il supporto
Giovani mamme e gravidanze, le donne nel Centro aiuto alla vita di Gorizia
La nostra indagine sui servizi e aiuti a favore delle famiglie fa tappa nell'associazione ospitata al Contavalle: ecco chi sono e come funziona.
L’arrivo di un bambino può non configurarsi sempre come una notizia positiva, spesso per ragioni emotive, altrettanto - e forse più spesso - per motivi economici. Dai pannolini al passeggino, molti sono i bisogni di un neonato che vengono a incidere pesantemente sul bilancio magari già precario di un nucleo familiare. Ma, sebbene in numero minore rispetto al passato, molte sono ancora le giovanissime che si trovano a fronteggiare una gravidanza, spesso senza una famiglia o un compagno su cui fare affidamento.
Un aiuto in entrambi i casi può venire dal Centro aiuto alla vita di Gorizia, associazione di volontariato ospitata presso il Centro Contavalle di via Garzarolli che, dal 1982, affianca le situazioni di difficoltà in gravidanza e fino al primo anno del bambino. Il sodalizio si inserisce fra le attività proposte a livello nazionale dal Movimento per la Vita, che si propone di rispondere in modo concreto alle necessità di donne che vivono una gravidanza difficile da accogliere o da vivere.
«Seguiamo circa venticinque-trenta mamme all’anno, per lo più straniere, ma già poco prima del Covid e in modo più incisivo a seguito della pandemia si sono avvicinate al Centro anche donne italiane, circa tre o quattro all’anno» ci spiega Donatella Cattaruzzi, presidente del Cav dal 2018. «Si tratta, per le italiane, di ragazze piuttosto giovani, di età compresa fra i 19 e i 27 anni mentre le straniere hanno fra i 35 e i 38 anni ma a volte sono già al secondo o terzo figlio, dipende molto anche dalla loro provenienza».
«Peraltro negli ultimi dieci anni abbiamo notato che hanno subito il fattore culturale che tende a ridurre il numero di figli: anche gli altri Cav della regione (ce ne sono a Trieste, Monfalcone, Pordenone, Udine, ndr) hanno registrato una maggiore attenzione al controllo consapevole delle nascite da parte delle donne dal momento che spesso, sotto questo punto di vista, non possono contare sulla “collaborazione” dell’uomo. Questo accade non solo per motivi economici: in passato spesso le donne affrontavano diverse gravidanze a breve distanza, con ripercussioni evidenti sul loro stato di salute».
«A livello regionale abbiamo inoltre notato un aumento anche delle interruzioni volontarie di gravidanza delle donne straniere rispetto a dieci anni fa, mentre -per quanto riguarda le ragazze italiane- un aspetto positivo riguarda il fatto che, anche nel caso di coppie giovani, il papà del bambino non volta le spalle alla compagna, come poteva accadere con discreta frequenza negli anni Ottanta».
Ma qual è l’aiuto concreto che possono ricevere le donne che si rivolgono al Cav?
«Partiamo dalle donne che non abbiano ancora deciso se tenere o meno il bambino. A loro possiamo presentare il “Progetto Gemma”, un servizio di adozione prenatale a distanza che, da oltre trent’anni, offre un sostegno economico per diciotto mesi per aiutare la donna con le spese che dovrà affrontare. L’iniziativa si appoggia alla fondazione Vita Nova che, in modo assolutamente anonimo, mette in contatto chi si rivolge a noi con un donatore che può essere un’associazione, una parrocchia o anche dei singoli. Il contributo non è altissimo, si tratta di 220 euro mensili, ma se li aggiungiamo agli altri servizi che possiamo offrire noi e l’Emporio della Solidarietà di via Faiti possiamo dare un aiuto davvero concreto».
Poi ci sono le donne che arrivano qui già determinate a proseguire la gravidanza…
«Possono venire in qualsiasi momento del percorso, anche quando il bambino è già nato: tutto dipende da come vivono la necessità economica. Qui possiamo offrire dei beni materiali: passeggini, vestiti, lettini, pannolini per il primo anno di vita e latte in polvere per i primi sei mesi perché per il periodo seguente ci si deve poi rivolgere all’Emporio della Solidarietà. Quello che è importante sottolineare è che lavoriamo in sinergia con altre realtà per cercare di offrire un aiuto a tutto campo. Oltre all’Emporio collaboriamo con la Croce Rossa, le Acli, i Servizi sociali con cui ci confrontiamo su casi che possono risultare problematici, e anche con il Centro di Ascolto della Caritas nel caso in cui le difficoltà economiche sia pesanti e ci sia necessità di un aiuto maggiore».
Come si sostiene l’associazione?
Oltre alla donazione diretta di beni non più utilizzati dalle famiglie che hanno figli già grandi, il Centro Aiuto alla Vita si sostiene con contributi perlopiù privati che possono essere raccolti in occasione di battesimi o funerali. A questi si aggiungono, una volta all’anno, i fondi derivanti dalla raccolta delle primule realizzata in collaborazione con le parrocchie in occasione della Giornata della Vita, la prima domenica di febbraio.
Oltre alla Giornata della Vita siete coinvolti in altre iniziative?
Siamo in prima linea in occasione di “In farmacia per i bambini”, evento organizzato in tutta Italia dalla Fondazione Francesca Rava in occasione della Giornata Mondiale dell’Infanzia. Nelle farmacie aderenti (finora la Farmacia D’Udine ai Cappuccini e la Luciani di Sagrado) i volontari del sodalizio isontino promuovono l’acquisto di prodotti per l’infanzia, dai biberon ai prodotti per l’igiene, che poi verranno distribuiti alle mamme che si rivolgono al Centro.
Date anche altri tipi di supporti oltre a quelli materiali?
«La società non aiuta molto le donne nella maternità – prosegue Cattaruzzi – e a volte le donne che vengono qui sono solo in cerca di un colloquio per avere la rassicurazione di aver preso la decisione giusta, soprattutto nelle situazioni in cui non ci sia alle loro spalle una famiglia che le sostenga. Siamo sempre alla ricerca di volontari perché di lavoro ce n’è tanto anche solo per sistemare tutto ciò che ci viene donato».
Per chi avesse bisogno di un aiuto o volesse donare passeggini, lettini e tutto ciò di cui può avere bisogno un neonato può rivolgersi al Centro il lunedì dalle 10.30 alle 12.30 e, preferibilmente su appuntamento (anche Sms o WhatsApp al numero 324 8111561), il primo e il terzo venerdì del mese dalle 15.30 alle 16.30.
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