La novità
Gorizia, Antonella Antonaci apre il Family Café in via Trieste

Con il sostegno del marito Tullio e dei figli Andrea ed Erika, il locale sarà attento alle tradizioni goriziane e aprirà alle 5,30 del mattino.
Avviare una nuova attività commerciale all’età di 60 anni non è un’impresa alla portata di tutti. Grande determinazione e una solida confidenza nelle proprie capacità sono tra gli ingredienti essenziali per farlo. È certamente questo il caso di Antonella Antonaci, che di esperienza ne ha da vendere, avendo lavorato per quasi 30 anni dietro il bancone di alcuni dei più noti bar di Gorizia, come il bar D’Atri di via Crispi – dove aveva cominciato quando era ancora quindicenne – o i bar Chicco (oggi Bellini) e Morocco di Corso Italia. In quest’ultimo, in particolare, è stata impiegata per 17 anni, fino alla chiusura.
Sabato 17 agosto, alle 18, Antonaci inaugurerà la sua nuova attività: il Family Café, un nuovo bar-caffetteria in via Trieste 26. Il nome stesso svela un altro ingrediente – il sostegno di tutta la sua famiglia – che, insieme all’attenzione per le tradizioni goriziane e l’orario di apertura alle 5.30 del mattino, potrebbe rivelarsi determinante per il successo dell’iniziativa. «A darmi la spinta decisiva – afferma Antonaci – è stato il supporto che ho trovato in famiglia, a cominciare dal mio compagno, Tullio (58 anni), e i miei figli: Andrea (19 anni) ed Erika (40). I primi due, in particolare, saranno quelli più attivi nella gestione, mentre Erika aiuterà quando potrà».
I lavori per l’apertura del nuovo bar sono iniziati tre mesi fa nel locale che, fino al 2019, ospitava il Charly. «Sono in tanti a incitarmi ad aprire – spiega la titolare – soprattutto tra i residenti del quartiere, perché in questa zona manca proprio un locale che mantenga le vecchie abitudini goriziane di un buon caffè con brioche la mattina presto e un buon aperitivo con tartina, tradizioni che ormai stanno scomparendo».
Anche la scelta di aprire così presto, la mattina, potrà permettere al locale di diventare un punto di riferimento per quanti avranno bisogno di fare colazione all’alba. Un po’ come lo era stato per decenni il non distante bar-panificio Viatori di via Duca d’Aosta, che aprendo alle 5 era tanto caro sia ai goriziani mattinieri, sia a quelli più nottambuli e festaioli. Un’offerta ormai del tutto scomparsa in città da anni, e che non è stata neanche tanto facile ripristinare. Spiega infatti Antonaci che «a differenza di Viatori – che aveva un proprio forno – noi abbiamo dovuto cercare in tutto il Goriziano transfrontaliero un fornitore di brioche, dolci e pane in grado di garantirci l’apertura alle 5.30».
La scelta è infine ricaduta sul Forno d’Asolo di Medea, rivela Tullio: «Nella totale assenza di prodotti appena sfornati, abbiamo ripiegato su una soluzione di comodo – i surgelati – ma senza rinunciare alla qualità». «La nostra è anche una scommessa sul 2025. Alla mia età, non è facile trovare lavoro e quindi ho deciso di rimettermi in gioco. Se non è questo il momento giusto per aprire, alle soglie dell’anno della Capitale europea della cultura, non ce ne saranno altri», conclude fiduciosa la neo-imprenditrice.
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