Giovanni festeggia la fine del liceo a Monfalcone, «il Covid ha pesato»

Giovanni festeggia la fine del liceo a Monfalcone, «il Covid ha pesato»

L'INTERVISTA

Giovanni festeggia la fine del liceo a Monfalcone, «il Covid ha pesato»

Di Salvatore Ferrara • Pubblicato il 01 Lug 2023
Copertina per Giovanni festeggia la fine del liceo a Monfalcone, «il Covid ha pesato»

Giovanni Besio, dopo aver concluso gli esami di Maturità al liceo Buonarroti, sogna ora di entrare a Medicina: «Si sta a contatto con la gente».

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La prima settimana di esami orali della Maturità 2023 nelle scuole superiori di Monfalcone sta per concludersi. Diverse sezioni devono ancora essere completate ma c’è tempo fino al 15 luglio e il lavoro delle commissioni continua per archiviare questa edizione dell’esame di Stato rientrato nella normalità dopo la lunga parentesi pandemica. Intanto, la nostra redazione si è messa in ascolto di alcuni studenti “freschi” dell’ultima prova in programma.

Abbiamo incontrato Giovanni Besio, studente della 5ALS del liceo scientifico Michelangelo Buonarroti di Monfalcone. Ha frequentato l’indirizzo scientifico ordinario e nel triennio ha preso parte al percorso nazionale di potenziamento e orientamento in "Biologia con curvatura biomedica". Si tratta di un corso di grande prestigio, realizzato in collaborazione con l’Ordine dei Medici chirurghi ed Odontoiatri. Rientra nel Pcto, l’ex Alternanza scuola-lavoro.

Giovanni, com’è andata?
Ho svolto gli scritti serenamente. Bene la prima prova, ho fatto il tema A1 cioè la traccia su Salvatore Quasimodo. Mi sono cimentato nell’analisi del testo poetico “Alla nuova Luna” con una produzione scritta sul progresso e sul ruolo della scienza e dello scienziato nel tempo. Nella seconda prova, quella di matematica, ho risolto un problema sullo studio di funzioni. Per l’orale… il pre è stato devastante. Ero teso. Poi quando mi sono ritrovato la commissione davanti, la mia lingua si è sciolta e il colloquio è durato più di un’ora.

Pensa a 5 anni fa…
Sono volati (sorride, ndr). Beh, la mia testa era sempre ispirata al liceo. L’hanno frequentato anche mia mamma e i miei cugini. Ho scelto questa scuola perché ti dà un’impostazione sia scientifica che umanistica. Mi ha fatto crescere come persona. Ho frequentato i primi tre anni nella sede succursale alla scuola Giacich. Gli ultimi due anni poi, quelli in sede centrale, sono stati formidabili.

Nella mia classe ho vissuto con un gruppo molto unito nonostante la pandemia a causa della quale, il secondo anno per metà ce lo siamo fatti a casa. La prima ondata pandemica l’ho affrontata senza difficoltà. Era inedita, ma non mi ha pesato nonostante la drammaticità del momento. Mi tenevo il più informato possibile mentre svolgevamo le lezioni a distanza. Il terzo anno che ha corrisposto alla seconda ondata di Covid è stato sfasato dal punto di vista della frequentazione. Mi è risultato più pesante.

Cosa ricordi con piacere di questi cinque anni?
L’anno scorso, in quarta, ho vissuto l’ultima estate di spensieratezza. Ho definito invece la quinta come l’anno emotivo. In questo ultimo anno ci siamo sentiti molto uniti non solo come classe ma in generale come comunità scolastica, soprattutto durante la gita a Barcellona e alla cena di maturità. In entrambi i casi abbiamo sentito che vivevamo tutti lo stesso sogno. Mi è sembrato di aver vissuto un teletrasporto su un’altra dimensione.

Non hai mai avuto momenti down? Qualcosa che ricordi con un po’ di amarezza…
Ho avvertito qualche insicurezza nel pensare al mio presente e al mio futuro. Qualcosa che però è svanito in poco perché credo che sia proprio l’incertezza che ti fa capire quale sia la cosa giusta da fare. Comunque, nel tempo, fortunatamente è cambiata la mia percezione di fallimento che in verità si potrebbe considerare sotto tanti, troppi punti di vista.

Cosa farai dopo l’estate?
Andrò all’università. Farò il test per entrare a Medicina, ne ho fatto già uno in realtà.

Sei ambizioso?
Al momento, niente mi attira di più come l’intraprendere questo tipo di percorso in ambito medico sanitario. Nel caso andasse male, il mio piano B è entrare a Biotecnologie a Trieste. Il settore medico sanitario mi attira perché si sta molto a contatto con la gente. Questo mi piace perché mi permette di condividere emozioni ed esperienze di vita.

Parliamo ora dei tre anni in Curvatura Biomedica …
È stato ridimensionato a causa del Covid. È mancata la parte di laboratorio in ospedale. Il percorso è stato svolto in ambito extracurriculare, fuori dalle lezioni frontali del mattino. Ogni nucleo tematico che abbiamo sostenuto prevedeva un approccio generale introduttivo con gli insegnanti dell’istituto e uno di approfondimento sulle varie patologie che trattavamo con i medici dell’Ordine di Gorizia. Sono restato affascinato dalle lezioni del dottor Fulvio Calucci, già direttore dell’Azienda sanitaria 2 Isontina.

Mi hanno colpito il suo metodo di lavoro, la sua capacità di coinvolgerci e il suo grande lato umano. Il corso è stato molto valido e utile per prepararsi al test d’ingresso a medicina anche se devo dire che è stato difficile conciliare lo studio ordinario con quello di questo corso di specializzazione.

Quindi, ci avviamo all’ateneo…
“Con me ci sarà l’amico Dario Guarnaccia. Nella seconda parte di questo ultimo anno guardavo già al dopo. Ho già fatto il Tolc Med ad aprile scorso. Ho indicato la prima preferenza su Trieste e poi su Padova. Ora mi attende il secondo Tolc in luglio. Poi proverò quello in biotecnologie”.

Quasi non ci credi che sia finita… E le vacanze?
“Mi fa strano non poter tornare a quel posto sicuro, fisso rappresentato dal banco di scuola, ma sono consapevole che sta per cominciare una nuova esperienza di vita. Mi riposerò in agosto: total relax con le persone che mi fanno star bene”.

Dopo un accenno al potenziale punteggio finale – che si prospetta molto alto vista la media di accesso che ha superato il 9 – te la senti di dirci quanto conta secondo te l’esame di Stato così strutturato finora?
“L’ho vissuto come un mito dietro l’angolo da sempre. L’orale è stato una carica di emozione e ha segnato il coronamento del mio percorso di studi. All’uscita, ho ricevuto anche il primo mazzo di fiori della mia vita con dei girasoli che considero un segno di luce per il futuro.”

Nelle valutazioni, quanto valgono per te i numeri?
“Nei primi tre anni li tenevo molto in considerazione. In quarta e quinta non ci ho voluto più perdere la testa, ma tutto questo non vuol dire buttare via un percorso fregandosene”.

Un percorso che continuerà in maniera promettente. Buona estate!

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