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Giornata delle dimore storiche, Villa Marchese de Fabris si apre a San Canzian
In regione saranno 16 le dimore ad aprire le porte gratuitamente che fanno parte degli oltre 550 monumenti in Italia tra castelli, rocche, ville, parchi e giardini.
Torna la Giornata nazionale dell’Associazione dimore storiche italiane con la 24.ma edizione della Giornata nazionale: il più grande museo diffuso d’Italia riapre le porte domenica 26 maggio anche in Friuli Venezia Giulia. In regione saranno 16 le dimore ad aprire le porte gratuitamente: 13 in provincia di Udine, due nel Pordenonese e una nel Goriziano che fanno parte degli oltre 550 monumenti in Italia tra castelli, rocche, ville, parchi, giardini lungo tutta la penisola per un’immersione nella storia che rende il nostro Paese unico al mondo.
In provincia di Udine: Casa Asquini a Fagagna, Casa Foffani a Trivignano Udinese, La Brunelde - Casaforte d'Arcano a Fagagna, Palazzo de Gleria a Comeglians, Villa Lovaria a Pavia di Udine, Villa Shubert a Marsure di Povoletto, Villa Pace a Campolongo Tapogliano, Villa dei Conti Beria di Sale e d'Argentina a Manzano, Villa Del Torso Paulone a Moruzzo, Villa Gallici Deciani a Cassacco, Palazzo Orgnani, Palazzo Pavona Asquini e Villa Garzoni a Udine.
In provincia di Gorizia: Villa Marchese de Fabris a San Canzian d’Isonzo (nella foto). In provincia di Pordenone: la chiesa di San Girolamo a Marzinis di Fiume Veneto e Villa Della Donna a Valvasone. L’ingresso è gratuito. È necessario prenotare la propria visita per recarsi alla dimora prescelta a questo link. L’iniziativa, giunta quest’anno alla XIV edizione, è organizzata in collaborazione con l’Associazione nazionale case della Memoria, la Federazione italiana amici dei musei (Fidam) e Federmatrimoni ed Eventi privati (Federmep) e ha ricevuto il patrocinio dell'Agenzia nazionale del turismo e della Commissione nazionale italiana per l’Unesco.
Le dimore storiche sono non solo il più vasto museo diffuso, ma anche la più estesa industria culturale del Paese, creano economia e valore sociale – oltre che culturale – in tantissime filiere estremamente ampie ed articolate, come turismo, artigianato e restauro, soprattutto al di fuori delle grandi città. Le dimore sono beni non delocalizzabili che generano un valore sociale ed un’economia indissolubilmente legata al territorio. Se adeguatamente valorizzate, possono quindi rappresentare uno stimolo per la ripartenza dei piccoli comuni garantendo un ritorno positivo per le attività produttive locali, sempre più in difficoltà.
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