I RILIEVI DELL'OPPOSIZIONE
Futuro di A2A, La Sinistra denuncia: «La centrale a gas non è a emissioni zero»
I consiglieri Morsolin e Saullo parlano di una città condannata al combustibile fossile, «non esiste un accordo per produrre idrogeno verde».
Se Legambiente Fvg e Legambiente Monfalcone hanno definito la soluzione delineatasi sul futuro della Centrale A2A "una sconfitta per Monfalcone che ignora l'emergenza climatica" in quanto la conversione a gas "è fonte inquinante e climalterante", a non essere convinti sulla questione sono anche i consiglieri de La Sinistra per Monfalcone, Cristiana Morsolin e Alessandro Saullo. "Il voltafaccia di questa amministrazione leghista sul tema della centrale a gas ha del clamoroso - affermano Morsolin e Saullo - noi non ci stupiamo: lo avevamo detto che alla fine le decisioni sulla centrale e per il bene comune erano già state prese e non a Monfalcone.
Bastava leggere le dichiarazioni della sottosegretaria Gava, molto amica di Cisint, che già in campagna elettorale aveva espresso il suo parere favorevole alla centrale a gas. Mentre Cisint presenziava ai convegni ambientalisti raccontando di essere una paladina dell'ambiente, il suo partito metteva le basi per la costruzione di una centrale". Così i due consiglieri di minoranza si domandano se il primo cittadino davvero non ne sapesse nulla. "Purtroppo - continua la nota - la realtà è ben diversa da quella che ha raccontato a suo tempo e di quella che tuttora stanno raccontando".
Secondo i due membri dell'opposizione consiliare, il sindaco Anna Maria Cisint ha raccontato che il problema dell'inquinamento sarebbe stato superato con la chiusura della centrale a carbone grazie ad un accordo firmato dall'allora ministro Patuanelli, "ma questo contrasta con i dati scientifici perchè una centrale a gas non é a emissioni zero, inquina, produce gas che alterano il clima e i risultati li vediamo oggi un po' dappertutto. Così il cambio non ci garantirà un azzeramento delle emissioni".
Quanta energia sarà prodotta? Se la produzione aumenta, aumenterà anche l'inquinamento. Alla luce di questo esiste un protocollo per il monitoraggio di tutto questo da parte del Comune? Sono i due interrogativi posti ancora da Morsolin e Saullo che si danno una risposta: "Ci pare di no". Piovono critiche anche sugli annunciati 60 milioni di cui beneficerà la città. "In realtà questi soldi sono previsti per la bonifica dell’area - scrivono i consiglieri - basta leggere l'accordo siglato con la Regione, ma erano già stati inseriti nella VIA, che Cisint aveva contrastato, subordinati alla concessione dell'autorizzazione dell'impianto.
Quindi quali compensazioni, invece, ha spuntato in più il Comune? Quali vantaggi per la città o per i cittadini? Energia elettrica scontata per i residenti? Nulla di tutto questo. i cittadini e le cittadine di Monfalcone continueranno ad avere ben poco in cambio. A fronte di un investimento di 500 milioni promesso da A2A grazie al capacity market, su Monfalcone verranno investiti, realmente per realizzare opere, appena 15 milioni. Basteranno per realizzare il libro dei sogni? Non lo sapremo tanto presto, perché i tempi per la sola bonifica scavalcano la fine del secondo mandato Cisint".
C'è infine un terzo aspetto sollevato: "nelle prime fasi dell'accordo ci risulta ci fossero anche 25 milioni per dei motori sincroni per la riduzione degli sbalzi nei flussi di corrente, elemento importante per le aziende, importo oggi sparito dai radar, quindi se di accordo si vuole parlare, sembra che non sia anche un accordo al rialzo rispetto alla precedente versione trattata con i sindacati".
"Monfalcone dovrà tenersi una centrale a combustibile fossile per i prossimi cinquant'anni, non c'è una produzione green prevista ad oggi e non esiste un accordo scritto che indichi chiaramente quanto idrogeno verde verrà prodotto ed entro quando. Un vero capolavoro per Monfalcone, la cui responsabilità è tutta in capo alla filiera governativa leghista" così in chiusura i due consiglieri.
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