Gorizia, Basaglia e la scuola pittorica goriziana si incontrano in una mostra all'Auditorium

Gorizia, Basaglia e la scuola pittorica goriziana si incontrano in una mostra all'Auditorium

CAPITALE EUROPEA DELLA CULTURA

Gorizia, Basaglia e la scuola pittorica goriziana si incontrano in una mostra all'Auditorium

Di Eliana Mogorovich • Pubblicato il 31 Gen 2025
Copertina per Gorizia, Basaglia e la scuola pittorica goriziana si incontrano in una mostra all'Auditorium

Apre domani 'I luoghi dell'incertezza e le emozioni della libertà', collettiva di artisti italiani e sloveni che proporrà al suo interno un'assemblea basagliana.

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Raccontare Franco Basaglia e la libertà alla base della sua rivoluzione. Raccontare però anche la libertà di interpretare il segno grafico tipicamente mitteleuropeo ponendo le basi di quella “Scuola goriziana” che Luciano De Gironcoli ha teorizzato nell’omonimo opuscolo edito dall’Unitre di Cormons nel 2012. Sono questi i due poli attorno a cui ruota “I luoghi dell'incertezza e le emozioni della libertà”, la mostra nata da un’idea di Aberto Bergamin, presidente della Carigo, e di Franco Dugo, poi passata nelle mani organizzative dall’amministrazione comunale, dell’Associazione per le Arti Contemporanee Prologo, con il critico Giancarlo Pauletto e la collaborazione dello stesso Dugo.

Inserita fra gli eventi di Go! 2025 – Nova Gorica e Gorizia Capitale Europea della Cultura, l’esposizione che verrà inaugurata domani, sabato 1 febbraio, alle 18, è ospitata negli spazi dell’Auditorium della Cultura Friulana e la sua permanenza sarà accompagnata (sabato 15 febbraio) da una visita guidata a cura degli stessi artisti e da una serata di poesia e musica, ancora in fase di definizione, in programma giovedì 27 febbraio. L’Auditorium o, in alternativa, Palazzo de Grazia saranno invece la sede dell’assemblea pubblica di stampo basagliano prevista per sabato 22 febbraio: un’occasione per la cittadinanza di prendere la parola e confrontarsi sull’arte per promuoverne la sua vitalità e le sue potenzialità comunicative in tempi sempre più frammentati dalla tecnologia.

Trentanove gli artisti, sia italiani sia sloveni (solamente cinque) che sono stati chiamati a realizzare nuove opere o condividere lavori del passato che parlassero di Basaglia in senso ampio. Sebbene l’iniziale intenzione fosse di coinvolgere solo autori viventi, la mostra presenta in realtà diversi omaggi ad artisti scomparsi: Armando Depetris, Cesare Mochiutti, Mario Di Iorio, Nico Di Stasio, Maurizio Gerini,  Claudio Mrakic e Luciano De Gironcoli. Accanto a loro, Sergio Altieri, Massimiliano Busan, Roberto Cantarutti, Stefano Comelli, Alfred De Locatelli, Ignazio Doliach, Franco Dugo, Stelio Kovic, Michele Fenzl Menardi, Paolo Figar, Laura Grusovin, Francesco Imbimbo, Giacinto Iussa, Silvia Klainscek, Damjan Komel, Andrej Kosič, Anja Kranjc, Roberto Kusterle, Alessandra Lazzaris, Marina Legovini, Cesare Mochiutti, Dilka Nassyrova, Stefano Ornella, Giovanni Pacor, Aleksander Peca, Maria Grazia Persolja, Jasmina Rojc, Ignazio Romeo, Alessio Russo, Nika Šimac, Angelo Simonetti, Franco Spanò e Giorgio Valvassori.

Il percorso procede in modo tematico ma cerca anche un bilanciamento cromatico dei lavori, soprattutto al piano superiore. Al pianoterra il tema è la malattia mentale in senso lato, con i primi omaggi a Marco Cavallo, eletto a icona del pensiero basagliano dagli autori presenti in mostra, affascinati dall’invito all’arte e alla libertà che emerge dal suo nitrito. Le allusioni alla prigionia, alla voglia di indipendenza, ma anche i penseri neri e ambivalenti propri della malattia mentale trovano espressione nell’avvolgente sequenza di opere che spaziano dalla scultura alla pittura, dall’acquerello alla fotografia. La mostra rimarrà aperta venerdì, sabato e domenica (dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle19) fino a domenica 2 marzo.

Nel corso della preview per la stampa, condotta da Franco Spanò, sono emerse due progettualità che l’assessore comunale a Go!2025 Patrizia Artico vorrebbe riuscire a realizzare nell’anno della Capitale Europa della Cultura, visto anche il forte legame fra l’evento in sé e la mostra, entrambi legati dall’idea dell’abbattimento dei confini, reali o mentali che siano. Una prima proposta riguarda la realizzazione di un convegno dedicato alla Scuola goriziana, finalizzato anche a valutarne la progressione rispetto al momento della sua teorizzazione. Un convegno su Basaglia e la portata della sua rivoluzione, idea cullata dalla Fondazione Carigo e da cui è partito il progetto della mostra stessa, è il secondo obiettivo che si è proposta l’assessore per i prossimi mesi. 

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