Gorizia, le città sul confine chiamano Bruxelles: «Serve autonomia»

Gorizia, le città sul confine chiamano Bruxelles: «Serve autonomia»

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Gorizia, le città sul confine chiamano Bruxelles: «Serve autonomia»

Di Timothy Dissegna • Pubblicato il 30 Set 2022
Copertina per Gorizia, le città sul confine chiamano Bruxelles: «Serve autonomia»

L'idea di unire le città della cultura e sul confine, un tavolo a livello europeo.

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Nell’Europa che conta il 40% del proprio territorio a cavallo di confini, si alza la richiesta di dare strumenti decisionali alle città che lì vivono la quotidianità. Un appello guidato da Gorizia e Nova Gorica, che hanno chiuso quest’oggi il XVIII Forum dell’euroregione aquileiese dopo una tre giorni che ha coinvolto anche Udine e Trieste. In riva all’Isonzo sono così arrivati diplomatici, esponenti delle istituzioni locali e sovrazionali, nonché esperti delle questioni amministrative che coinvolgono Stati diversi.

Meccanismi noti al Gect Go ma anche a tutte le altre forme di collaborazione attive nel resto del continente. Sono una quindicina le città che condividono le caratteristiche goriziane, ossia quella di avere due centri urbani separati da una linea di demarcazione, e la richiesta comune è quella di essere coinvolti dall’Unione europea nei processi. Esigenza emersa chiaramente durante la fase più acuta della pandemia, come evidenziato oggi dal sindaco sloveno Klemen Miklavič, con i governi di Roma e Lubiana ben lontani dalle esigenze locali.

Quella chiusura è stata così la testimonianza che il confine è ancora lontano dall’essere cancellato. In questo senso si inserisce il lavoro che si vuole portare avanti, presentato nei suoi vari aspetti durante i lavori promossi dall’associazione Mitteleuropea. Il presidente Paolo Petiziol - che ha fatto dono ai due sindaci di casa della Pietra di Salomone - ha quindi annunciato la nascita del “primo Ecoc-system, un’esperienza che farà da battistrada alle altre città europee di confine” con l’idea di vertici annuali, magari a Bruxelles.

Da qui, la richiesta al governatore Massimiliano Fedriga di poter usare gli spazi della Rappresenta regionale all’Ue "per continuare ad incontrarci e per poter portare avanti un lavoro di lobby direttamente sul campo, vicino alle istituzioni” comunitarie. L’idea è stata spostata anche dall’eurodeputata leghista Elena Lizzi, puntando a creare “un prototipo per le altre città europee di confine, un sistema di relazioni strutturali che aiutino lo sviluppo socio economico dei territori”. Suggerimenti emersi durante il convegno all’Entourage.

La giornata, prima di chiudersi con una passeggiata e la tappa in piazza Transalpina, è quindi passata per il municipio di Nova Gorica insieme ai rappresentanti di Valga (Estonia), Valka (Lettonia), Frankfurt Oder (Germania) e Slubice (Polonia), ossia “gorizie” che la storia e i confini hanno diviso in due realtà statuali diverse. Il sindaco polacco, Mariusz Olejniczak, ha rimarcato come “abbiamo bisogno di risposte per sapere come risolvere i nostri problemi quotidiani”, quasi sempre analoghi in tutte queste realtà transfrontaliere.

“È necessario - la posizione di Rodolfo Ziberna - che l'Europa riparta dal territorio, dai sindaci e dai cittadini, non limitandosi ad affrontare i problemi ‘macro’, ma aiutando anche quei territori per i quali l'essere su un confine comporta in molti ambiti difficoltà nell'erogazione di servizi che pertanto per questo motivo diventano più costosi”. Da qui, la sottoscrizione di una posizione comune tra le sei città per chiedere all’Ue di "sviluppare meccanismi che consentano una maggiore autonomia delle città transfrontaliere”.

Appello anche a “riconoscere le città transfrontaliere come un’opportunità per mostrare il successo dell’integrazione europea” e “considerare e affrontare le sfide che le città transfrontaliere devono affrontare nell’attuazione delle loro strategie per lo sviluppo congiunto e il miglioramento della qualità della vita nelle aree urbane” a cavallo dei confini. L’obiettivo è arrivare a un “superamento dei requisiti amministrativi per investimenti, eventi e altri progetti in comune”. Per Milena Manss, vicesindaco tedesca, “Gorizia e Nova Gorica sono un faro a livello europeo”.

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