Gorizia dice addio ad Aleš Doktorič, ambasciatore di cinema e dialogo

Il ricordo laico al Palazzo del cinema e l'omaggio di chi lo ha conosciuto, un fondo per aiutare giovani cinefili.

Lascerà un vuoto enorme come persona e come professionista. Le tante persone - tra cui numerosi esponenti di istituzioni e cultura - accorse questa mattina per l’ultimo omaggio a Aleš Doktorič testimoniano il profondo affetto nei suoi confronti, riempiendo la sala del Kinemax di Gorizia per una cerimonia laica organizzata dal Kinoatelje. Il presidente dell’associazione dedicata al cinema si è spento nei giorni scorsi a Bruxelles, dove viveva da qualche tempo, a soli 62 anni complice la malattia che lo aveva colpito. Un lascito, il suo, fatto di studio e passione.

In molti hanno voluto ricordarlo, anche solo con una firma sui libro bianco posto all’ingresso, contribuendo anche a creare un fondo per sostenere giovani autori e ricercatori nel campo della produzione audiovisiva. “Da un giorno all’altro - il ricordo di Mateja Zorn - hai preso le redini del Kinoatelje dal tuo maestro Darko Bratina e non solo hai mantenuto l'associazione sulla scena, ma hai anche dato un contributo decisivo al suo sviluppo”. Un lavoro esteso non solo alla realtà goriziana, ma che in 40 anni ha guardato oltre.

“Assieme ai collaboratori - ancora Zorn - hai trasformato l’associazione in un nucleo polivalente per progetti interculturali, che oggi opera su entrambi i lati del confine. La sua visibilità e il suo prestigio non si limitano all’ambito professionale del cinema o nei confini della comunità slovena in Italia, no, lo hai aperto al mondo. Dai primi passi dell'attività del circolo e con la dedizione alla riflessione cinematografica, hai trasformato il Kinoatelje assieme ai tuoi collaboratori in un nucleo produttivo” senza confini.

In questi anni, “sono stati realizzati film documentari e preziose pubblicazioni che hanno registrato in modo indelebile la ricchezza della nostra vita lungo il confine”. Rimarcato più volte anche il suo impegno per far scoprire in Italia il cinema dapprima jugoslavo e poi sloveno, grazie anche alle serate ad hoc al Kulturni dom. “Attraverso i film - ha ricordato Boris Peric, presidente della Transmedia - il Kulturni dom si è aperto alla città”. La stessa società ha visto Doktorič protagonista, “dando più cultura all’attività economica” e viceversa.

L’impegno nel cinema come strumento di cultura e lavoro è stato evidenziato poi da Piero Colussi, fondatore di Cinemazero a Pordenone: “Abbiamo iniziato a parlarci quando eravamo ragazzi, quando il cinema era poco considerato dai palazzi. Aleš ha fatto parte della commissione regionale che ha portato frutti come la Mediateca, questo Palazzo del cinema, rapporti con le scuole… In Italia una realtà così articolata non esiste”. Capacità organizzative portate anche nel mondo dell’insegnamento, come testimonia la presenta di diversi ragazzi.

È stato infatti anche docente al liceo France Prešeren di Trieste, come ricordato dall’amica e collega Darja Betocchi, mentre ulteriori aneddoti sono stati riportati da Milena Padovan, ex presidente della Glasbena matica di Trieste. “Non abbiamo creato archivi, biblioteche e musei per il passato, ma per il futuro. Solo il futuro può preservare una comunità, come lo è quella slovena in Italia. I nostri antenati hanno investito nella loro modernità e hanno creato un patrimonio. Come loro, investiamo anche noi nel presente, in un nuovo patrimonio per il futuro” ha concluso Zorn.

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