Il progetto
Giovani studenti si mettono in gioco al premio Bratina, ecco il corto nato sui banchi di scuola
Un documentario di denuncia, impegnato sul fronte dei diritti dei rifugiati e delle conseguenze delle guerre, quanto prodotto dai giovani dell'attuale 4SCS.
La passione per il cinema inizia sui banchi di scuola, come all’istituto Cossar – Da Vinci, dove una classe è stata selezionata per partecipare alla sezione Primi Voli del 25° festival “Omaggio a una visione”, spazio che consente ai giovani lo scambio e il confronto di idee. Un cortometraggio diretto dagli studenti dell’attuale 4SCS, con la supervisione degli insegnanti Luca Chinaglia e Alessio Reja. «L’hanno diretto i ragazzi dei Servizi culturali e dello spettacolo – racconta il coordinatore di indirizzo Reja – Insieme al mio collega e durante le sue ore hanno realizzato il documentario, in concomitanza del concerto di Patti Smith che si tenne un anno fa, il 5 ottobre». Il corto è stato presentato questa mattina al Kinemax insieme ai lavori delle altre scuole selezionate - fra cui il Gimnazija di Nova Gorica e il Centrum Humanberuflicher Schulen di Villach – e mostra due realtà in stridente contrasto: da un lato il concerto al quale parteciparono ottomila persone, dall’altra la situazione mesta dei richiedenti asilo, abbandonati in strada nella più totale indifferenza. «All’inizio dell’anno i ragazzi hanno saputo del concerto per Go!2025, e hanno deciso di filmare, consapevoli che nello stesso piazzale di Casa Rossa - nel giardino accanto - gl’immigrati passano settimane dormendo all’addiaccio, in attesa di essere convocati».
«Hanno voluto realizzare un documentario su questa contraddizione, in occasione della Giornata culturale europea del prossimo anno». Una lumaca striscia s'un ramo, nel folto della boscaglia, metafora del viaggio dei migranti, talvolta compiuto a piedi scalzi prima di raggiungere il suolo italiano. In parallelo, gli operai del Go!Borderless allestiscono il palco per il concerto, a pochi passi dall’accampamento improvvisato dei richiedenti asilo. Un documentario di denuncia, impegnato sul fronte dei diritti dei rifugiati e delle conseguenze delle guerre. «Hanno fatto più riprese, dal pomeriggio alla sera del concerto, per poi lavorare al montaggio, in cui, con le sole immagini e la musica, cercavano di evidenziare questo dualismo. Inizialmente avrebbe dovuto comprendere anche un’intervista all’ex-questore di Gorizia, tagliata per problemi organizzativi e in rispetto del regolamento, che prevedeva massimo un sei minuti». Nonostante il taglio, il corto si è aggiudicato il Palio studentesco regionale organizzato dall’associazione Young for fun e Tesla production con Cristian Natoli. Un palio dedicato alle scuole di tutta la regione e a quelle della vicina Slovenia - cui hanno preso parte una cinquantina d’istituti – Riconoscimento che gli ha aperto le porte alla proiezione svoltasi a Venezia, rassegna dedicata alle scuole in parallelo alla Biennale.
«Da un lato è stato filmato il palco, dall’altra i ragazzi provenienti dalla strada, mettendo in evidenza l’indifferenza verso la loro situazione. Perché la cultura dovrebbe occuparsi anche di questo. I migranti dormivano praticamente nel backstage, alle spalle di Patti Smith, ed è questa, la tragedia più grande». Un progetto iniziato come percorso di Educazione civica, grazie al quale gli studenti «hanno appreso la storia contemporanea di queste migrazioni», conclude Reja. «I ragazzi hanno lavorato in un contesto particolare, ovvero, nei tre giorni precedenti il concerto e la stessa sera – spiega invece Chinaglia – Sotto il cappello della Capitale della cultura il documentario sottolinea che l’indifferenza verso quanto accade è ancora maggiore. Hanno filmato da una parte questi migranti che dormivano per strada come se fossero in bosco, dall’altra il palco, un luogo totalmente diverso. Per poi unire i due ambienti nel finale», alludendo a un’accezione più ampia del concetto di cultura. «Una lettura che si può dare è che la cultura dovrebbe a maggior ragione occuparsi anche di questo, ma non lo fa, anche in casi di grande risonanza. I migranti dormono letteralmente nel backstage, dietro il palco di Patti Smith, la più grande rockstar della storia della musica. Dietro di lei si svolge la più grande tragedia umana della contemporaneità. Questo è il contrasto da cui sono partiti i miei studenti. L’idea era iniziata come un progetto in cui avrei svolto anche le mie ore di Educazione civica. Gli allievi non sapevano nulla della situazione in cui si trovavano i richiedenti asilo, immaginavano che venissero dall’Ucraina. Realizzando il documentario hanno avuto modo d’imparare anche la Storia contemporanea delle migrazioni, approfondita insieme ai colleghi di teoria. Abbiamo sempre realizzato progetti che consentissero loro di apprendere le competenze previste, e lo scorso anno abbiamo lavorato al documentario, vincendo la terza edizione del Palio cinematografico studentesco regionale transfrontaliero. Che ci è valso anche una proiezione durante la Mostra del cinema di Venezia di quest’anno, in un evento dedicato alle scuole d’Italia».
Poi si è aggiunta la partecipazione alla sezione Primi Voli, grazie all’imperativo didattico che mette in risalto la creatività di ciascuno. «Il modus della scuola è quello di non uccidere la creatività degli studenti, quindi si privilegia anche l’autorialità. I ragazzi apprendono le tecniche, ma si cerca sempre di coltivare ciò che hanno in testa. Nell’edizione precedente di questo Palio, ad esempio, abbiamo guadagnato una menzione e il miglior premio alla sceneggiatura. È una classe veramente speciale. Altri ragazzi hanno partecipato singolarmente, come Massimo Gollino, che ha ottenuto una menzione». Esperienze indimenticabili che segnano per sempre i ragazzi, formando i registi di domani.
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