Giudice di pace in crisi a Gorizia, «tre dipendenti e un solo giudice»

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Giudice di pace in crisi a Gorizia, «tre dipendenti e un solo giudice»

Di Redazione • Pubblicato il 28 Gen 2023
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L'allarma lanciato oggi all'apertura dell'Anno giudiziario a Trieste, oltre 230 udienze e 400 sentenze nel 2022.

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Si è parlato anche della precaria situazione degli uffici giudiziari di Gorizia, nel corso della cerimonia di apertura dell’anno giudiziario tenutosi questa mattina a Trieste. Presso la Corte d'appello, è intervenuta la Confial Funzioni centrali - trovando il sostegno della Confsal-Unsa - puntando il dito verso i vuoti di organico per oltre il 60% nella sede di via Nazario Sauro, soffermandosi sull’estrema criticità del Giudice di pace. In quest’ultimo ufficio, nel 2022 sono state celebrate 232 udienze, pronunciate 403 sentenze, emessi 1106 decreti, pronunciati 1413 provvedimenti e 131 udienze per i trattenuti presso del Cpr di Gradisca.

Per quest'ultimo sono stati trattati 1413 procedimenti di convalida e proroga che, afferendo la libertà delle persone coinvolte, scontano lo strettissimo termine costituzionalmente garantito delle 48 ore dalla notifica del provvedimento di accompagnamento presso la struttura del Centro.

Senza contare un arretrato da smaltire dal 2020 di 5.130 di richieste di liquidazione degli avvocati. Tutto questo con tre dipendenti e un solo giudice. Un fortissimo deficit di capacità organizzativa e strumenti gestionali efficienti che rischiano di far incrociare pericolosamente tematiche importanti come giustizia e immigrazione, denunciando i sindacati. Una situazione che, sommata alle altre presso il Palazzo di giustizia, ha portato ieri mattina diversi lavoratori a scendere in strada davanti al tribunale, organizzando un sit-in promosso da Confsal-Unsa, Cgil e Cisl. Da settimane è stato proclamato lo stato di agitazione dei dipendenti.

"Prima ancora delle sacrosante rivendicazioni sindacali - riporta Confial in una nota -, a cominciare da stipendi adeguati e straordinari spesso rimasti inevasi, il caso del Giudice di pace di Gorizia dimostra come spesso negli uffici giudiziari manchino le condizioni minime per svolgere il lavoro ordinario e tale da garantire i servizi ai cittadini. Senza una corretta gestione del personale, il cui ruolo è imprescindibile per il funzionamento del servizio Giustizia, non può essere assicurato il principio costituzionale della ragionevole durata del processo. Il lavoro nella Giustizia non si esaurisce con i provvedimenti dei giudici".

Roberta Zona (Confial) ha ricordato la "pianta organica per il personale amministrativo che, dopo l’unificazione degli uffici dei Gidici di pace di Monfalcone e Gradisca, vede assegnati all’ufficio sei unità di personale con un solo funzionario di area III (posto peraltro nemmeno inserito dal ministero fra quelli dell’ultimo concorso per funzionari giudiziari)". Ha poi ricordato il mancato incremento di organico conseguente all’istituzione degli Uffici del processo, né sono stati interessati dalle indicazioni del Pnrr. La richiesta è che il personale possa "trovarsi in numero e condizioni tali da poter svolgere il proprio lavoro almeno sufficiente".

Nella foto: il sit-in di ieri mattina davanti al tribunale di Gorizia (Daniele Tibaldi)

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