La cerimonia
I fucilieri di Brno ricordano i propri caduti, sistemato il monumento alla Crosera
Posizionata nel 2001 la targa era nascosta dalla boscaglia. Questa mattina la presentazione della nuova sistemazione.
Hanno ricordato i propri avi inaugurando il nuovo monumento in località Crosera, lì dove i comuni di Fogliano Redipuglia, Sagrado e Doberdò del Lago si incontrano, lì, sul Carso, dove tra il giugno 1015 e l’agosto 1916 in migliaia morirono. Migliaia di varie nazionalità, migliaia, anche, tra le truppe di lingua ceca. Tra di essi i Fucilieri di Brno che oggi hanno inaugurato nuovamente il monumento loro dedicato alle Alture di Polazzo. Un’iniziativa, in coordinamento con la famiglia Samsa, proprietaria del terreno, voluta dal comune di Fogliano Redipuglia che ha curato il recupero della targa, spostata dalla boscaglia e portata vicino alla strada in un luogo più facilmente visibile.
«Nella sistemazione e ristrutturazione di questo monumento ci hanno guidato lo spirito di vicinanza e il profondo rispetto che la nostra comunità nutre nei confronti di quanti hanno combattuto e sacrificato la propria vita per un alto valore di libertà, senza distinzione di schieramento, di nazionalità o appartenenza», così il primo cittadino, Cristiana Pisano.
«Con la cerimonia di oggi vogliamo rafforzare il sentimento di pace tra le Nazioni che deve essere supportato da valori imprescindibili come la tutela dei diritti e la considerazione per le vicende storiche di ciascun popolo. E dunque i concetti di fratellanza e memoria devono essere tenuti costantemente presenti nell’impegno della cultura della concordia», così ancora il sindaco.
Il monumento, eretto inizialmente il 22 settembre 2001 per volere del Corpo dei Fucilieri di Brno, è, come detto, ora nuovamente visibile. Il corpo dei fucilieri, costituito una prima volta nel 1798 e nuovamente nel 1993, «non è più ora un corpo militare ma si occupa principalmente di memoria storica e militare - ha detto il presidente, Otakar Nečas – non solo in Repubblica Ceca ma in tutta Europa. Ringraziamo i nostri amici italiani per l’aiuto nel continuare con questa importante memoria», così ancora Nečas.
La senatrice Tubetti ha voluto rimarcare il «lavoro fatto dalle nostre comunità in tutti questi anni per la memoria e per la pace», spronando a «continuare a dare quanto il nostro territorio ha saputo cogliere di tradizioni diverse e amiche», mentre il presidente dell’associazione Mitteleuropa, Sergio Petiziol, ha ribadito come «in un momento in cui le basi dell’Europa sono minati non solo a livello comunitario e nazionale ma soprattutto locale bisogna agire per la salvaguardia della memoria».
Oltre al primo cittadino di Fogliano Redipuglia erano presenti il sindaco di Doberdò del Lago, Peter Ferfoglia, e il vicesindaco di Sagrado, Simonetta Visintin, con la senatrice Francesca Tubetti, il direttore del sacrario militare di Redipuglia, il tenente colonnello Massimiliano Fioretti, e il comandante della stazione di Fogliano Redipuglia, il luogotenente Vincenzo Maccheroni. A impartire la benedizione don Walter Milocco. L’ensemble di fiati dell’Associazione musicale San Paolino d’Aquileia ha intercalato gli interventi con alcuni momenti musicali. Tra i presenti anche la sezione di Fogliano dell’Associazione Nazionale Alpini, i Marinai d’Italia e gli Amici della Croce Nera Austriaca.
La cerimonia si è conclusa al Cimitero austroungarico di Fogliano con la deposizione di una corona: «Siamo onorati che durante cerimonie come quella odierna possiamo ricordare i nostri defunti: per metà di tutti i caduti cechi sono morti nell’attuale territorio italiano», ha ribadito Adam Hàjek, direttore del dipartimento per i veterani di guerra e i cimiteri militari del ministero della difesa della Repubblica Ceca.
A concludere la giornata l’intervento del tenente colonnello Fioretti. «La memoria – così il direttore - non deve essere statica. I cimiteri austroungarici sono numerosi nella nostra regione, Brazzano, Redipuglia, Palmanova, Prosecco, Aurisina: sono tutti luoghi dove ci sono i soldati di quello che fu l’esercito austroungarico. Abbiamo bisogno di ricordare tutti i caduti, uniti nel segno della Pace mai dimenticando la sofferenza della Prima guerra mondiale, loro e le loro madri che li hanno pianti per tutta la vita».
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