la discussione
Gorizia cede quote di Autovie Venete, lavori per la Porta d'Italia entro il 2025
Approvata ieri sera la cessione delle quote, dubbi sollevati dal forzista Dario Obizzi e da parte dell'opposizione. Il Comune incasserà 12mila euro.
È durata circa un’oretta, impiegando forse più tempo del previsto, la discussione di ieri in consiglio comunale a Gorizia sulla cessione delle quote di Autovie Venete alla stessa società in house. Un passaggio prettamente tecnico, come spiegato dall’assessore alle partecipate Paolo Lazzeri, che farà arrivare circa 12mila euro al Comune. L’ente, infatti, detiene lo 0.013% delle quote dell’azienda, interessato per l’autostrada A34, e proprio questa cessione apre le porte alla risoluzione di un problema collegato.
Si tratta in particolare della manutenzione degli ultimi 500 metri dell’arteria, in prossimità del confine con la Slovenia prima del valico di Sant’Andrea, attualmente in capo all’amministrazione locale. Quegli spazi, infatti, sono in gestione alla Sdag - e quindi di proprietà del Comune che ne detiene il controllo - ma la manutenzione da fare è molto onerosa. Una situazione aggravatasi in particolare durante il primo periodo della pandemia, quando i mezzi pesanti in transito hanno percorso lungo i lati della carreggiata.
Un passaggio che ha gravato sulla tenuta della strada e sul quale l’amministrazione locale ha più volte espresso la proprie difficoltà a intervenire. «Il Comune non gestisce autostrade - ha illustrato Lazzeri - e questo tratto non può in alcun modo essere oggetto di canone o esborso di denaro a nostro favore, perché l’A34 finisce a Villesse e chi entra paga un pedaggio, nel quale sono ricompresi anche gli oneri per la manutenzione dell’autostrada. Ogni intervento quindi ha un costo in perdita che grava sul bilancio del Comune di Gorizia».
L’esponente della giunta ha anche ricordato una riunione nei giorni scorsi con i vertici della nuova Autostrade Alto Adriatico, il ministero dei Trasporti, Sdag e la Polizia Stradale nella quale è stata trovata una soluzione: «In vista della Capitale europea della cultura, Autostrade Alto Adriatico interverrà entro l’8 febbraio 2025 per mettere a posto il manto stradale, la segnaletica e tutto il necessario affinché l’area sia perfetta e dignitosa» in prossimità della Porta d’Italia, ossia il grande varco che segna il confine italo-sloveno.
Inoltre, ci sarà una convenzione con tutti i soggetti interessati «in modo che il peso economico non aggravi più sulla Sdag e quindi sul Comune, dando in concessione o altro la parte di manto stradale interessata». Lazzeri ha quindi fatto anche una riflessione sul futuro di Autovie, diviso tra due ipotesi: o la sua liquidazione o l’essere acquisita dal nuovo soggetto Autostrade Alto Adriatico. La stessa Regione Autonoma, nella sua ricognizione delle partecipate, ha previsto la liquidazione della società, come spiegato dall’assessore.
«Noi siamo l’unico Comune ad avere ancora quote di Autovie Venete Spa» ha precisato. Oltre ai 12mila euro previsti dalla cessione, ci sono anche 72mila euro di riserve destinate a Gorizia la scorsa estate proprio nell’ottica di chiusura dell’azienda. Contrario all’azione si è espresso Franco Zotti (Zotti contro tutti), che ha puntualizzato che il capitale societario «ammonta a 24.473 euro, già qui regaliamo 8mila euro. C’è una carta scritta in cui questi soggetti si impegnano a fare i lavori che hanno promesso sulla strada?».
Perplessità espresse anche da Dario Obizzi (Forza Italia), chiedendo - a titolo personale - anche di rinviare la scelta sul tema. Evidenziando proprio l’attuale situazione societaria di Autovie, si è domandato anche lui il futuro: «Andare a cedere le azioni in questo momento è un salto nel buio. Potrebbe essere giusto o sbagliato, ma avere un piede dentro una società è fondamentale perché significa poter avere accesso a informazioni che altrimenti potremmo perdere». Ha anche espresso il desiderio di leggere il testo del futuro accordo sulla manutenzione del tratto di A34.
Dubbi fatti propri da Andrea Picco (Noi mi noalstris Go), che ha chiesto di «non svendere la nostra partecipazione senza avere la certezza che si intervenga su quel pezzo di autostrada». Dal Pd, il capogruppo Marco Rossi si è detto a favore sul punto, così come Giulia Roldo (Martina sindaco): «La delibera parla chiaro, la società non è ancora formalmente in liquidazione ma dubito che gli esponenti regionali si sarebbero espostati tanto se non volessero andare fino in fondo». Alla fine, sono stati 27 i voti a favore, 4 contrari e altrettanti astenuti.
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