Casa della donna e del bambino pronta ad aprire, 10 anni d'attesa a Gorizia

Casa della donna e del bambino pronta ad aprire, 10 anni d'attesa a Gorizia

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Casa della donna e del bambino pronta ad aprire, 10 anni d'attesa a Gorizia

Di Eliana Mogorovich • Pubblicato il 06 Mar 2024
Copertina per Casa della donna e del bambino pronta ad aprire, 10 anni d'attesa a Gorizia

Nella nuova struttura, posta in Parco Basaglia, non si partorirà ma sarà un progetto unico a livello nazionale dedicato ai futuri genitori della zona.

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Le prime notizie della Casa del parto risalgono a dieci anni fa. Facendo una ricerca su Google, ecco riaffiorare un documento della giunta regionale datato 11 agosto 2014 nel quale si dice che «la presidente del Friuli Venezia Giulia Debora Serracchiani e l'assessore regionale alla Salute Maria Sandra Telesca hanno fornito importanti assicurazioni sulla Sanità isontina nel corso di un incontro nel Municipio di Gorizia con le Commissioni Welfare e Politiche sociali ed il sindaco Ettore Romoli».

«In merito alla chiusura del Punto nascita locale - prosegue - Serracchiani e Telesca hanno fornito garanzie sull'implementazione del Percorso Nascita grazie alla ridestinazione ai servizi pediatrici del personale infermieristico in precedenza impegnato al Punto nascita, Casa del Parto per assistere le donne nella fase di preparazione», in accordo con l'ospedale sloveno di Šempeter «per offrire ai goriziani la possibilità di partorire in quella Struttura». Tre anni dopo sono arrivati i fondi europei erogati dal Gect per l’esecuzione dei lavori, che – nell’aprile 2022 secondo un articolo del quotidiano Il Piccolo – si sarebbero dovuti concludere entro il febbraio dell’anno seguente (quindi, 2023).

A dieci anni dalle prime rassicurazioni sull’attivazione di un Punto Nascita alternativo a quello appena chiuso, la Casa del Parto di Gorizia è diventata realtà, adattando il proprio nome ai reali servizi che vi verranno garantiti. «Non si chiamerà Casa del parto ma Casa della Salute della donna e del Bambino», spiega Marilena Francioso, da circa dieci anni direttore della Struttura complessa Salute della Donna, dell'Età Evolutiva e della Famiglia dell'Area Isontina di Asugi. «Lì non si partorirà, per quello ci si dovrà sempre rivolgere alle strutture ospedaliere, ma ci saranno tutte le strutture per rendere operativo in un luogo unico il nostro percorso, unico al punto da preso a modello in tutta la regione».

La serie di servizi che saranno offerti è descritta da Roberta Giornelli, Coordinatrice ostetrica e referente ostetrica aziendale: «Ci saranno la palestra, la piscina, la sala convegni, gli ambulatori per la gravidanza fisiologica e per tutte le attività previste dal percorso nascita. Abbiamo lavorato tutti questi anni per riempire questa struttura di contenuti, perché adesso stiamo implodendo nelle nostre strutture e non abbiamo per esempio un auditorium in cui poter riunire tutte le mamme dei diversi corsi pre-parto che attiviamo circa ogni mese e mezzo». Molte persone continuano a essere spiazzate dalla soppressione del Punto Nascita a Gorizia, perdita che sembra aver lasciato un vuoto in realtà più emotivo che reale.

Prosegue Giornelli: «Ancora adesso mi trovo a rispondere a chi mi dice “ma cosa avete fatto per mantenerlo? Non avete fatto niente”. Questo significa che non conoscono quello che già stiamo facendo, con un Percorso che comprende le Struttura complessa di Ostetricia e ginecologia e di Pediatria degli ospedali di Monfalcone e Gorizia, i due consultori e il servizio sul territorio con le visite domiciliari (per una descrizione dettagliata delle attività si rimanda al precedente articolo, ndr). La Casa della Salute della donna e del Bambino sarà un progetto unico a livello nazionale, frutto del lavoro di approfondimenti e conoscenza maturato negli anni e che ci ha portato a confrontarci con simili realtà già attive in Danimarca e in Olanda».

Al momento si stanno definendo gli ultimi dettagli per l’arredo della struttura dove ci sarà spazio non solo per la mamma e il bambino ma per la famiglia in senso lato. «Questa struttura - spiega ancora la coordinatrice ostetrica - dovrà essere un luogo di incontro dedicato agli utenti e con una progettualità che preveda il supporto delle associazioni, in modo da proporre attività che possano renderlo un luogo ricreativo per le famiglie: dalla lettura al ricamo, ai laboratori con la lana. Attiveremo anche il corso in acqua con i bambini, che non è possibile realizzare nella piscina del San Giovanni di Dio: si tratterà di un momento importantissimo perché è un’esperienza che coinvolge tutta la famiglia e favorisce il rilassamento e il gioco».

Il tutto si troverà in Parco Basaglia. Tra i programmi in cantiere, l’ampliamento del percorso alla genitorialità per sensibilizzare a temi come la corretta alimentazione o i problemi legati all’uso precoce dei dispositivi elettronici. E in questa casa potranno trovare spazio anche i nonni per cercare di sanare lo scollamento fra le pratiche messe in atto dalle nonne, le mamme degli anni Novanta, e le nuove mamme, portate a un accudimento molto diverso da quello che a loro volta avevano ricevuto.

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