a gorizia
Francesco Caucig testimone di un'epoca, Palazzo Coronini racconta l'artista
Oggi l'inaugurazione, la mostra resterà aperta fino al 24 marzo. Il racconto inedito dell'artista, nella città e suoi nomi tra Settecento e Ottocento.
Ci sono due spiriti guida che aleggiano sulla mostra “Francesco Caucig Goriziano 1755-1828. L’uomo, l’artista, il testimone di un’epoca” inaugurata oggi alle 17.30 nelle Scuderie di Palazzo Coronini Cronberg, a Gorizia. Il primo, in realtà molto visibile, è lo spirito del Neoclassicismo, epoca e stile in cui Caucig è nato, cresciuto (sia anagraficamente sia artisticamente) e di cui è stato un significativo esponente. Il secondo è invece lo spirito, molto palpabile, di Maddalena Malni Pascoletti, antesignana dello studio dell’artista goriziano, cui aveva dedicato anche recentemente le voci monografiche di vari dizionari artistici.
Co-curatrice della mostra e del catalogo assieme a Cristina Bragaglia Venuti, come quest’ultima ha spiegato nella preview per la stampa, l’esposizione era in programma già da tempo nel calendario della Fondazione Coronini ed è stato quindi piuttosto naturale ampliarne i contenuti e i contributi scientifici grazie al casuale rinvenimento, proprio da parte della studiosa scomparsa lo scorso aprile, di un carteggio comprendente le trentasette lettere che Caucig (nato come Franc Kavčič) ha scritto all’architetto triestino Pietro Nobile fra il 1808 e il 1818.
Malni Pascoletti ne aveva iniziato la trascrizione nell’ottica di una pubblicazione, ma nel momento in cui è stata decisa la tempistica della mostra (che, peraltro, è la prima monografica di Caucig non solo in Italia ma persino a Gorizia) i documenti sono stati incorporati nel materiale espositivo. E se fino al loro ritrovamento la studiosa goriziana pensava che poco si potesse aggiungere alle conoscenze biografiche e al percorso formativo dell’autore, in verità le epistole hanno permesso di mettere in luce aspetti ancora inediti.
In particolare, ciò che emerge è il rapporto di profonda stima e amicizia instauratosi fra il pittore e l’architetto, la cui nomina a membro dell’Accademia di Vienna e la successiva elezione a direttore della Scuola di architettura sono state ampiamente caldeggiate dal goriziano, già ben introdotto negli ambienti artistici della capitale austriaca. Non manca la possibilità di ricostruire risvolti più privati, che permettono di intuire il carattere goliardico e irriverente di Caucig a cui Enrico Cavallero di Artisti Associati ha prestato la propria voce leggendo brani di lettere che possono essere ascoltati attraverso i QR code posizionati sulle bacheche dell’ultima sala delle Scuderie.
Il percorso comincia con alcuni schizzi del periodo romano, dove Caucig si approccia al disegno sia come esercizio accademico sia come studio preparatorio di composizioni più impegnative a cui l’artista giungeva dopo una nutrita serie di disegni in cui studiare i particolari da inserire nel lavoro finito. La sua raffinata erudizione si percepisce dalla scelta di soggetti elaborati, di miti o storie che solo una ristretta cerchia di persone avrebbe avuto facilità a decifrare: e certo è anche per queste potenzialità che Francesco venne preso sotto l’ala protettrice di Guidobaldo Cobenzl e poi del figlio Giovanni Filippo, responsabili della sua formazione viennese e dei suoi successi.
Orgogliosamente goriziano nonostante dopo la partenza per Vienna fosse rientrato in città una sola volta nella sua vita, nella seconda sala Caucig è ricordato attraverso alcuni dei trenta disegni che il conte Guglielmo acquistò nel 1962 dall’Accademia di Vienna. Nell’ultima sala, accanto al carteggio con Nobile, troviamo le lettere indirizzate ad Antonio Canova con cui dai toni formali dei primi scritti si passa a uno stile più colloquiale in cui rientrano a buon diritto i saluti della moglie.
Nelle vetrine sono inoltre state raccolte alcune ceramiche della manifattura di Vienna, dove Caucig svolse per molti anni l’incarico di supervisore per la decorazione pittorica, e un bassorilievo rinvenuto da Nobile accanto alla basilica di San Giusto da cui ha tratto una stampa grazie alla supervisione dell’amico goriziano. Ultima perla della mostra si trova nella Cappella adiacente al Palazzo dove, oltre ad ammirare la pala della Visitazione di Maria, sono stati riuniti i frammenti dell’Assunzione di Maria che, originariamente sistemata nel Castello di Cronberg, venne pesantemente danneggiata durante la guerra.
La ricomposizione dell’opera è stata possibile grazie al prestito della parte conservata presso il Goriški Muzej mentre altri materiali provengono da Trieste (Biblioteca di Storia e Arte dei Civici Musei, Civica Biblioteca “Attilio Hortis”, Civico Museo Sartorio, Civico Museo Winckelmann), dai Musei Provinciali di Gorizia e dalla Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio del Friuli Venezia Giulia. La mostra potrà essere visitata con un biglietto specifico, indipendente da quello che permette l’accesso al Palazzo e nel fine settimana, un’ora prima della chiusura, sarà possibile usufruire di un servizio di visite guidate gratuite.
Realizzata con il contributo della Regione, della Fondazione Carigo, con la collaborazione della già citata Soprintendenza, dell’Archivio di Stato di Gorizia, della Biblioteca Statale Isontina, del Goriški Muzej, del Comune di Gorizia e di a. Artisti Associati – Centro di produzione teatrale di Gorizia, la mostra resterà aperta fino al 24 marzo 2024 e potrà essere visitata dal mercoledì alla domenica dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 18.
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