Gorizia, il Comitato Salute chiede di rivedere i criteri per mantenere l’Utic: «Basta con Asap, vogliamo i medici di base»

Gorizia, il Comitato Salute chiede di rivedere i criteri per mantenere l’Utic: «Basta con Asap, vogliamo i medici di base»

ASSEMBLEA PUBBLICA

Gorizia, il Comitato Salute chiede di rivedere i criteri per mantenere l’Utic: «Basta con Asap, vogliamo i medici di base»

Di Eliana Mogorovich • Pubblicato il 22 Feb 2025
Copertina per Gorizia, il Comitato Salute chiede di rivedere i criteri per mantenere l’Utic: «Basta con Asap, vogliamo i medici di base»

Adami chiede trasparenza sulle valutazioni che decideranno della sorte del reparto. Ancora senza soluzione il problema di Asap e medici di base.

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Una piazza che non si ferma, ma che non vuole prendersi alcun merito per la vittoria – al momento parziale - riportata in quella che è una battaglia per tutta la sanità isontina: e che il Comitato Salute pubblica di Gorizia si sta limitando a coordinare, riuscendo a far convergere verso l’unico scopo del benessere comune le forze di cittadini, sindaci del territorio e giunta comunale al completo. La quinta assemblea pubblica svoltasi questa mattina davanti a Municipio di Gorizia, con la successiva appendice del flash mob davanti all’ospedale cittadino dove è stato affisso uno striscione per il mantenimento della cardiologia, è stata l’occasione per coagulare nuovamente le forze e puntualizzare alcuni aspetti relativi alle dichiarazioni e agli ultimi atti dell’assessore regionale alla Salute Riccardo Riccardi.

«Oggi siamo qui in piazza tutti come cittadini, non come politici, per sollecitare la politica a non prendere decisioni dall’alto. Non ci accontentiamo delle parole, vogliamo che tutto sia scritto nero su bianco» ha esordito la coordinatrice del Comitato Daniela Careddu, riferendosi evidentemente anche alla presenza di molti consiglieri comunali di opposizione, giunti per sostenere la manifestazione senza vesti istituzionali ma da privati cittadini. I motivi del presidio, colorato da qualche palloncino rosso a forma di cuore, e del seguente flash mob sono stati esplicitati da Adelino Adami che ha esordito ricordando come in molti, a seguito delle prime manifestazioni, esortassero il Comitato a non perdere tempo perché le decisioni erano già state prese.

«Invece sono tornati indietro, Gorizia ha acquisito non autorità ma autorevolezza perchè quando la causa è sostenuta dai cittadini, dal consiglio comunale unito e dai sindaci del territorio si può vincere la battaglia. Diffidiamo però da chi voglia intestarsi la vittoria, che è di tutti, anzi: è una vittoria della città» ha tenuto a precisare Adami in apertura, riconoscendo immediatamente dopo onestà intellettuale all’assessore Riccardi per aver riconosciuto l’errore della delibera e aver provveduto alla sua correzione, effettuata ieri dalla Giunta regionale, per poter mantenere le degenze di cardiologia sia a Gorizia sia a Monfalcone. Però..

«Si dice che la delibera sia stata fatta per la razionalizzazione: allora perché lo spostamento dell’Utic a Monfalcone poteva essere effettuato in due mesi senza alcuna valutazione preliminare e adesso la Regione ha invece deciso che Asugi ha a disposizione un anno di tempo per effettuare le valutazioni tecniche in base a cui determinare la permanenza a Gorizia? Quello che emerge da questo atteggiamento è che ci fosse un disegno preciso dietro al trasferimento e che la nostra civile e democratica protesta ha fatto tornare indietro la politica. Tuttavia – ha annunciato Adami – ancora non abbiamo certezze e il Comitato starà attento a come verranno svolte queste valutazioni che devono essere trasparenti: basta un risultato poco chiaro che poi la valutazione viene costruita ad hoc».

Non è mancata una stoccata diretta alle due «cadute di stile» di Riccardi durante la conferenza stampa di giovedì mattina, richiesta al sindaco Ziberna proprio per chiarire la questione cardiologia e Utic. «L’assessore regionale non rappresenta un partito ma il suo attacco a personam a un consigliere regionale è stato una caduta di stile. Noi non lo abbiamo mai insultato e chiediamo un pari atteggiamento di rispetto da parte sua. Un’altra caduta è quando siamo stati etichettati come una “piazza che vuole fare la rivoluzione” mentre ci siamo sempre trovati davanti al Comune in modo civile».

Tornando alle questioni più prettamente sanitarie, Adami riprende le parole di Riccardi relative ai 53 milioni di euro che la Regione avrebbe stanziato fra il 2014 e il 2019 a favore della sanità goriziana. «Noi prediamo come vera questa affermazione e ne siamo oltremodo felici ma in qualsiasi azienda a fronte di un investimento ci si attende un aumento della produzione per cui come cittadino mi chiedo quali migliorie abbiano portato questi investimenti. L’unica cosa in cui si possono vedere è la Casa della Salute che, in realtà, è finanziata da fondi Pnrr e, comunque, ancora non si sa chi ci lavorerà, quali servizi offrirà e in che tempi. Se alla fine dovesse servire come centro prelievi o per concentrarvi gli ambulatori dei medici di base invece che avere una ricaduta positiva resterebbe una cattedrale nel deserto».

«Ciò che è incontestabile – ha continuato Adami – è che a fronte di 53milioni di investimento, 5mila cittadini goriziani sono senza medico di base. Gli Asap dovevano essere sperimentali, invece sono aumentati e all’orizzonte non si profila una loro chiusura. All’assessore regionale chiediamo la loro chiusura: possibile che in una regione come la nostra, in cui sono presenti due facoltà di medicina, manchino medici? Cosa è stato fatto per incentivarli? La ragione per cui non vengono a Gorizia è che sentono odore di smobilitazione mentre i giovani cercano possibilità di carriera e di sviluppo. Mentre i medici devono essere attirati, ai cittadini deve essere restituito il diritto costituzionale ad avere e a scegliere liberamente il proprio medico».

La questione della carenza dei medici si lega, peraltro, al piano oncologico regionale, criticato dal Comitato per essersi concentrato solo sul numero degli interventi da effettuare nei centri di cura allo scopo di concentrare l’attività e non aver tenuto conto del fattore prevenzione. «Il 30% delle patologie neoplastiche può essere evitato con la diagnosi precoce e la prevenzione, attività che partono proprio dai medici di medicina generale: ma se loro mancano, come si può parlare di prevenzione?». A conclusione dell’assemblea, Adami rassicura: «Il movimento partito dal consiglio comunale e la vostra presenza qui, che ci ha veramente riempito il cuore, sono un processo che non si fermerà: a Gorizia è iniziato qualcosa che darà i suoi frutti. Noi del Comitato abbiamo coordinato l’azione ma non ci intestiamo vittorie, il merito va tutto a voi».  

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