Gorizia ancora divisa sulla X Mas, l'Anpi sceglie lo scontro a distanza

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Gorizia ancora divisa sulla X Mas, l'Anpi sceglie lo scontro a distanza

Di Ivan Bianchi • Pubblicato il 21 Gen 2023
Copertina per Gorizia ancora divisa sulla X Mas, l'Anpi sceglie lo scontro a distanza

Un'ottantina di persone in municipio, un centinaio in corso Verdi. Stoccata al sindaco di Nova Gorica.

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Non si sono confrontati, come negli anni passati, in modo diretto Anpi e Associazione combattenti X Mas, ma è stato uno scambio a distanza tra chi ha deposto un mazzo di fiori sotto la lapide che, all’interno del municipio di Gorizia, ricorda i deportati in Jugoslavia, con anche una donna deportata in Germania, ovvero durante i 40 giorni di occupazione titina della città, e chi ha voluto partecipare alla contro manifestazione organizzata dall’associazione nazionale partigiani italiani. Insomma, il ricordo della Battaglia di Tarnova della Selva continua a dividere ma senza creare gli scontri o gli scambi di battute che si erano visti negli anni passati.

Un’ottantina coloro che, alle 10, si sono ritrovate nell’atrio del palazzo municipale e, tra labari e uno striscione, alla presenza dall’assessore comunale Arianna Bellan, hanno dato vita all’ormai tradizionale momento di cerimonia. A prendere la parola il presidente provinciale dell’associazione X Mas, Roberto Pulli: “Di questi dipendenti comunali scomparsi non ricordiamo solamente chi è stato vittima della deportazione titina nelle foibe, ma anche chi è stato deportato in Germania. Noi - ha proseguito - ricordiamo tutti, non facciamo distinzione perché questi caduti vanno storicizzati”.

Per Pulli “non c’è l’astio nei confronti di nessuno ma dobbiamo ricordare i nostri deportati, è giusto che siano commemorati ogni anno”. Il presidente si è poi rivolto alle recenti dichiarazioni di Samo Turel, sindaco di Nova Gorica, sul tema definendole “un commento senza senso perché contesta un omaggio floreale in comune davanti a una lapide. Nell’inno della Decima ci sono solo parole patriottiche e niente di politico o di fascista. Qualche anno fa, proprio a Tarnova, eravamo andati a mangiare in un locale con alcuni reduci e abbiamo cantato l’inno della Decima. Il gestore non ha protestato, pertanto siamo disponibili ad andare a cantarlo anche in altri comuni”.

Pulli ha concluso con una stoccata al primo cittadino sloveno: “Si capisce dalle sue parole che hanno il nervo scoperto perché non hanno storicizzato gli eventi e non cambieranno idea”. Va detto che la manifestazione è stata l’occasione per annunciare, sempre da parte di Pulli, una ricerca condotta da Luca Urizio e che porterà a breve ad aggiungere 101 nomi ai monumenti attualmente conservati nel Parco della rimembranza. Qualche foto di rito, e il saluto della Decima, e la manifestazione si è conclusa. 

A pochi passi di distanza, invece, in corso Verdi, un centinaio di persone si è riunito attorno alle parole del presidente provinciale dell’Anpi, Ennio Pironi, non prima di ricordare con un applauso lo scrittore Pino Roveredo, scomparso nella notte. A introdurre Pironi la professoressa Anna Di Gianantonio, che annunciato come il prossimo 27 gennaio, l’associazione celebrerà la Giornata della memoria, di fronte la lapide posta sulla facciata della stazione ferroviaria di Gorizia, senza il Comune, “perché non possiamo accettare di commemorare la giornata con chi accoglie in municipio un battaglione fascista”. “Non contestiamo la possibilità di ricordare i morti ma non in modo ufficiale”, ha esordito Pironi.

Lo stesso ha ricordato come “il municipio è la casa della comunità e della costituzione nella quale la X Mas non si è mai identificata”. La richiesta dell’Anpi è stata chiara: “Il prossimo anno, in prossimità di questo giorno, sia presentato in sala del consiglio comunale il volume di Luciano Patat sulla Decima Mas”, così Pironi che ha ringraziato Samo Turel “per le parole di vicinanza. Sarebbe ora che si applicasse sino in fondo la legge 205 del 1993, la Legge Mancino, troppo spesso disattesa”. Ha poi concluso sottolineando come “accogliere queste persone in municipio rappresenta un’offesa non solo alla città di Gorizia e all’intero Isontino ma a quanti si sono immolati e hanno dato la vita per la nostra libertà e quella dei nostri figli”.

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