le posizioni
Opposizioni unite contro la Comunità del Collio, «noi mai coinvolti»

Posizione congiunta contro il nuovo ente, dito puntato sui costi anche a Medea e San Lorenzo.
Le minoranze di Cormons, Medea e San Lorenzo Isontino, hanno unito le forze stamattina per spiegare le loro posizioni in merito al tema della Comunità del Collio. Gli esponenti delle rispettive aule si sono ritrovati nella cittadina collinare. Presenti a rappresentanza di Medea Pietro Bertossi, Rachele Petrin ed Emanuele Geron mentre, per Cormons, Elena Gasparin, Lucia Toros, Patrizia Mauri ed Eros Gino Simoni.
“Abbiamo ritenuto di fare questa conferenza stampa assieme agli altri comuni interessati perché si tratta di un progetto molto complesso e, riteniamo, molto grave il non sufficiente coinvolgimento della minoranza – ha esordito la consigliere Gasparin – Di base non siamo contrari alla condivisione di servizi tra comunità ma, ciò che non ci capacitiamo, è come si sia attuato il tutto. Questa è la creazione di un vero e proprio ente, non è come comprare un vestito”.
La stessa ex candidata sindaco ha denunciato anche la mancata attenzione in merito ai passaggi burocratici per l’approvazione dello statuto della Comunità del Collio, poiché da legge è necessaria in prima battuta la maggioranza qualificata di due terzi e, se non raggiunta, è sufficiente la maggioranza assoluta in un secondo o terzo momento: “Superficialità e approssimazione non giovano alla creazione di un ente, senza contare il fatto che andavano coinvolti maggiormente la cittadinanza e l’opposizione. Non vogliamo poltrone”.
Ad aggiungersi ai dubbi anche la portavoce di Upc, Lucia Toros: “I prospetti economici illustrati mostrano una spesa per i comuni aderenti di 150mila euro all’anno per 5 anni mentre la regione finanzierà con un contributo di 200mila euro annuali per un triennio, destinati, quest’ultimi solo ai costi della dirigenza e non per i servizi che verranno messi a rete. Noi ci chiediamo se i comuni sanno che tra 4 anni dovranno sobbarcarsi non più 150mila euro ma 350mila?”
Fa eco la collega di lista, Patrizia Mauri, che ha definito il nuovo ente "un carrozzone”. Da parte di Medea, si fa da portavoce la consigliere Petrin (Vivere per Medea), denunciando la mancata condivisione del progetto con l’opposizione comunale. Il piccolo comune, dopo un primo tentativo di approvare il testo nell'ultima assise, ora convocherà due sedute: la prima il 5 dicembre e la seconda due giorni dopo, entrambe da remoto, a causa di questioni tecniche previste dalla normativa.
Fatto interessante: proprio ieri, durante la votazione dello stesso statuto da parte consiglio comunale di Farra d’Isonzo, il capogruppo di maggioranza Morgan Baliviera - segretario regionale dei Giovani democratici - ha manifestato qualche dubbio in merito: “Se questa Comunità nasce con l’intento genuino di aiutarsi reciprocamente e senza che chi ne ha la possibilità faccia pressioni politiche qualora a lui o lei vantaggiose, allora questo è un passo avanti importante per tutti noi".
"Ma se entro qualche tempo ciò dovesse rivelarsi sbagliato - ha rimarcato -, allora temo che ne pagheremmo, soprattutto come Comuni piccoli, delle conseguenze non piacevoli, con il rischio di diventare 'vassalli' del sindaco di turno del Comune capofila e delle sue determinate azioni”. Il documento, in ogni caso, è stato approvato all'unanimità, anche con il sostegno della minoranza.
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