Fuga e violenza nel Cpr di Gradisca, il sindaco Pagotto spinge sulla sua chiusura

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Fuga e violenza nel Cpr di Gradisca, il sindaco Pagotto spinge sulla sua chiusura

Di Redazione • Pubblicato il 19 Set 2024
Copertina per Fuga e violenza nel Cpr di Gradisca, il sindaco Pagotto spinge sulla sua chiusura

Dopo i recenti episodi di violenza nella struttura e la fuga di due migranti, con il ferimento di un terzo, il centrosinistra torna a chiedere la chiusura del centro.

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Il recente tentativo di fuga dal Centro per i rimpatri (Cpr) di Gradisca d'Isonzo, culminato con il grave ferimento di un detenuto marocchino, che è caduto dal tetto nel tentativo di fuggire, e la riuscita evasione di altri due trattenuti, ha riportato sotto i riflettori la situazione critica della struttura. L'episodio ha sollevato forti preoccupazioni sia per la sicurezza del personale che vi lavora, sia per le condizioni di trattenimento dei migranti. A questo si aggiunge un precedente incidente che ha coinvolto un finanziere, rimasto ferito durante il servizio, sottolineando ulteriormente lo stato della struttura.

Il sindaco di Gradisca, Alessandro Pagotto, è intervenuto con una lettera rivolta alla cittadinanza, in cui ha espresso tutta la sua preoccupazione per la situazione. «Purtroppo nei giorni scorsi si sono verificati gli ennesimi incidenti al Centro per i Rimpatri di Gradisca», ha affermato, evidenziando come «una caduta da un tetto della struttura nel tentativo di fuga vede un cittadino marocchino gravemente ferito ed elitrasportato all'ospedale di Udine». Pagotto ha sottolineato come questi eventi siano solo l'ultima manifestazione di un problema più ampio e sistemico, che vede la struttura inadeguata «per tutti i soggetti coinvolti: agenti, operatori, trattenuti e cittadini delle città nelle quali queste strutture si inseriscono».

La posizione del sindaco riflette una crescente insoddisfazione nei confronti del Cpr, una struttura che sembra essere diventata sinonimo di fughe, rivolte e violenza. Pagotto ha espresso l'auspicio di poter contare sul supporto del consiglio comunale e dei cittadini «per chiedere uniti e con convinzione che la chiusura del Cpr di Gradisca venga disposta quanto prima». Il sindaco ha anche annunciato di essere in contatto con il Garante per le Persone trattenute, affinché vigili sulle condizioni del centro e garantisca il rispetto dei diritti umani.

A fare eco alle preoccupazioni del sindaco è Linda Tomasinsig, responsabile della segreteria regionale Pd per le politiche migratorie nonché ex prima cittadina della stessa Fortezza. In seguito ai recenti episodi, l'esponente del centrosinistra ha chiesto che «siano avviate al più presto le verifiche di agibilità e di sicurezza per i lavoratori e i detenuti, come richiesto anche dai sindacati di polizia», aggiungendo che «se ne traggano le conseguenze e si proceda alla chiusura di una struttura inefficace per i pochi rimpatri eseguiti, costosa per i contribuenti e pericolosa per tutti».

Tomasinsig ha duramente criticato la gestione del Cpr, denunciando le «disumane condizioni di trattenimento e la vulnerabilità della struttura governativa gradiscana, degradata e insicura». Secondo l’ex sindaca dem, le continue fughe e i disordini all'interno del centro sono la dimostrazione di un «evidente fallimento» del sistema di rimpatri gestito in questo modo. Ha inoltre sottolineato come la tutela dei diritti umani dei migranti debba andare di pari passo con la sicurezza delle comunità, come quella di Gradisca, «le cui istanze sono state troppo a lungo ignorate».

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