le iniziative
Gorizia attende il Giorno del ricordo, le cerimonie sul territorio
Domani il ricordo delle vittime di foibe ed esodo, appello a rimuovere la scritta Tito sul Sabotino.
Il 10 febbraio 1947, l’Italia firmava il Trattato di pace di Parigi con le nazioni vincitrici della Seconda guerra mondiale. Una sigla che ha significato, di fatto, la fine della presenza italiana nei Balcani e lungo le coste di Istria e Dalmazia, ricordata 57 anni dopo con l’istituzione della Giornata del ricordo. Come ogni anno, anche a Gorizia - dove fin dai primi anni del dopoguerra trovarono casa molti profughi - sarà ricordata la ricorrenza, con una cerimonia alle 16.45 in largo Martiri delle Foibe.
L’amministrazione locale sarà presente insieme all’Associazione nazionale Venezia Giulla e Dalmazia e alla Lega nazionale. Il questore Paolo Gropuzzo deporrà una corona d’alloro ai piedi della lapide collocata all’ingresso della Questura, in memoria del suo personale deportato nel maggio 1945 e ucciso. La cerimonia si svolgerà in forma ristretta. Gli appuntamenti per la Giornata inizieranno già dalla mattina, però, sul territorio provinciale, come a Medea dove l’Ara Pacis ospiterà un momento di raccoglimento alle 9.
Nella zona sacra sul colle sono ospitate, dal 2009, anche zolle di terra raccolte dalle foibe. A Monfalcone, invece, alle 11 si svolgerà la cerimonia in ricordo delle vittime delle foibe e dell’esodo da Istria, Fiume e Dalmazia, con la deposizione di una corona davanti al monumento in via Fratelli Rosselli e la consegna degli attestati dedicati agli esuli che si stanziarono in città. Alle 17.30, presso la Sala conferenze della biblioteca di via Ceriani, i “Lettori in cantiere” e l’associazione Arteatro daranno vita ad uno spettacolo di letture ad alta voce.
Verranno proposti alcuni intensi brani e versi di scrittori che hanno affrontato il doloroso tema sulla propria pelle. La lettura dei testi sarà inframmezzata da brani musicali eseguiti al violino dal maestro Simone D’Eusanio. Alla vigilia dell’appuntamento nazionale, l’Anvgd in una nota evidenzia che “chi non affronta la storia del confine orientale italiano con il paraocchi ha individuato nella scellerata politica asburgica del divide et impera la causa degli opposti nazionalismi che hanno iniziato a fronteggiarsi già a fine Ottocento”.
“Chi non ha nostalgia delle dittature - rimarca - si riconosce nella condanna dei totalitarismi novecenteschi sancita da quelle istituzioni europee all’interno delle quali Italia, Slovenia e Croazia guardano al futuro e riconoscono le reciproche sofferenze patite nel secolo delle ideologie”. Il deputato Guido Germano Pettarin (Coraggio Italia) ha invece annunciato di essere al lavoro su “una proposta di legge per impedire a chi, ancora oggi, si ostina a negare o giustificare la tragedia delle foibe di continuare a gettare fango sul dramma di un popolo e sulla sua memoria.
“La proposta di legge potrà essere sottoscritta da tutti i parlamentari e confido che l’adesione sia bipartisan. Le foibe sono una delle pagine più buie della storia italiana ed europea, rimasta troppo a lungo nascosta” ha aggiunto. L’ex forzista ha quindi auspicato che la scritta inneggiante a Tito sul monte Sabotino, sopra Gorizia e Nova Gorica venga eliminata, con “gli autori, in un gesto finalmente di rispetto e di pace, rimuovano quella scritta che rappresenta un’offesa all’intero popolo italiano e ai valori fondamentali dell’Unione europea”.
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