LA POLEMICA
Fusione poli scolastici: fermo no dell'Isis Galilei-Fermi-Pacassi
Proseguono le dimostrazioni di contrarietà al trasferimento del polo scolastico e al suo accorpamento con l'Isis Cossar-Da Vinci.
Nelle ultime settimane abbiamo riportato già in due occasioni le perplessità rispetto al trasferimento dell'Isis "Galilei-Fermi-Pacassi" e dell'Isis "Cossar-Da Vinci" nel campus scolastico destinato all'area dell'ex ospedale civile di Gorizia (https://www.ilgoriziano.it/articolo/campus-scolastico-gorizia-isis-galilei-04-dicembre-2024 e https://www.ilgoriziano.it/articolo/nuovo-polo-scolastico-contrarieta-isis-cossar-vinci-12-dicembre-2024).
Tuttavia, con l'auspicio di essere ascoltati dai vertici regionali, il corpo docente del Isis Galilei- Fermi-Pacassi ribadisce i motivi della propria contrarietà alla scelta del trasloco e dell'accorpamento fra i due poli scolastici cittadini esprimendo le proprie ragioni in una lettera fatta pervenire alla nostra redazione e che di seguito riportiamo.
«La fusione tra Isis "Galilei-Fermi-Pacassi" e "Isis Cossar-Da Vinci" è apparsa come un’accelerazione improvvisa e imprevista all’interno del Piano di dimensionamento scolastico della Giunta regionale. Nella delibera n.1098 del 19 luglio 2024 nulla si leggeva in merito al coinvolgimento dei due istituti secondari superiori di Gorizia. Poi, oltre il termine ordinario del 30 novembre, la Giunta regionale ha comunicato alle Dirigenze interessate la procedura d’urgenza.
Quali sono i motivi di questa scelta che penalizza la provincia e la città di Gorizia in particolare? Una forte contrarietà all’operazione, per la quale non sono state fornite motivazioni, emerge da parte del personale docente e Ata del “Galilei” riunito in Assemblea, indetta dalle Rsu in data 11 dicembre, che ha ribadito il proprio no già espresso sia nell’ambito del Collegio Docenti sia del Consiglio d’Istituto, di cui la Regione non ha tenuto conto.
La contrarietà è fondata su motivazioni di varia natura, prima tra tutte la diversità tra istituto tecnico e istituto professionale che sono due percorsi di studio con profili d’uscita radicalmente differenti e di conseguenza differenti risultano le aspettative e le esigenze dell’utenza delle due scuole. Un altro elemento di forte preoccupazione è la possibile perdita di identità della scuola, legata anche alla futura scelta del nome del nuovo istituto, che potrebbe condizionare l’utenza e generare fraintendimenti in vista delle iscrizioni future.
Infine l’aspetto forse più rilevante riguarda l’impoverimento strutturale e la perdita di personale scolastico, dalla presenza di un solo Dirigente e di un solo Dsga, alla riduzione di personale Ata (amministrativi, assistenti tecnici e collaboratori scolastici), già ora in numero ridotto e destinato quindi ad un ulteriore incremento del carico di lavoro. Per concludere un’ultima considerazione di metodo: il coinvolgimento tardivo e solo formale dei soggetti interessati ha di fatto reso impossibile un reale e costruttivo confronto, segno di totale assenza di trasparenza, principio cardine dell’azione amministrativa».
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