le celebrazioni
A Gorizia battesimo la notte di Pasqua, scelta di un giovane afghano
Ieri sera il sacramento al giovane in Duomo, l'arcivescovo ammonisce: «La maggior parte dei neonati non è battezzata».
Ha scelto la notte simbolo della passione di Cristo per battezzarsi, facendo rivivere il sacramento a tutti i presenti come ha sottolineato lo stesso arcivescovo. Ieri sera Wali “Valentino”, un ragazzo di 28 anni originario dell’Afghanistan, ha ricevuto l’acqua santa dalle mani di monsignor Carlo Roberto Maria Redaelli, nel corso della Veglia pasquale in Duomo a Gorizia. “Il battesimo è la nostra Pasqua personale in cui moriamo alla vita del peccato – muore l’uomo vecchio, dice Paolo – per rinascere a una vita nuova”.
Le parole del presule hanno anticipato il gesto che ha sancito l’ingresso del giovane nella comunità cattolica. “In un certo senso tutti i battesimi dovrebbero essere celebrati in questa veglia pasquale” ha evidenziato, rilevando come la libertà del singolo sia rispettata da Dio “fino in fondo”, prendendo “su di sé le conseguenze della nostra scelta per il male: ecco la croce, il più grande delitto cioè uccidere il Figlio di Dio. Ma la croce diventa anche la più grande scelta d’amore”, dando la vita per l’altro.
Questa mattina, invece, è stata la chiesa di Sant’Ignazio ad accogliere la messa del giorno della resurrezione. Occasione in cui il vertice della Curia è tornato sul sacramento: “Secondo voi, quando comincia la vita eterna? Con la morte? Con la fine del mondo? No, inizia con il battesimo. Se attraverso quel sacramento diventiamo figli e figlie di Dio, significa che siamo già in una vita nuova e definitiva. Certo, c’è ancora il passaggio oscuro e misterioso della morte fisica, ma è appunto un passaggio che non ci toglie la vita divina".
“Come sarebbe possibile, infatti, che un figlio, una figlia di Dio morisse? Se così succedesse, vorrebbe dire che il battesimo ci avrebbe dato solo il nome di figlio, di figlia di Dio e non la realtà della figliolanza divina”. Dall’altra parte, però, la constatazione che alla “maggior parte dei bambini che nascono a Gorizia – pochi, ma ci sono – questa grazia viene negata, perché i genitori non chiedono per loro il battesimo e forse i cristiani amici, o comunque vicini ai genitori, non sono di aiuto a richiamare l’importanza di questo dono”.
La mattina di Pasqua era già iniziata con il tradizionale appuntamento del Resurrexit, celebrato in Cattedrale in lingua slovena alle 6.30 - alla presenza dello stesso arcivescovo - mentre alla stessa ora don Carlo Bolčina lo celebrava a Piedimonte. A San Rocco, invece, dopo la messa dell'Aurora si è tenuta la processione del Resurrexit per le vie del borgo, seguita dalla celebrazione cantata con i canti della tradizione, la corale diretta da Giada Piani con all'organo Vanni Feresin per eseguire la Missa Aquilejensis di Augusto Cesare Seghizzi.
Foto Timothy Dissegna/Sergio Marini/Vanni Feresin
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