Gorizia dice addio a Gigi Lo Re, fu leggenda della musica beat e anima delle Tigri

Gorizia dice addio a Gigi Lo Re, fu leggenda della musica beat e anima delle Tigri

il lutto

Gorizia dice addio a Gigi Lo Re, fu leggenda della musica beat e anima delle Tigri

Di Timothy Dissegna • Pubblicato il 12 Set 2024
Copertina per Gorizia dice addio a Gigi Lo Re, fu leggenda della musica beat e anima delle Tigri

Grande icona della musica beat e rock locale, fu l'anima del gruppo Le Tigri che spopolò negli anni Sessanta. Suonò ininterrottamente per 139 ore.

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Ha fatto risuonare per l’ultima volta le sue bacchette nel 2019 sul palco del Kulturni dom, regalando ai presenti un tuffo nel passato con i Cobra. Quello sarà un momento che tanti si porteranno dentro, ricordando Gigi Lo Re (nella foto, al centro): il celebre musicista delle Tigri di Gorizia si è spento oggi (giovedì 12 settembre) a mezzogiorno. Aveva 84 anni, trascorsi per la gran parte seduto sulla batteria dando prova del suo enorme talento. Un personaggio conosciuto da tutti coloro che hanno potuto vivere l’eclettismo musicale goriziano nel secondo Novecento, di cui lui fu uno dei protagonisti.

Nato in una famiglia con 6 tra fratelli e sorelle, è stata una vera rockstar nel panorama cittadino ma anche regionale. «Gigi è sempre stato, e lo è ancor oggi a questa bella età di 81 anni, una fucina di idee strepitose, guidato da un entusiasmo invidiabile» ha scritto la sorella Giuseppina, nota come Nuccia, aprendo l’ultimo libro a lui dedicato e dal titolo abbastanza eloquente: La leggenda, edito da Nuove edizioni della Laguna nel 2021. E lui non ha fatto altro che compiere imprese su imprese per alimentare il suo mito, a partire dall'infinità di ore trascorse sulla batteria.

Nel 1980, infatti, riuscì a suonare per 139 ore di fila in quel dell’Ugg, battendo il proprio record dell’anno prima di 67 ore. Sfide al limite delle capacità umane che hanno contribuito a far entrare Lo Re nell’immaginario collettivo, insieme a quella sua musica che lo ha portato a suonare dovunque. Perfino nel Piper, l’iconico locale della Roma anni Sessanta, dove nel ’65 partecipò con le Tigri a un raduno beat. Caso volle che tra il pubblico ci fosse anche Luchino Visconti, rimasto colpito da quei sei ragazzi tanto da usare due loro brani per un suo film.

Fu così che nella colonna sonora de Le vaghe stelle dell’orsa, premiato con il Leone d’oro a Venezia, entrarono anche Let’s Go e If you don’t want. Tanti appassionati ricordano poi Sardar Twist e La steppa, nel primo CD inciso nel ’62 nato da brani popolari russi e arrangiati a tempo di twist. Un disco che andò a ruba nell'Urss, si dice. E pensare che, nato in una famiglia povera, possedere una batteria era rimasto a lungo un sogno. La sorella Giuseppina ricorda che, a 15 anni, il padre gli propose: o un cappotto rammendato o lo strumento. La scelta fu facile e quel Natale segnò la sua nascita artistica.

Originario di via Giustiniani, dove oggi c’è una targa in sua memoria nella casa dove nacque, dopo la Seconda guerra mondiale si trasferì con la famiglia in via Mameli, proprio dietro la chiesa di Sant’Ignazio dove suo padre era sagrestano. Proprio lì teneva le sue prime prove, suonando con altri futuri grandi nomi di Gorizia tra cui Dario Stasi, compianto giornalista. Nel ’56 ecco l’esordio in pubblico al Circolo ricreativo della Safog, mentre tre anni dopo nacquero i The Tigers, primo nome della band diventata The King’s Quartett nel ’62.

Le Tigri sarà il nome scelto dall’anno successivo. Insieme a Lo Re, c’erano Tiziano Bainat (voce), Rudi Blanzan (chitarra), Silvano Gratton (chitarra solista), Roberto Sulini (basso) e Franco Ramot (chitarra). Passati gli anni, ma non la passione per la musica che l’ha visto ancora protagonista in numerose occasioni, come quando salì sul palco del Teatro Tenda in castello su invito dell’amico giornalista Giuliano Almerigogna, per stringere la mano a Billy Cobham in anni più recenti. Lascia i figli Angelica e Pierluigi, domani sono attesi la data e il luogo dei funerali.

Nella foto, da sinistra a destra: Giuliano Almerigogna, Gigi Lo Re e Giuseppe Assirelli.

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