Foto, video e storie: studenti raccontano il confine che non c'è a Gorizia

Cinquanta studenti del polo licale si sono confrontati sul tema del confine con un laboratorio di 30 ore.

Parlare e far vedere il confine avendolo vissuto solo in minima parte è stata una sfida non da poco per i ragazzi del Polo liceale di Gorizia che hanno partecipato al progetto “Luoghi di confine Gorizia-Nova Gorica. Workshop di fotografia”. Cinquanta gli studenti che sotto la supervisione della professoressa Giulia De Pace si sono confrontati su questo tema attraverso un laboratorio di trenta ore.

Parte delle quali sono state dedicate alla ricostruzione storica delle vicende che hanno portato all’innalzamento e poi allo smantellamento del confine. Il progetto, inserito nei Percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento (Pcto), ha poi portato i ragazzi a dividersi in otto gruppi, ciascuno di quattro componenti, per svolgere delle ricerche sulla definizione di confine.

Ne sono nati degli elaborati che hanno spaziato dal power point all’intervista per arrivare al video che, questa mattina, è stato proiettato in sala Dora Bassi alla presenza degli studenti partecipanti, del sindaco Ziberna e della professoressa Rosy Tucci in rappresentanza della dirigente del polo liceale.

«Gorizia è una delle aree europee che ha vissuto lo stress della frontiera. Uno stress – ha spiegato il sindaco – che comincia dalla vicinanza di due diversi sistemi legislativi ed economici, con la nostra città che ha svolto un ruolo emporiale anche per l’entroterra sloveno. Abbattuto il confine, questa vocazione si è persa e Gorizia ha dovuto reinventarsi trovando una sua nuova funzione».

Al termine della mattinata, è stata consegnata una targa di riconoscimento ai partecipanti in considerazione del loro impegno e della ricerca che li ha portati ad approfondire il tema di come è stato vissuto e come si è percepita la presenza di un confine, aspetto importante ma ancora poco indagato del nostro territorio.

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