranno i valori delle concentrazioni di polveri sottili nell’aria”, cercando eventuali correlazioni.
Rinnovata la preoccupazione “per il paventato insediamento di ulteriori impianti industriali pericolosi, in aggiunta alle due centrali termoelettriche (una in funzione alimentata a olio di palma, l’altra a metano in costruzione). Recentemente poi ci sono arrivate nuove segnalazioni di odori molesti nella zona di Montesanto a nord della città, forse ancora collegabili alla Livarna. Per affrontare i problemi relativi alla qualità dell’aria, che non conosce confini, il circolo di Gorizia ha chiesto formalmente al Gect la costituzione di un comitato ambiente. Si è in attesa di risposta”.
Occhi puntati anche sulla mobilità, ricordando che "l’offerta di trasporto pubblico (chilometri per vettura per abitante abitante all’anno) è rimasta stazionaria dal 2004, la più bassa della regione. Il tasso di motorizzazione è passato da 68 auto circolanti/100 abitanti a 69/100, superando la media nazionale di 65,7/100. L’estensione dei percorsi ciclabili è salita di 0,40 metri equivalenti per cento abitanti, arrivando a 7,25 metri equivalenti, mantenendosi comunque ad un livello molto basso. Le isole pedonali, calcolate in metri quadri per abitante, sono restate invariate”.
Sul verde, infine, Legambiente guarda positivamente i dati a rigurado ma chiede un nuovo Piano del verde, "nella consapevolezza dell’importante ruolo del verde", anche per quanto riguarda la vivibilità delle singole aree. "Assistiamo invece anche a questo proposito ad interventi spot, quale quello sollecitato a gran voce da genitori e insegnanti per la piantumazione di qualche albero nel cortile di alcune scuole, o un intervento appena annunciato, per un costo di 220mila euro, destinato a rivitalizzare un sito considerato degradato, con annessa realizzazione di una sala conferenze all’aperto".
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