L'ANNIVERSARIO
Gorizia, la consulta slovena festeggia 50 anni: 'Toponomastica bilingue anche in centro'
Ziberna propone, «non si chiami ‘minoranza’ ma ‘componente’». Obiettivo lavorare assieme per mantenere le specificità della città.
Un giubileo importante quello celebrato questa mattina nella Sala del Consiglio comunale di Gorizia, soprattutto in un momento storico e simbolico di alta importanza come la Capitale Europea della Cultura. Cinquant’anni sono trascorsi da quando, il 9 dicembre del 1974, si è tenuta la prima riunione della Consulta della minoranza linguistica slovena cittadina che, a quel tempo, era intitolata “Consulta per i problemi della comunità etnica cittadina”. Molti i membri che ne hanno fatto parte, ampio il lavoro svolto per garantire una maggiore visibilità a una comunità la cui crescita è parte della crescita della città stessa.
Eppure qualcosa può ancora cambiare, a cominciare dall’idea lanciata dal sindaco Ziberna di far partire un’iniziativa parlamentare per sostituire il termine “minoranza” con quello di “componente”, poichè «si tratta di una definizione che mi lascia perplesso al pari di quello di “concessione dei diritti”» ha dichiarato il primo cittadino. La sua posizione è stata condivisa dalla presidente del consiglio comunale Silvia Paoletti il cui auspicio è che «in un futuro prossimo non si parli di minoranza ma di comunità vista come ricchezza del nostro territorio».
L’importanza della consulta per la comunità slovena di Gorizia è stata al centro anche delle parole del sindaco di Nova Gorica Samo Turel che ha esortato i membri dell’organismo a continuare a essere fieri e attivi. «La partecipazione politica è fondamentale e siete talmente presenti che anche a Nova Gorica ci chiediamo dove troviate la spinta e l’energia. Ma la vostra partecipazione – ha concluso Turel – è una delle basi di tutti i valori europei».
Un ringraziamento a quanti hanno finora operato all’interno della consulta è giunto da Marino Marsič, segretario della SKGZ (Slovenski cultura gospodarska Zveza, Unione culturale economica slovena) da cui provengono cinque componenti della consulta stessa. «Resta ancora tanto lavoro da fare: dobbiamo permettere alla nostra comunità di continuare a crescere. Molte sono le istituzioni e gli enti ben radicai nella realtà cittadina: noi vogliamo essere proattivi, non un problema per la città. Un’idea che abbiamo per il futuro è quella di portare la toponomastica bilingue fino nel centro di Gorizia». Un futuro a cui sarà orgogliosa di contribuire anche la SSO (Svet slovenskih organizacij, Confederazione delle organizzazioni slovene) rappresentata da Stefania Beretta.
«Se vogliamo mantenere la specificità di Gorizia dobbiamo lavorare insieme, abbiamo già perso le comunità tedesca e yiddish» ha commentato l’assessore alla Tutela delle identità linguistiche Maurizio Negro che ha quindi lasciato la parola ad Aldo Rupel, decano del sodalizio di cui ha fatto parte per sette volte. «Il mio discorso sarà basato sulla mia esperienza e sui ricordi soprattutto del mio primo mandato che mi ha visto restare in carica per 18 anni a partire dal 1974 dapprima nell’ambito culturale e poi, circa vent’anni fa, occupandomi di toponomastica».
Rupel ha ricordato il momento storico sociale che si respirava a Gorizia quando è nata la consulta: «All’inizio degli anni Settanta era cresciuto il desiderio di dare la giusta importanza alla composizione etnica e linguistica della città e si cominciava a riconoscere la presenza di Nova Gorica, mentre in Italia la politica si spostava verso il centro-sinistra».
«Credevamo che il Comune si sarebbe rivolto alla consulta per delle decisioni o raccomandazioni come anche quelle relative alla toponomastica: su 250 vie o piazze, 12 portano nomi di esponenti sloveni ma questo non si è verificato negli ultimi anni. Il Comune ha appeso diverse targhe bilingui, ma non in centro e in piazza Vittoria la targa che è presente è di piccole dimensioni, posizionata in un punto poco visibile» ha concluso Rupel con l’amaro in bocca.
L’attuale presidente della Consulta (la dodicesima) Aleš Waltritsch ha brevemente riassunto le competenze della consulta organo consultivo che offre delle opinioni su varie tematiche e collabora con il consiglio comunale senza però avere voce in capitolo sulle decisioni. «I membri della consulta sono stati fondamentali per la visibilità della nostra comunità ma, nonostante tutto questo lavoro, nessuno ha avuto ancora l’iniziativa di apporre all’ingresso della città un cartello con la scritta “Občina Gorica”. C’è stata l’affissione di 15 targhe bilingui, ma non in centro. È stata sostenuta la collocazione ai Giardini Pubblici del busto di Simon Gregorčič ma noi ora chiediamo al sindaco di farsi carico della pulizia di questa scultura».
«Vorremmo che venissero intitolati nuovi luoghi della città a esponenti sloveni – ha proseguito il presidente – e vorremmo che venisse ristampata e aggiornata in vista del 2025 la mappa topografica in tre lingue che abbiamo realizzato con la Società Filologica Friulana. La componente slovena è è parte fondante della città e ci chiediamo quindi perché nel budget comunale non ci sia una voce relativa alla consulta: auspichiamo che se ne discuta nel prossimo consiglio. Tutto questo allo scopo di arricchire e sviluppare ulteriormente Gorizia».
Prima di un brindisi finale all’importante traguardo raggiunto, la cerimonia è proseguita con la consegna dei diplomi da parte del sindaco agli oltre cento membri che hanno impreziosito con il loro apporto il lavoro della Consulta.
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