l'intervista
Il futuro dell'IA a èStoria, l'esperto: «Ecco perché non dobbiamo avere paura»
Il professore di Intelligenza artificiale all'Università di Bath sarà ospite venerdì con il suo ultimo libro a Gorizia, raccontando come funziona questo mondo.
A Gorizia, nel quadro dell'Aula Magna del Polo universitario di Santa Chiara, venerdì 24 maggio alle 18 si terrà la presentazione di "Machina Sapiens – Il sogno di Alan M. Turing (e i suoi avvertimenti)", il nuovo libro di Nello Cristianini. Il professore di Intelligenza artificiale all'Università di Bath è figura di spicco nel panorama scientifico contemporaneo. Stiamo vivendo un momento storico, dal 1950 gli scienziati si sono posti questa domanda: le macchine possono pensare? Il mondo è cambiato, abbiamo superato il test di Turing e adesso cosa possiamo aspettarci?
Questo libro narra pertanto la storia degli scienziati, i quali, dopo settant'anni di lavoro, hanno creato questa straordinaria macchina. Racconta del primo incontro tra un essere umano con un'entità aliena e offre la prospettiva della stessa macchina, il tutto in tre atti, attraverso una serie di storie umane. Un tema particolarmente rilevante quello di cui si andrà a trattare, di cui si parla già a partire nelle scuole. L’uso dell’intelligenza artificiale in aula ormai è un dato di fatto.
Ad oggi, strumenti come Chat Gpt stanno diventando parte integrante della vita degli studenti, utilizzati per scrivere testi e svolgere ricerche. Cristianini spiega, però, che preoccuparsi di questo fenomeno è inutile poiché inevitabile, invece la concentrazione dovrebbe rivolgersi sul come educare efficacemente in un mondo in cui questi strumenti sono già presenti. «L’obiettivo è insegnare bene» afferma, «Gli insegnanti devono insegnare lo spirito critico necessario per leggere un testo che potrebbe contenere errori o manipolazioni. È importante che gli studenti imparino ad usare questi strumenti in modo sicuro e consapevole».
Una delle domande più intriganti, che ritorna sempre, è se le macchine possano mai raggiungere un livello di comprensione pari a quello umano. Cristianini chiarisce fin da subito come sia fondamentale distinguere tra intelligenza, sentimenti e umanità. «L’intelligenza è la capacità di risolvere problemi» spiega «e noi stiamo costruendo macchine intelligenti, non c’è nessuno che conosco che si occupi di macchine emotive. L’intelligenza risolve i problemi nuovi, mai visti prima, vuol dire quindi comprenderli, avere una certa comprensione del mondo ma non vuol dire che sia uguale a quella umana».
«Le macchine sono in grado di comprendere il mondo a modo loro. Prendiamo ad esempio gli algoritmi di Instagram e TikTok che raccomandano contenuti personalizzati. Questi sistemi, inizialmente privi di informazioni sull’utente, imparano dalle sue scelte e sviluppano una comprensione basata sui dati osservati». Un’altra questione cruciale riguarda il controllo dell’intelligenza artificiale. Al momento, siamo noi a costruire queste tecnologie e a definire i loro obiettivi. Tuttavia va sottolineato come noi plasmiamo le nostre tecnologie e poi le tecnologie plasmano noi.
Questa dinamica suggerisce che, una volta introdotte, le tecnologie influenzano profondamente il nostro modo di vivere e di pensare.
L’obiettivo è trovare un equilibrio tra innovazione tecnologica e considerazioni etiche e sociali, assicurando che l’adozione dell’intelligenza artificiale avvenga in modo sostenibile e responsabile. L’intelligenza artificiale, una delle più grandi sfide e opportunità del nostro tempo. "Machina Sapiens – Il sogno di Alan M. Turing (e i suoi avvertimenti)" è forse la chiave per comprendere tutto questo mondo e navigare con successo in questo storico momento di cambiamento?
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